Nel rapporto citato il contributo di CRTV su banda 700 e OTT. Con un evento alla Camera è stata presentata la relazione finale dell’indagine conoscitiva su nuove tecnologie di telecomunicazioni 5G e Big Data promossa dalla Commissione IX Trasporti e Telecomunicazioni della Camera presieduta dall’Onorevole Alessandro Morelli. Gli interventi che si sono susseguiti hanno sottolineato le opportunità offerte dalla nuova tecnologia della banda ultralarga mobile, la posizione dell’Italia, fra i primi Paesi a effettuare test sul territorio (le sperimentazioni si sono concluse a giugno), la sua compatibilità con i limiti delle emissioni elettromagnetiche e la salute dei cittadini. Secondo la ministra dell’innovazione Paola Pisano l’impatto atteso del 5G sul PIL è stimato in circa 80 miliardi in 15 anni. La Ministra ha anche espressamente citato fra i settori di applicazione della nuova tecnologia l’industria del broadcasting.
Si ricorda che CRTV interpellata dalla Commissione sul tema nel giugno 2019 aveva indicato che « uno dei volani principali per incentivare la domanda dei servizi ultra broadband verso la 5G è rappresentato proprio dalla trasformazione della piattaforma televisiva broadcasting on-demand verso la TV 4.0 con dimensioni, risoluzioni e user experience di altissimo livello, in interazione con il servizio di TV enhanced ». Il contributo dell’Associazione è riportato nella relazione nella parte relativa alla radiotelevisione e per alcuni aspetti relativi agli OTT. Nel suo intervento a suo tempo il presidente Siddi aveva ricordato che “la riduzione di spettro in favore del 5G non deve penalizzare le imprese audiovisive che operano in Italia tenendo in primaria considerazione che tale settore rappresenta la produzione culturale nazionale ed europea, fatta di contenuti originali identitari e non omologati su modelli che non sono propri della nostra cultura” e aveva aggiunto: “le imprese televisive sono chiamate ad un importante sacrificio dismettendo frequenze in favore del 5G e a investire in innovazione per garantire la fruizione della televisione prevalentemente gratuita sul digitale terrestre”.
Fra le criticità segnalate da CRTV e riportate nella relazione, i dati sulle dotazioni delle famiglie (ricevitori TV obsoleti elaborati a suo tempo) e il contesto competitivo globale, che rischia di consegnare i benefici di questa transizione soprattutto a grandi multinazionali del web già dominanti nel settore dei servizi di comunicazione (risorse, big data) senza generare valore diretto (es. occupazione, fiscalità) sul territorio. “Il processo di trasformazione deve essere graduale per garantire l’evoluzione verso la televisione del futuro di tutta la popolazione. Si richiede un impegno maggiore da parte del Governo e delle Istituzioni per evitare che il costo di questo passaggio tecnologico finisca per ricadere prevalentemente sulle famiglie e sulle imprese televisive che operano in Italia con strumenti di sostegno al ricambio tecnologico ulteriori rispetto come ad esempio incentivi alle famiglie per la rottamazione degli apparecchi obsoleti” aveva dichiarato Siddi. Come noto, oltre a suggerire l’allargamento della platea dei beneficiari del bonus TV (3 milioni di famiglie, pari a circa il 60% degli aventi diritto), da sostenersi con una campagna di comunicazione, CRTV ha indicato che gli sgravi fiscali potrebbero incentivare lo smaltimento virtuoso in un’ottica Green New Deal. Si ribadiscono con forza tali priorità e criticità, accresciute di recente dai ritardi e gli impatti indotti dall’emergenza da Covid-19.