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Giornata Mondiale della libertà di stampa. Siddi: il sistema dei media presidio di libertà e pluralismo

3 Maggio 2018

libertà di stampa

Giornata Mondiale della libertà di stampa. Il 3 maggio 1997, venticinque anni fa, l’Assemblea Generale ONU proclamava la Giornata internazionale per la libertà di stampa, su raccomandazione della Conferenza Generale dell’UNESCO. La data celebra una tavola rotonda dell’UNESCO, che si è svolta in Namibia nel 1991, finalizzata a promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana. Ogni anno, il 3 maggio, viene assegnato il premio UNESCO per la libertà di stampa. Intitolato a Guillermo Cano Isaza, assassinato nel 1986 davanti alla sede del giornale El Espectador per il quale collaborava, il premio di quest’anno verrà assegnato al fotogiornalista egiziano Mahmoud Abu Zeid in prigione dal 2013.


Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo

Articolo 19

Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 10 Dicembre 1948

Costituzione della Repubblica Italiana

Articolo 21
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Assemblea Costituente italiana, 22 dicembre 1947


La libertà di stampa, oltre per il tema della sicurezza dei giornalisti e la garanzia della loro indipendenza e del pluralismo dei media è tornato alla ribalta di recente anche per le problematiche connesse alla diffusione e condivisione delle notizie in Rete, disintermediate, virali, estremizzate. Si ricercano nuovi equilibri fra gli interessi confliggenti– ad es. il reato di diffamazione, il diritto all’oblio – e nuovi strumenti per tutelare individui e minoranze – censura, incitamento all’odio, cyberbullismo. Soprattutto, il dibattito recente si è incentrato sul fenomeno della disinformazione online o delle notizie deliberatamente false (fake news) spinte da intenti commerciali, di propaganda, goliardici (soprattutto i social). Il fenomeno è antico quanto la libertà di stampa ma per quanto riguarda i professionisti dell’informazione (il giornalista e l’editore) l’ordinamento prevede già obblighi di diligenza e responsabilità. Quello che manca, a normativa attuale, è una maggiore responsabilizzazione della Rete, a partire dai grandi nuovi intermediari (fra cui in primis aggregatori, motori di ricerca, social). Sul tema sta lavorando l’AGCOM in un tavolo tecnico dedicato a cui partecipa anche Confindustria Radio Televisioni, e la UE. Si deve intervenire come sottolineato dal Gruppo di esperti UE –  inclusa, per l’Italia, il Consigliere di CRTV Gina Nieri – con un approccio multidimensionale utilizzando strumenti diversi, fra cui coregolazione, fact checking, trasparenza, digital literacy.

Sul tema si è espresso anche il Presidente di CRTV Franco Siddi: “Il sistema tipico dei media, giornali e radiotelevisione, si è dato negli anni dei paradigmi, anche attraverso norme di legge e contratto di lavoro al punto che le imprese organizzate e i giornalisti costituiscono oggi un presidio imprescindibile di libertà e pluralismo. La grande sfida è ora fare in modo che i colossi e gli altri operatori della Rete possano rispondere ad obblighi etici e morali di altrettanta garanzia”. “Molte imprese che organizzano la produzione editoriale non attraversano un momento facile per i disequilibri economici e concorrenziali del nuovo contesto digitale, connesso, globale. Anche i giornalisti oggi vivono male in quasi tutto il mondo, per diversi motivi: dalla crisi economica alla sofferenza per pressioni e restrizioni di libertà e del diritto del lavoro” ha dichiarato Siddi, che ha ribadito il ruolo delle imprese editoriali a garanzia del giornalismo professionale e della pluralità dell’informazione nell’era digitale: “Il servizio pubblico, come del resto tutte le imprese editoriali, devono assicurare un’informazione soddisfacente, professionale e devono fare in modo che tutte le voci del pensiero sociale pubblico trovino modo di essere diffuse e i confrontarsi”.

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Tags | fake news, Guillermo Cano Isaza, Libertà di stampa, Unesco
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