Il Consiglio dei Ministri, su proposta del MISE, venerdì 10 marzo ha deliberato la concessione in esclusiva alla RAI, per una durata decennale, dell’esercizio del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale sul territorio nazionale e ha approvato l’annesso schema di convenzione, recante le condizioni e le modalità di tale esercizio, che sarà successivamente stipulato tra il Ministero dello sviluppo economico e la società concessionaria.
Fra le novità introdotte si segnala:
- Separazione delle attività di servizio pubblico e di mercato. È fatto divieto alla società concessionaria di utilizzare, direttamente o indirettamente, i ricavi derivanti dal canone per finanziare attività non inerenti al servizio pubblico generale radiotelevisivo. Al riguardo in base alla nuova Convenzione, il bilancio della Concessionaria deve prevedere una contabilità separata per i ricavi derivanti dal gettito del canone rispetto ai ricavi delle attività svolte in regime di concorrenza e tale contabilità è soggetta a controllo da parte di una società di revisione.
- Ambito e durata. La concessione, e relativa convenzione che comprende la diffusione dei programmi tramite digitale terrestre e tutte le altre piattaforme distributive fa riferimento per la prima volta, oltre ai programmi radiofonici e televisivi anche al “servizio pubblico multimediale”. Nel testo si stabilisce che la concessione ha durata decennale (quella scaduta nel maggio 2016 era di dodici anni e precedentemente aveva durata ventennale) e che il contratto di servizio sarà stipulato ogni 5 anni (precedentemente era 3) potrà definire durata e ambito dei diritti di sfruttamento radiofonico e televisivo negoziabili dalla società concessionaria.
- Fra gli obblighi della concessionaria si richiama: la diffusione di tutti i contenuti al 100% della popolazione; informazione e programmi di servizio ispirati a principi di imparzialità, obiettività e completezza; piano editoriale coerente con mission e obblighi di servizio pubblico (che può prevedere la rimodulazione dei canali); la riforma dell’informazione (che può prevedere la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche; il sostegno allo sviluppo del cinema e della fiction nazionali; la valorizzazione dei programmi culturali e la trasmissione di contenuti dedicati specificamente ai minori. In capo alla concessionaria anche l’obbligo di conservazione e promozione degli archivi storici radiotelevisivi, la valorizzazione dei centri di produzione decentrati, la diffusione di programmi in lingua inglese. Si conferma il ruolo dell’informazione pubblica a livello nazionale e regionale e il ruolo di avanguardia nella sperimentazione e innovazione dei programmi e nell’uso delle nuove tecnologie.
- Vigilanza, AGCOM e MISE. Ai fini della determinazione dei costi sulla cui base è parametrato annualmente il canone di abbonamento, AGCOM ed il MISE, ciascuno per le rispettive competenze, verificheranno annualmente la realizzazione degli obiettivi di efficientamento e razionalizzazione indicati nel contratto nazionale di servizio.
Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha espresso “soddisfazione per la nuova concessione che si attendeva da più di vent’anni. Si tratta di un testo fortemente innovativo sotto molteplici aspetti a cominciare dalla previsione di un nuovo piano editoriale e caratterizzato dalla separazione delle attività di servizio pubblico rispetto a quelle di mercato.”
Concessione e convenzione, insieme alla relazione del Ministro dello sviluppo economico sugli esiti della consultazione pubblica avviata lo scorso maggio sugli obblighi del servizio pubblico (si ricorda che CRTV ha contribuito ai tavoli tecnici convocati dal MISE il 12 aprile 2016) saranno trasmessi alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, che dovrà esprimere il proprio parere entro trenta giorni.
ALLEGATO
CambieRai: consultazione sul “servizio pubblico radio-televisivo e multimediale” del 27 luglio 2016