Sono 223 gli utenti denunciati all’Autorità per aver acquistato su Internet abbonamenti illegali che permettono di vedere i principali contenuti delle offerte televisive pay, DAZN, Sky e Mediaset Premium, sia offerte lineare che eventi e contenuti premium in PPV. E’ la prima volta in Italia che azioni di contrasto della pirateria online colpiscono gli utenti. Il reato contestato è ricettazione (procedibilità d’ufficio, carcere fino a 8 anni con multa), in caso di condanna sulla base della legge sul diritto d’autore (art. 171 octies della legge sul diritto di autore) è prevista la confisca degli strumenti utilizzati – televisore, computer e smartphone – e sanzioni che dalla multa (da 2.500 fino a 25.000 euro) possono giungere alla reclusione (da 6 mesi a 3 anni), oltre alle spese legali. Le denunce sono il frutto dell’attività investigativa della Guardia di finanza (attività ancora in corso) Nucleo Speciale Beni e Servizi, che si è avvalsa dell’ausilio, anche di natura tecnica, della FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali). Agli interni delle Forze dell’ordine nazionali esistono ormai strutture investigative specializzate a seguire le sofisticazione della pirateria online, come testimonia il convegno organizzato da Fapav, peraltro relativo all’emersione delle IPTV illegali, presso la scuola di perfezionamento della polizia di Roma. Fra le grandi operazioni, ormai coordinate a livello internazionale si ricorda quella recente relativa alla piattaforma pirata XStream Code, blitz coordinato dall’Italia.
L’IPTV (Internet Protocol Television), è ultima frontiera della pirateria online mediante la quale i “pirati” acquisiscono i palinsesti televisivi delle maggiori piattaforme a pagamento, li ricodificano e poi li distribuiscono attraverso la rete internet, sotto forma di un flusso di dati ricevibile, dagli utenti fruitori, con la sottoscrizione di un abbonamento: strumenti di fruizione illegale dei contenuti sono PC, smart-tv, tablet, smartphone o decoder connesso alla rete, quest’ultimo device è acquistabile in rete con software precaricati o scaricabili per la fruizione illegale. Caratteristica di questa nuova forma di pirateria è l’organizzazione, internazionale, piramidale, multilevel, messa a punto per commercializzare l’offerta illegale. Semplificando, si distinguono 4 livelli: “sorgente” (del segnale da descrittare e codificare nuovamente e distribuire online; distribuzione, con server in diversi Paesi per ragioni di prossimità e ripartizione del rischio di intercettazione da parte delle indagini nazionali; “pannello”, ossia l’interfaccia software di gestione degli abbonamenti distribuito su due livelli: “base” per rivendita di abbonamenti a clienti finali o reseller minori; oppure “multi level”, predisposta per la distribuzione a più utenze, non solo private, per la riscossione di provvigioni. Anche l’accesso ai contenuti è multilevel (diversi pacchetti). Altro elemento importante della rete è il device presso l’utente finale, il cosiddetto “pezzotto”, o decoder aperto su cui installare il software per la decrittazione acquistabile online di maggiori siti di e-commerce. Un’organizzazione complessa che si configura a tutti gli effetti come criminale.
Il Presidente di CRTV Franco Siddi, ha stigmatizzato le nuove sofisticazioni della IPTV illegale definendola “pirateria industriale” e ha ricordato che il danno per le imprese editoriali che investono in contenuti, è che non possono ricavare da questi la dovuta riferibilità e salienza del brand con il proprio pubblico e gli investitori pubblicitari. Gli investitori pubblicitari inoltre sono anch’essi esposti ai rischi collegati a una gestione di business fraudolenta.
Utente: connivente o ignaro, di certo esposto. L’utente di contenuti illegali è sempre consapevole di usufruire di contenuti illegali, anche quando le nuove forme di pirateria online replicano fedelmente gli abbonamenti legali. Meno consapevole, forse, è che il fatto costituisca un illecito perseguibile o piuttosto che, come è successo fino ad oggi venga effettivamente perseguito. Il tema di quanto e come intervenire sull’utente è sempre stato all’interno del dibattito sulla tutela del copyright online, contrapponendo ad esso la libertà libertà di accesso all’informazione e in generale dell’opportunità e l’efficacia degli interventi. E’ un dibattito aperto fin dai tempi delle prime misure sanzionatorie introdotte in Francia. Con la c.d. legge Hadopi, dalla Haute Autorité pour la diffusion des oeuvres et la protection des droits sur l’Internet, l’organizzazione che mette in atto un meccanismo di “risposta graduale”: interventi che si sostanziano in una risposta graduale, ossia in una serie di richiami all’utente fino all’avvio di un procedimento penale e un’eventuale sanzioni. Fra le misure inizialmente era prevista anche la sospensione dell’irrogazione del servizio di connessione, poi ritenuta incostituzionale. In generale l’utilizzo di misure sanzionatorie e non solo di moral suasion nei confronti dell’utente rimangono controverse. Per come strutturata (limitata allo scambio peer to peer), la legge Hadopi appare poco efficace e inadatta a contenere le sofisticazioni più recenti della pirateria online (IPTV ma anche cyberlockers e servizi di archiviazione e scambio su cloud). Quello che è certo è che in tali forme innovative e in continua evoluzione di pirateria online l’utente è esposto a diversi rischi, che vanno dalla possibile estrazione ed uso di dati sensibili quali quelli personali e bancari, oltre a rischi di sicurezza informatica: click inconsapevoli, malware, spy-bot o, peggio, uso del pc come “zombie” in operazioni di hackeraggio, utilizzi – di banda “fantasma”, con costi extra soprattutto lato utenti, per citarne alcuni.
Un’ultima parola sulle misure di intervento, deve riguardare il nostro regolamento di tutela del diritto d’autore online, che nel suo affiancamento di strumenti amministrativi alla tutela giudiziale costituisce un modello di best practice a livello internazionale. Il regolamento, pienamente appoggiato da CRTV, potrebbe prevedere delle modifiche migliorative ulteriori per aumentare l’efficacia. Altro ruolo importante è quello della giurisprudenza, che a livello nazionale, estero e UE sta conformando anch’essa dei precedenti e degli indirizzi giurisprudenziali di assoluto interesse.