Anche il tema delle risorse frequenziali e della loro allocazione transnazionale, che verrà decisa in ambito ITU (WRC-23) il prossimo anno, è stato oggetto del dibattito del convegno dell’HD Forum Innovation Day 2022. La World Radio Conference (WRC) è la conferenza organizzata periodicamente dall’ITU-R per rivedere, se necessario, il trattato internazionale che disciplina l’uso dello spettro delle radiofrequenze, il cosiddetto Radio Regolamento. La prossima WRC si terrà dal 20 novembre al 15 dicembre 2023 negli Emirati Arabi (UAE).
Uno dei temi maggiormente controversi della conferenza è rappresentato dalla possibile revisione dell’attuale allocazione esclusiva ai servizi di broadcasting della banda di frequenze 470 – 694 MHz (sub-700) in favore di un futuro utilizzo da parte dei servizi mobili.
La banda sub-700 è l’ultima disponibile a livello europeo per il broadcasting terrestre televisivo, e non esiste alcuna soluzione tecnica di compatibilizzazione che permetta la convivenza con i servizi mobili sulle stesse frequenze: in altre parole, l’attribuzione co-primaria ai servizi mobili significherebbe la chiusura del broadcasting televisivo in Europa nel breve-medio termine.
È evidente, quindi, come sia di cruciale importanza per il destino della televisione su piattaforma terrestre, in Europa e in Italia, la decisione che verrà presa alla prossima WRC-23 sul futuro utilizzo di questa banda. La posizione dell’Amministrazione Italiana è cristallina a favore dell’utilizzo esclusivo per il broadcast terrestre, ma è chiaro che la decisione finale dipenderà dalla posizione dei diversi paesi chiamati a esprimersi e dagli equilibri che si verranno a determinare.
Il tema dell’uso mobile della banda televisiva 470-694 MHz pone una serie di domande di merito a cui è difficile dare una risposta unitaria e comune che rappresenti le realtà degli Stati dell’Unione Europea. Quello che è certo è che la sua dismissione comporterebbe la perdita della piattaforma di elezione per la televisione universale gratuita in alcuni Stati membri, tra cui, in primis, l’Italia, senza peraltro garantire significativi vantaggi per i servizi mobili, né fornire ai broadcaster alternative realistiche.
Per l’Italia la messa in discussione della banda UHF per i servizi di brodcasting, in mancanza di mezzi trasmissivi alternativi in grado di garantire una distribuzione universale e gratuita di tutti i contenuti della TV lineare attualmente disponibili sul DTT, risulterebbe particolarmente critica.