Intesa UE su nuove regole che obbligano le piattaforme online a maggiore trasparenza, sia nei confronti delle aziende che le utilizzano per vendere prodotti o servizi, sia nei confronti dei consumatori che le consultano. L’accordo per il regolamento “Platform to Business (P2B)”, è stato raggiunto tra Consiglio, Parlamento e Commissione UE (il cosiddetto Trilogo), ma dovrà ora ricevere l’ok finale dei 28 e della plenaria di Strasburgo. “Il primo atto legislativo dell’UE dedicato specificamente alle relazioni piattaforma-impresa è stato concordato giovedì scorso 14 febbraio” recita trionfalmente il Comunicato del parlamento UE. In realtà i legislatori europei hanno raggiunto l’accordo su una serie di misure volte ad arginare le pratiche sleali nel mercato digitale messe in atto dalle grandi piattaforme online. Sono infatti queste ultime, inclusi i motori di ricerca (ad esempio Amazon, Ricerca Google) ma anche i servizi di intermediazione online, come i mercati di e-commerce (ad es. Amazon, eBay) gli app store (ad esempio, Apple App Store, Microsoft Store), e i social media (ad esempio Facebook, Instagram) o gli strumenti di confronto dei prezzi (ad esempio Skyscanner, TripAdvisor), esplicitamente citati nel comunicato, che dovranno mettere in atto le misure di equità e trasparenza.
Le pratiche commerciali potenzialmente dannose – come cambiamenti improvvisi e inspiegabili nei termini e nelle condizioni, chiusura dei conti, delisting inspiegabile dei prodotti e criteri di classificazione incomprensibili, nonché una mancanza di meccanismi di ricorso efficaci – sono tra i maggiori problemi nei rapporti P2B, un mercato, quello della intermediazione online, che già oggi si stima riguardi circa il 60% dei consumi privati e il 30% del consumo pubblico di beni e servizi relativi all’economia digitale totale.
Le nuove regole richiedono alle piattaforme online, tra l’altro, di: spiegare i motivi della rimozione di beni o servizi dai risultati di ricerca o delisting; fornire una descrizione dei parametri che determinano la classifica; porre fine a diverse pratiche commerciali sleali elencate nel regolamento (“lista nera”); istituire un sistema interno di gestione dei reclami (le piccole piattaforme sono esentate) e facilitare la risoluzione extragiudiziale delle controversie; garantire l’effettiva applicazione del regolamento; dare il diritto agli utenti aziendali di rescindere i loro contratti se le piattaforme impongono nuovi termini e condizioni inaccettabili. Forse alcune di queste norme, come ad es. quelle relative alla “descrizione dei parametri per le classifiche” potrebbero utilmente essere impiegate in tema di utilizzo delle news.
L’accordo, provvisorio, deve ancora essere confermato dagli ambasciatori degli Stati membri (Coreper) e dal comitato per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento. Il regolamento sarà quindi sottoposto a votazione da parte del Parlamento e sottoposto all’approvazione del Consiglio dei ministri dell’UE.