Centralità della piattaforma DTT in Italia, necessità di accompagnare il refarming della banda 700 richiesto dal regolamento UE (2017/899) e il passaggio al DTT di seconda generazione con norme certe, pianificazione, incentivi. Su questi punti, con i dovuti distinguo, hanno convenuto tutti i partecipanti al convegno di AGCOM sul tema “Il futuro del digitale terrestre nella competizioni multipiattaforma: opportunità e business per gli attori del mercato” che si è svolto il 14 novembre presso la sala Zuccari del Senato a Roma, ultimo di una serie di eventi in occasione del ventennale dell’attività di AGCOM. L’incontro è stato anche l’occasione per ribadire l’urgenza di interventi sulle asimmetrie normative e a tutela del copyright, della fiscalità, della sostenibilità del business digitale. Dopo la prolusione della Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati e i saluti del Presidente Angelo Marcello Cardani, il dibattito, mediato dal Commissario Antonio Martuscello, ha visto la partecipazione dei maggiori operatori DTT rappresentati al massimo livello – Fedele Confalonieri (Mediaset), Marello Dolores (Discovery), Marco Ghigliani (La 7), Fabrizio Salini (Rai), Andrea Zappia (Sky) – oltre a un operatore esterno al sistema propriamente DTT, Giorgio Tacchia (Chili).
Casellati: più incentivi alle famiglie per decoder e TV. L’intervento di apertura della Presidente del Senato ha preso le mosse dalla transizione dall’analogico al digitale terminato del 2012, per ribadire l’importanza mantenuta dalla piattaforma DTT, che con un’offerta ampia, varia e di qualità, sostanzialmente gratuita, genera altissimo valore aggiunto per pubblico e operatori (oltre 5,5 mld di euro di ricavi pari a oltre il 60% del totale delle risorse televisive). Di fronte al nuovo passaggio epocale “ci sarà bisogno di un intervento forte per consentire lo svecchiamento dei mezzi a disposizione degli italiani, con incentivi che non possono certamente riferirsi a cifre appena simboliche”, ha detto la Casellati. Il riferimento è alla norma in Legge di Bilancio che prevede un contributo ai costi a carico degli utenti finali per l’acquisto di tv o decoder in grado di supportare il nuovo standard di trasmissione (DVBT-2 dal primo luglio 2022): sono assegnati 25 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2019-2022, per un totale di 100 milioni. Con la disposizione, su cui sta lavorando il Mise, inserita nel maxi-emendamento alla legge di Stabilità 2018 si dovrà garantire “che il costo di questo passaggio tecnologico non finisca per ricadere prevalentemente sulle famiglie, in una già non semplice fase economica” ha aggiunto la Casellati.
Cardani: obiettivo uso efficiente dello spettro. Il Presidente AGCOM, Angelo Marcello Cardani ha ripercorso gli ultimi interventi dell’Autorità a valle della Legge di bilancio 2017 che ha normato sull’adeguamento al regolamento UE sulla banda 700 a partire dal PNAF dello scorso giugno, la segnalazione delle criticità al governo in una lettera al governo (agosto) e la chiusura dell’Indagine Conoscitiva sulla conversione dei diritti d’uso di ottobre, sulla quale AGCOM ha dovuto agire creando criteri di conversioni in assenza di orientamenti UE in materia. Il passaggio è complesso, numerose le “criticità” e le “incertezze applicative” che possono minare gli obiettivi della norma UE, fra cui, primario, l’uso efficiente dello spettro ridimensionato per gli usi attuali e liberato per gli usi futuri.
Martusciello: DTT fra transizioni passate, presenti e future. L’intervento di Antonio Martusciello, Commissario AGCOM ha ripercorso la storia degli interventi regolamentari avviati nel 2001per pianificare lo sviluppo della piattaforma, confermato la centralità attuale della piattaforma e le criticità di questo ennesimo passaggio tecnologico che oggi apre la banda 700 agli utilizzi telecom ma nel 2030 (e potenzialmente, a discrezione degli Stati anche a partire dal 2025) anche la banda sub 700 (470-694 MHz). Il futuro del DTT in un ambiente di risorse spettrali più scarse, ma con una piattaforma tecnologicamente più performante, si prefigura in definitiva maggiormente esposto alla concorrenza delle telecom e “va ripensato in un’ottica meno tecnologica e più di sviluppo. Ripartendo ad es. sulla base dell’art. 7 del regolamento UE che richiede di tener conto degli aspetti sociali, economici, culturali e internazionali che condizionano l’uso della banda di frequenza al di sotto dei 700 MHz per creare modelli più ibridi e sostenibili”.
Confalonieri: non c’è sviluppo senza equa concorrenza. Anche l’intervento di Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset, è partito dalla storia del DTT e in particolare dalla fase di avvio, quando si è permesso agli operatori di fare trading di frequenze: “Mediaset allora ha investito oltre 700 milioni di euro per costituire il proprio mux nazionale, perché credeva nel valore della piattaforma”, ha dichiarato. Secondo Confalonieri I benefici della tv tradizionale, declinata soprattutto sul DTT sono noti: pluralismo, professionalità, un’ambiente sicuro, normato, contenuti originali, tutti valori dati per scontati nell’era delle fake news, della disintermediazione, della pirateria, dell’elusione fiscale ad opera degli OTT. Il Presidente ha richiamato le ultime stime sulla pubblicità digitale e sulla quota detenuta dagli OTT (3 miliardi di euro, 75%, dati IAB), assolutamente dominante, aggiungendo che si tratta di operatori apolidi che drenano risorse agli operatori del mercato nazionale senza restituire gettito né occupazione. Ristabilire una simmetria delle regole estendendo alcuni obblighi ai nuovi operatori e alleggerendo i vincoli che gravano su quelli tradizionali è la vera priorità per garantire lo sviluppo della televisione.
