Si è svolta presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica il convegno “Gemello Digitale: l’altro me: Intelligenza artificiale tra etica, educazione e politica” organizzato dall’Osservatorio Tuttimedia/Media 2000 in collaborazione con il Prix Italia della Rai.
L’incontro è stato aperto dai saluti di Franco Siddi, in qualità di presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, nonché Presidente di Confindustria Radio Televisioni, che si è soffermato sulla scelta del termine “gemello” digitale (invece di “copia”) a sottolineare la necessità di promuovere un approccio umanizzante alle nuove tecnologie, e regole eticamente sostenibili. “Di fronte al mondo digitale che avanza, con i social, con realtà aumentate, con i “fake” costruiti dagli algoritmi, addirittura manovrati da qualcuno che è sconosciuto il più delle volte, ecco, occorre agire a garanzia e a tutela dei diritti delle persone per promuovere culture e umanità nuova nell’epoca digitale”. Siddi ha parlato anche della “centralità dei media, che avranno ruolo e rilievo tanto più quanto sapranno essere, proporsi e crescere crescere come “media intelligenti” e continuare a produrre, anche nel sistema digitale e connesso, informazione autorevole, centrale per la formazione dell’opinione pubblica”. Ha quindi avviato il convegno l’intervento di Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato, incentrato sulla necessità di accogliere la sfida normativa ed etica posta dall’intelligenza artificiale con un approccio antropocentrico e condiviso a livello internazionale. La Presidente ha fatto riferimento alla Comunicazione UE dell’aprile scorso che ha tracciato le linee guida che devono informare lo sviluppo del settore e la sua normazione e in particolare, oltre al principio della azione (agency) e supervisione, quello della trasparenza intesa come tracciabilità dei sistemi di machine learning.
Altra illustre prolusione è stata quella ad opera di Giovanni Letta, Presidente onorario dell’Osservatorio Tuttimedia, che ha richiamato la figura di Giovanni Giovannini, giornalista e inviato, anche di guerra, nonché figura di riferimento della FIEG e dell’Osservatorio, autore del saggio “Dalla selce al silicio”: Giovannini già negli anni ’80 vedeva l’approssimarsi della rivoluzione digitale e i suoi impatti al punto che, per definire la pervasività e profondità della trasformazione, mutuava dalla genetica il termine di “mutazione”. Al giornalista sono ispirati i premi “Nostalgia di futuro”, assegnati al termine della mattinata a ricercatori, studenti, imprese per progetti di informazione innovativi e start up.
Il dibattito ha quindi preso lo spunto dalle suggestioni offerte dalla presentazione del progetto ingegneristico “Gemello digitale”, applicazioni in tema di sicurezza dei trasposti, smart cities, salute, e dalla prolusione teorica di Derrick De Kerkove, con contributi di rappresentanti di media “tradizionali” (FIEG, Mediaset, AGI, Rai) e nuovi (Google e Facebook).
La Presidente Casellati ha sottolineato come “benzina” dell’intelligenza artificiale siano i dati. I big data e le informazioni fornite attraverso la connessione e navigazione in rete creano anche una dettagliata e pervasiva profilazione delle persone: il tema delle regole da delineare e i principi a cui si devono ispirare devono essere al centro dell’agenda politica italiana ed europea. Si devono ideare norme condivise per garantire trasparenza, accountability, controllo (si pensi al tema del diritto all’oblio, tornato di stringente attualità con la recente sentenza della Corte UE /Google). C’è il tema, cruciale, della titolarità delle informazioni degli utenti, per i profili di privacy, ma anche di profilazione, che sono una leva competitiva e di sviluppo cruciale nel sistema digitale. I dati scambiati in rete sono oggi elaborati (controllati, commercializzati, profilati e utilizzati per sviluppi futuri) solo da poche grandi multinazionali, che disintermediano e accentrano il contatto con il cliente (per i media, pubblico). Si auspica che il processo di elaborazione di queste regole urgenti per garantire assetti di mercato più equi partano da regole realmente condivise (si v. gli esiti in tema di fake news).