Fra le prime questioni, a livello UE, il bando del riconoscimento facciale nei luoghi pubblici nella nota sulla proposta di regolamento sulla IA. Il Garante della Privacy apre un dipartimento dedicato ai sistemi di intelligenza artificiale “tenuto conto della rilevanza e dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul diritto alla protezione dei dati personali, anche alla luce di interpelli e quesiti posti in materia a questa Autorità”, recita la delibera del 27 maggio 2021, approvata dall’autorità e pubblicata in Gazzetta ufficiale il 19 giugno 2021. L’unità organizzativa di primo livello monitorerà i fondamenti e la metodologia di progettazione, sviluppo e impiego di sistemi informatici basati su tecnologie di intelligenza artificiale e di apprendimento automatico sotto il profilo giuridico e seguirà le iniziative, anche di enti di ricerca, e i tavoli di lavoro nazionali, europei e internazionali relativi alle aree di interazione tra intelligenza artificiale e diritto alla protezione dei dati personali; oltre ad offrire supporto all’attività istruttoria, anche in occasione di accertamenti ispettivi, degli affari di competenza delle altre Unità organizzative, e collaborare all’esame delle proposte di legge o degli atti normativi in materia. La modifica del regolamento organizzativo è operativa dal giorno seguente alla pubblicazione in GU.
Fra i primi temi di cui si occuperà la nuova unità, la questione dell’applicazione dell’intelligenza artificiale al riconoscimento facciale in luoghi pubblici. È di questi giorni la notizia che l’EDPS (European Data Protection Supervisor) e l’EDPB (European Data Protection Board) hanno unito le forze per chiedere il bando di tale utilizzo. Nella nota le due agenzie affermano, fra l’altro, che i sistemi di intelligenza artificiale che utilizzano la biometria per classificare gli individui in gruppi in base a etnia, genere, orientamento politico o sessuale dovrebbero essere vietati.