E’ stato pubblicato dalla Commissione UE uno studio sui finanziamenti alle imprese del settore culturale e creativo. La corposa analisi, oltre a fornire dati di contesto del settore, evidenzia la persistenza di un” funding gap” ossia un difficile accesso delle imprese del settore, la maggioranza piccole e medie per dimensione, nell’accesso ai finanziamenti. Lo studio effettua anche una valutazione positiva del ruolo del programma Europa Creativa a questo riguardo, raccomanda l’aumento dei fondi e la predisposizione di ulteriori strumenti di supporto al settore.
Dati di contesto. I settori culturali e creativi sono una parte importante dell’economia e svolgono un ruolo chiave nel promuovere la diversità culturale e lo sviluppo sociale in tutta Europa. Con 8,5 milioni di posti di lavoro, pari al 4,5% del PIL complessivo, rappresentano la terza fonte di occupazione nella UE.
Difficoltà di accesso ai finanziamenti. Le barriere di solito comprendono la difficoltà di valutare il valore degli asset immateriali delle piccole e medie imprese (PMI), la mancanza di registrazione delle attività commerciali e la loro scalabilità. Tra il 2014 e il 2020, questi ostacoli hanno impedito alle imprese di accedere tra 8 e 13 miliardi di euro in valore di sostegno, secondo lo studio.
Europa Creativa. In questo contesto secondo lo studio il sostegno dell’UE ai settori culturali e creativi attraverso il suo programma Europa creativa, del valore di 1,46 miliardi di euro nel periodo 2014-2020, va a beneficio delle PMI che incontrano difficoltà nell’accedere ai finanziamenti e segnala in particolare l’istituzione del Fondo di garanzia culturale e creativa nel 2016, che dovrebbe mobilitare circa 1 miliardo di euro di prestiti a favore delle imprese e di altre organizzazioni operanti nel settore. Fino ad ora, un totale di 800 PMI e organizzazioni hanno ricevuto supporto in 12 paesi.
Nuovi strumenti. Per il futuro, lo studio raccomanda l’attuazione di un mix di strumenti finanziari e assistenza tecnica nell’ambito del nuovo programma InvestEU. Oltre all’espansione del fondo di garanzia per i settori culturali e creativi, questi strumenti potrebbero includere il coinvestimento con business angels e società di venture capital, integrato dal crowdfunding azionario.