Aggiornamento della normativa sui Servizi Media Audiovisivi e sull’e-commerce e proposta di un nuovo approccio per le piattaforme online: con una proposta di revisione della Direttiva AVMS, una comunicazione sulle piattaforme online e un articolato pacchetto di interventi sulla normativa dell’e-commerce (proposta di regolamento per il geoblocking, proposta di regolamento sui servizi di consegna transfrontaliera, proposta di revisione del regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori) la Commissione UE ha presentato mercoledì 25 maggio al Parlamento dell’Unione un primo pacchetto di iniziative che rientrano nel perimetro strategico del Mercato Unico Digitale (DSM).
“La Commissione intende riequilibrare le norme attualmente applicabili alle emittenti tradizionali, ai fornitori di video a richiesta estendendole alle piattaforme per la condivisione di video, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei minori” recita il comunicato stampa. Tali obiettivi riecheggiano nelle parole di Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per il Mercato unico digitale, che specifica: L’ in t e n t o è c h e l e piattaforme online, il settore creativo e l’audiovisivo di v e n t in o f o r z e t r ain a n t i d e ll’e c o n o mia dig i t al e [ … ] Q u e s t o sig ni fi c a n o n m o di fi c a r e l e n o r m e e ffi c a c i, come quelle relative alla responsabilità dei fornitori di servizi online. Significa anche deregolamentare, se necessario, settori tradizionali come la radiodiffusione o estendere determinati obblighi alle piattaforme e ad altri operatori digitali per migliorare la protezione degli utenti e garantire parità di condizioni.»
E nelle parole di Günther H. Oettinger, Commissario per l’Economia e la società digitali, che ha dichiarato: “ Con le nuove norme intendiamo difendere il pluralismo dei media e l’indipendenza dei regolatori del settore audiovisivo e bandire l’incitamento all’odio dalle piattaforme per la c o n di v isio n e di v id e o . V o g lia m o a n c h e a s sic u r a r e parità di condizioni, un comportamento responsabile, la fiducia nell’ambiente delle piattaforme online. ”
Media Audiovisivi, piattaforme online, E-commerce Prime proposte della Commissione per il Mercato Unico Digitale-DSM.
AUDIOVISIVO. La proposta di revisione della Direttiva dei Servizi Media Audiovisivi (2010/13/UE, cosiddetta SMAV) prevede:
• Obblighi più stringenti per i servizi AV su richiesta (VOD): sono previsti almeno il 20% di opere europee nel catalogo dei contenuti offerti e adeguata visibilità (“prominence”) alle stesse. Gli Stati membri possono inoltre chiedere ai servizi su richiesta disponibili sul territorio nazionale dicontribuire finanziariamente alle opere europee. Obiettivo è il rafforzamento della promozione della diversità culturale europea, come previsto per le quote imposte alle televisioni europee. Come indicato dai dati forniti dalla Commissione, queste ultime investono circa il 20% delle loro entrate in contenuti originali UE a fronte di meno dell’1% dei fornitori di servizi a richiesta. La norma mira ad introdurre “la quota negli Stati Membri dove non è prevista (circa la metà fra cui ad es. Cipro, Ungheria, Lituania, Malta, Slovacchia) e ad integrare obblighi esistenti o alternativi già presenti in alcuni di essi (es. Francia, Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Romania, Slovenia, Spagna)”. Come noto in Italia le soglie (alternative) attualmente previste sono il 20% per la presenza di opere europee all’interno dei cataloghi e il 5% dei ricavi derivanti dai servizi di media audiovisivi per gli investimenti (riducibili in via co-regolamentare fino ad 1/5 in proporzione alla consistenza della “prominence” accordata adottando tecniche, strategie e strumenti che assicurino il debito rilievo). Secondo la Commissione la misura è volta ad uniformare le quote di prodotto europeo presente nei cataloghi dei servizi VOD che variano da un minimo del 10% a un massimo del 60% nei diversi Stati Membri. La quota non dovrebbe costituire un onere ulteriore per i servizi esistenti, offerti sia dagli operatori tradizionali che da nuovi. E’ prevista l’esenzione per aziende con bassi fatturati, numero di utenti e PMI.
