Si è svolto ieri a Roma il convegno “Dove va il cinema italiano?”, giornata di riflessione organizzata da ANICA nel momento in cui la Legge Cinema (220/2016) entra nella fase conclusiva della decretazione attuativa. Sul tema è intervenuto il Ministro Dario Franceschini indicando che entro giugno saranno emanati 14 decreti attuativi, su ulteriori 6 si stanno ascoltando i pareri delle associazioni di settore per redigere la bozza di testo definitivo, ma il complesso della decretazione (23 in tutto) dovrebbe essere approvato o operativo entro l’estate.
Francesco Rutelli, Presidente Anica, ha introdotto la giornata, sottolineando l’importanza della sintesi effettuata dalla Legge Franceschini sui contenuti audiovisivi, e l’urgenza di approvare in tempi rapidi i decreti attuativi per liberare le risorse per il settore. La giornata si è aperta con una presentazione di Marco Chimenz, Cattleya, sulle sfide che si aprono per i produttori e distributori di contenuti AV nell’era della moltiplicazione digitale – capacità di trasporto delle reti digitali, moltiplicazione dei device, accessibilità per i generi di nicchia. A seguire l’intervento di Elena Cappuccio, Confindustria Radio Televisioni, ha impostato il dibattito successivo con dati del mercato AV italiano – dati di crescita fra luci ed ombre del settore televisivo e cinematografico, centralità della televisione per la filiera, necessità di strutturare l’industria italiana per competere su un mercato globale e multisettoriale: dimensioni di impresa e qualità del prodotto (tutto, cinema e tv), a partire dalle eccellenze nazionali. Nel pomeriggio l’intervento istituzionale del Presidente CRTV Franco Siddi ha ricordato come nell’ultimo decennio la Tv abbia alimentato e sostenuto il sistema dell’audiovisivo con circa 10 miliardi di euro (elaborazione CRTV).
Nonostante la sala resti il mezzo principale per la veicolazione dei film la tv è stata comunque un mezzo di diffusione per il cinema, i film più visti in tv sono stati quelli prodotti dal broadcaster che li ha trasmessi. “Dobbiamo guardare la realtà che ci chiede di fare ancora più sistema” ha detto Siddi “La TV fa i conti con un mercato profondamente cambiato dove dominano gli OTT, che operano con un vantaggio competitivo enorme dato dalla mancanza di regole e la possibilità di evadere le tasse. “La legge introduce elementi positivi per i produttori e noi come televisione stiamo seguendo con attenzione agli sviluppi dei decreti attuativi” ha aggiunto “ci interessa lavorare con spirito di collaborazione, sull’articolo 44, relativo agli obblighi di programmazione e investimento e sui diritti: sono tutti temi su cui dobbiamo sforzarci di trovare soluzioni condivise se vogliamo portare a casa risultati di sistema”.
Riguardo a questi temi e all’accenno del Ministro Franceschini di far intervenire la Rai in Cinecittà, Siddi ha concluso: “Le sfide della tv e dell’audiovisivo ci appartengono, ma servono risorse adeguate per intervenire, risorse che deve generare il sistema Paese. Fra le sfide da affrontare uniti ha ricordato infine “la battaglia contro la pirateria audiovisiva, che rappresenta un concorrente inafferrabile che rapina i nostri prodotti e la qualità, l’ingegno e la creatività”.