Presidente Associazione Televisioni Locali Maurizio Giunco.
“Quando ci troviamo a discutere del comparto televisivo locale e del suo futuro ci sentiamo dire, la Tv Locale non ha saputo adattarsi all’evoluzione tecnologica, alle nuove tendenze, alla multimedialità.
Ora come ben sappiamo il luogo comune pur essendo un concetto astratto e schematico rappresenta una visione semplificata ma purtroppo spesso largamente condivisa.
Per ciò nella mia introduzione vorrei provare a sfatare tale stereotipo in 120 secondi.
180mila ore di informazione ogni anno.
E’ la formidabile, straordinaria copertura che viene fornita delle prime 100 emittenti locali del nostro paese.
La prova provata di ciò che rappresenta la tv locale per il territorio: uno strumento irrinunciabile, unico, insostituibile a fianco del cittadino.
La tv locale è il veicolo capace di dare voce e di amplificare le istanze dei territori in cui viviamo. il contatto diretto con le persone, la condivisione culturale, la conoscenza dei luoghi: è grazie a ciò che la tv locale assume un ruolo di servizio pubblico.
La tv locale è la finestra del cittadino aperta sul grande microcosmo che lo circonda. e’ la chiave per conoscere fatti e misfatti della vita quotidiana.
Quando c’è un evento, c’è anche la tv locale. con la gente, in mezzo alla gente. non solo per raccontare, ma per vivere la realtà, aprendo ampie finestre sugli eventi in diretta.
Con l’avvento dell’era digitale, forti dell’unicità della loro offerta, le emittenti locali hanno compreso di avere una nuova opportunità : la rete.
Sui portali delle tv, oltre alla classica diretta streaming, oggi gli utenti trovano tutte le notizie del giorno, aggiornate in tempo reale. e sono notizie complete, a tutto tondo, che possono contare non solo sulla parte testuale, ma anche sulla grande forza delle immagini.
Ogni emittente dispone poi di archivi eccezionali, con decine di migliaia di servizi e programmi. materiale unico che può essere ricercato in modo agevole, con l’inserimento di parole chiave nei motori di ricerca dei portali. servizi tecnologicamente avanzati, disponibili anche sui dispositivi mobili, grazie ad applicazioni realizzate per i principali sistemi operativi.
Sono poi numerose le televisioni locali che hanno dato vita a veri e propri giornali elettronici, diffusi gratuitamente più volte al giorno. testi e servizi video delle notizie del territorio, che raggiungono in tempo reale tutti gli utenti che ne fanno richiesta. e’ il servizio di newsletter, a cui è possibile iscriversi in modo semplice e rapido, con l’inserimento del proprio indirizzo mail nell’apposita area del sito.
Ma c’è di più in tema di convergenza multimediale la tv locale sente l’esigenza di una presenza paritetica ai grandi player sulla smart tv, per tale motivo prende avvio il progetto “team tv” che concentra le migliori televisioni regionali italiane su di un’ unica piattaforma che consente la visibilità oltre i confini radioelettrici attuali.
In diretta o on demand è possibile vedere in tutta Italia, tramite teamtv, qualsiasi programma o servizio delle televisioni locali aggregate.
L’app oggi approvata da samsung sarà presto disponibile anche su altri marchi di aziende produttrici di Smart tv presenti in Italia.
Questo e’ un breve spaccato di quanto in realta’ la tv locale sia in grado di adttarsi e cavalcare l’innovazione tecnologica
il sottosegretario on. giacomelli ha recentemente dichiarato:
“Questo settore potrà essere ancora protagonista a patto che mantenga la caratteristica di quaranta anni fa, quando si è affermato perché era innovativo e rivoluzionario”.
Concordo pienamente, e sono disponibile ad una severa autocritica, sicuramente la tv locale in passato si e’ adagiata su schemi e formule poco rivoluzionarie, e’ venuto a mancare un impulso creativo e innovativo.
Ma per cortesia non facciamo di tutta l’erba un fascio.
Cominciamo a fissare i confini di questo settore, quali e quante sono le emittenti locali informative italiane. solo partendo da qui noi possiamo fare un serio ragionamento politico e prospettico sul ruolo della televisione locale. solo iniziando a definirle correttamente.
Le televisioni locali sono quelle 100 che rappresentano il 70% dell’occupazione, oppure sono quelle 3100 che occupano il restante 30%.