Dolores: contestualità di refarming e passaggio al DVBT-2. Discovery, multinazionale che è sbarcata in Italia 20 anni fa per trasmettere i brand sviluppati a livello internazionale ha inaugurato proprio nel nostro Paese un modello di creazione di brand locali (di programmi e canali) che ha poi esportato all’estero ha detto Marcello Dolores, VP Affari Legali Discovery Sud Europa. In Italia oggi Discovery ha 15 canali canali sviluppati su tutte le piattaforme (DTT free, e satellite, Web) e con diversi modelli di business (8 free, 7 pay): “siamo un editore tecnologicamente neutro rispetto alle piattaforme, cerchiamo il modo più efficiente per sviluppare il nostro business. In Italia il DTT ci ha offerto grandi opportunità di crescita e osserviamo con attenzione questo passaggio” ha aggiunto. Riguardo alla transizione della banda 700 ha sottolineato che per Discovery è importante la contestualità (della migrazione dalla banda 700 e dell’adozione della nuova tecnologia DVBT-2) per fornire servizi tecnologicamente sempre più attraenti e competitivi (quali HD, UHD, catch up, VOD) perché la competizione va ben oltre le piattaforme e il settore TV, concludendo che “le regole devono facilitare questo passaggio”.
Ghigliani: la TV bussola per l’informazione. Stimolato sul tema dell’offerta informativa quale aspetto qualificante dell’offerta DTT e in particolare di La 7, Marco Ghigliani, AD di La7 ha ricordato come la rete abbia investito sul prodotto informativo in senso ampio (inclusi i talk show) nella consapevolezza che sia un’offerta qualificante dei mezzi tradizionali, radio e tv. Un dato confermato di recente dall’ultimo rapporto sulla comunicazione del Censis che documentato il timore delle fake news in Rete /(40% degli intervistati): “la Rete non fornisce percorsi affidabili di verifica delle notizie e delle fonti, mentre la televisione (e la radio) mantengono il ruolo di bussole nell’informazione, con la loro funzione di mediare, interpretare, orientare attraverso il ruolo, fondamentale del giornalismo professionale” ha detto Ghigliani. La centralità della televisione si riscontra anche nell’ibridazione dei consumi, anche i giovani nel cercare informazioni attraverso lo smartphone accedono alle fonti tradizionali. Il prodotto informativo ha premiato La 7 che è cresciuta di share in day e prime time, ha aggiunto “ma implica anche uno sforzo produttivo per restare ‘sempre accesi’ sui temi di attualità, sforzo e investimento che deve essere tutelato, insieme ad. es al copyright”.
Salini: garantire al DTT prospettive di sviluppo, agli operatori la trasformazione in media company. L’intervento del nuovo AD Rai si è concentrato sul ruolo peculiare degli obblighi del servizio pubblico in questa nuova transizione tecnologica, epocale per gli impatti che potrà avere. “Il DTT con il passaggio dall’analogico ha introdotto con la multicanalità tematica il modello di fruizione orizzontale, ossia la costruzione di percorsi di fruizione svincolati dai palinsesti della tv generalista verso la personalizzazione. In questo nuovo passaggio per tutti gli operatori, e per il servizio pubblico in virtù della propria mission, è necessario che si faccia un’opportuna riflessione e si dia una adeguata risposta alle prospettive di sviluppo che si vogliono dare alla piattaforma e il posizionamento degli operatori di mercato: questi ultimi, tutti, si muovono in un’ottica di media company, con offerta e piani di business declinati su diverse piattaforme e terminali”. L’AD ha ricordato che l’obiettivo è di sistema, non solo limitato alle emittenti TV ma anche a tutta la filiera che ad esse fa capo, prima fra tutti la produzione audiovisiva. Il refarming della banda 700 “deve coniugare servizio universale e innovazione, mantenere competitivo il servizio pubblico garantendo il passaggio dell’offerta all’HD e ultra HD, e oltre (ha citato ad es. la virtual e augmented treality per lo sport e l’educazione) senza disagi ai cittadini”.
Zappia: la complementarietà del DTT per il consumer business. Per l’AD di Sky Andrea Zappia, l’approccio multipiattaforma è essenziale per un business incentrato sull’utente come è quello pay. Il DTT, specialmente in Italia, è fondamentale per l’offerta “core” lineare: la copertura alta e i costi di attivazione bassi, offrono un ottimo “entry level” che avvicina nuovi utenti alle potenzialità della pay, mentre questi ultimi continuano a svilupparsi sulla linea della personalizzazione e la flessibilità del servizio (es. il box plug & play Sky Q). Nell’analisi di Zappia, dopo la prima fase multicanale, la piattaforma DTT sta tornando sulla centralità dell’offerta generalista che è quella che offre maggior valore alla filiera e alla visibilità del brand. A questo riguardo il problema per Sky è garantire alla TV, indipendentemente dalla piattaforma di diffusione, sostenibilità del business a fronte di minacce esterne quali, in primis, la pirateria.