La privacy e i diritti degli utenti Internet europei sono a rischio quando le aziende americane trasferiscono i loro dati agli Stati Uniti. Lo affermano Human Rights Watch e l’American Civil Liberties Union in una lettera congiunta inviata alla Commissione Europea. Le due organizzazioni per i diritti umani invitano le autorità di Bruxelles a riconsiderare il Privacy Shield se gli Stati Uniti non rivedono le proprie leggi che permettono una sorveglianza indiscriminata in particolare alla luce dei nuovi ordini esecutivi emessi sotto la Presidenza Trump in materia di immigrazione e stranieri. La lettera documenta dettagliatamente le norme che minacciano la corretta applicazione del nuovo accordo Privacy Shield. Le Associazioni richiedono che venga garantita la parità di trattamento prevista dall’accordo: secondo il Privacy Shield infatti le società statunitensi non possono trasferire oltreoceano i dati personali dei residenti UE a meno che le aziende non dimostrino che verranno protetti in modo “sostanzialmente equivalente” a quello previsto dalle normative europee.
Privacy Shield è il nome del nuovo accordo raggiunto fra UE e USA che impone alle imprese americane obblighi più stringenti in materia di tutela dei dati personali europei e richiede, proprio in merito del loro utilizzo, garanzie dalla Autorità USA a fini di sorveglianza e sicurezza. Privacy Shield sostituisce il precedente accordo “Safe Harbor” invalidato dalla Corte di Giustizia della UE, nell’Ottobre 2015. Si ricorda che secondo quanto dichiarato dalla presidente delle Autorità per la Protezione dei Dati del gruppo dei 28 stati Membri UE, la francese Isabelle Falque-Pierrotin, nel luglio 2016, l’accordo negoziato fra UE e Stati Uniti prevederà una prima revisione annuale congiunta (Commissione UE e Department of Commerce USA), inibendo nel frattempo qualsiasi impugnazione, ma aprendo al tempo stesso ad eventuali modifiche in occasione di tale revisione sarà il momento in cui verrà fatta una valutazione sul Privacy Shield e in cui verranno proposte ulteriori modifiche” ha detto la Falque-Pierrotin.