Sono quelle 100 che rappresentano il 95% degli ascolti o le altre 3.100 neppure rilevate?
Sono quelle 100 che esprimono il 92% del fatturato del comparto o le restanti 3100 che ne esprimono il restante 8%.
Sono quelle 100 che propongono una tv informativa radicata sul proprio territorio che cavalcano la multimedialità e la convergenza o le altre 3100 che si limitano a proporre televendite, maghi e guaritori?
Il problema serio e’ che 3100 soggetti, fanno più rumore di 100.
In mezzo a 3100 stonati i 100 intonati spariscono e quando si deve giudicare il coro, si dirà “questo e’ un coro di stonati”.
Sentite quanto dichiara (a prima comunicazione) Valentino Cagnetta di media Italia parlando delle Tv locali:
“la loro identità e la loro credibilità presso i clienti sono minate dal fatto che la maggior parte delle emittenti esprime un’offerta qualitativamente impresentabile”
Non tutte ma … la maggior parte di esse…..
Ecco tornare il luogo comune, siccome la maggior parte esprime un offerta impresentabile, le tv locali esprimono tutte un offerta impresentabile.
E’ logico. se la maggior parte degli automobilisti fosse indisciplinata, diremmo che gli automobilisti italiani sono indisciplinati.
Come non capire che la pessima immagine prodotta da un tale numero abnorme di marchi privi di una benchè minima programmazione, danneggi tutto il comparto?
Angelo Zaccone Teodosi presidente dell’istituto italiano per l’industria culturale sempre in merito alle tv locali dichiara fra l’altro :
“le ragioni di questo deprimente immobilismo e di questa deriva inerziale sono da attribuire anzitutto al “non governo” del sistema da parte degli esecutivi che si sono avvicendati alla guida del paese”.
Ciò è innegabile, sono decenni che le tv locali subiscono interventi emergenziali senza una benche’ minima programmazione . credo che per capire quali strumenti legislativi necessitino al comparto, occorra capire quale area del comparto vogliamo salvaguardare.
Oggi non abbiamo piu’ tempo, occorre intervenire ed intervenire subito.
Io vedo segnali confortanti in cio’ che dichiara il sottosegretario Giacomelli.
A cui diamo atto di aver chiarito nei fatti il ruolo di pubblica utilità delle Tv Locali :
“ c’e’ chi scommette sul proprio ruolo di editore ogni mattina, facendo i conti con le difficolta’ e c’e’ chi ha approfittato delle lacune della normativa ed ha preso contributi a pioggia. io vorrei che si uscisse da questa fase, evitando di disperdere risorse concentrandole su chi scommette sulla propria impresa”.
E’ un segnale importante , forse questo e’ il segno che la politica stia dimostrando una concreta attenzione nei confronti dell’emittenza locale italiana.
Vorrei avviarmi alla conclusione con un ultimo capitolo del mio intervento, riguarda la problematica del numero delle frequenze :
Post switch off le frequenze televisive erano 499
Post banda 800 diventano 400
Post ginevra scendono (canali interferenti con gli stati esteri) a 324
Nel 2022 (banda 700) ne restano 28 di cui solo 14 coordinabili a livello nazionale
* per questioni di armonizzazione delle frequenze con i paesi confinanti è necessario utilizzare canalizzazioni a pettine dove una parte usa canali pari e l’altra parte utilizza canali dispari. ne consegue che delle 28 frequenze uhf disponibili dopo la perdita dei 700 mhz. solo 14 possono essere armonicamente utilizzate
Ciò nel 2022, ma il nuovo piano dovrà essere già varato nel 2017.
Sicuramente tutti dovremo fare dei sacrifici, noi siamo pronti a fare la nostra parte, le tv locali perderanno ulteriori frequenze, dove li mettiamo 3200 marchi/programmi delle tv locali qui dentro ? lo sappiamo tutti che non ci potranno più stare.
In conclusione riteniamo che sia venuto il tempo di analizzare e discutere su logiche diverse, vogliamo parlare di operatore unico regionale siamo disponibili a discuterne. ma facciamolo ora, subito.
Su questo tema occorre elaborare e condividere una proposta paese, in questo senso credo che non solo le tv locali, ma tutto il sistema si debba porre come interlocutore in questa fase non solo delicata ma vitale per l’intero sistema televisivo italiano.”