• Maggiore flessibilità alle emittenti televisive per la pubblicità: è mantenuto il limite complessivo del 20% del tempo di trasmissione tra le 7 e le 23, ma è abolito il tetto orario di 12 minuti all’ora. Emittenti e fornitori di servizi a richiesta godranno inoltre di maggiore flessibilità per l’inserimento di prodotti
e la sponsorizzazione, continuando a mantenere i telespettatori informati.
• La responsabilità per le piattaforme per la condivisione di video online, ma solo in tema di tutela dei minori e incitamento all’odio: le piattaforme che organizzano e classificano grandi quantità di video dovranno tutelare i minori da contenuti nocivi (come la violenza e la pornografia) e proteggere tutti i cittadini dall’incitamento all’odio con strumenti che consentano agli utenti di segnalare contenuti illeciti, sistemi di verifica dell’età e sistemi di controllo genitoriale. La Commissione richiede che tali operatori collaborino nell’ambito dell’Alliance to better protect minors online (Alleanza per una migliore tutela dei minori online), al fine di elaborare un codice di condotta per il settore. I regolatori nazionali avranno il potere di far rispettare le norme, che, a seconda di quanto previsto dalla legislazione nazionale, potranno anche comportare delle sanzioni.
• Un ruolo più incisivo per i regolatori audiovisivi: la direttiva prevede dei regolatori applicati al settore effettivamente indipendenti da governi a industria. Si indica il gruppo dei Regolatori Europei per i Servizi Media AV ERGA, costituito da tutti i 28 regolatori nazionali del settore, cui viene affidato il compito di affiancare la Commissione UE nella valutazione dell’implementazione della Direttiva nei diversi Stati Membri dei codici di co-regolamentazione. Per la proposta di revisione della direttiva, che deve essere approvata da Parlamento e Consiglio, la Commissione auspica un recepimento abbreviato a un anno.
PIATTAFORME ONLINE. Principi generali ma approccio mirato: questo è quanto risulta dalla Comunicazione della Commissione riguardo alle piattaforme online a valle della “valutazione globale” e della consultazione pubblica effettuata sul tema, alla quale, si ricorda, ha partecipato anche CRTV. Fra le maggiori criticità emerse dalla consultazione la Commissione cita la mancanza di un level-playing field e di trasparenza, alcune pratiche B2B non corrette, la tutela dei contenuti illegali online. La Commissione peraltro specifica che prevedrà solo “specifiche misure regolatorie di auto e co-regolazione su: (i) problemi chiaramente identificati relativi a determinati tipi o attività delle piattaforme online (ii) sulla base di una approfondita valutazione della adeguatezza e sufficienza dell’esistente quadro regolatorio”. “Le piattaforme online svolgono un ruolo fondamentale per l’innovazione e la crescita nel mercato unico digitale” […] “L’intervento dell’UE è necessario per creare un ambiente idoneo ad attirare e mantenere innovatori nel campo delle piattaforme online e contribuire alla loro crescita”, recita il comunicato. Secondo la Commissione, che preannuncia un affiancamento dell’industria e delle parti, gli interventi di co e auto-regolazione garantiscono un approccio alla materia flessibile, aggiornato e mirato allo sviluppo. Per i principi generali la Comunicazione indica:
• Norme comparabili per servizi digitali comparabili: La Commissione applicherà tali principi alla revisione in corso della normativa sulle telecomunicazioni della UE e della direttiva sulla e-privacy ad esempio per stabilire se le norme in materia di riservatezza debbano applicarsi, oltre che alle società di telecomunicazioni “classiche”, ai fornitori di servizi di comunicazione online. In linea di massima la Commissione vorrebbe ridurre l’ambito di applicazione e la portata della normativa vigente.
• Obbligo per le piattaforme online di comportarsi in modo responsabile: l’attuale regime di responsabilità degli intermediari previsto dalla direttiva sul commercio elettronico (si veda oltre) dovrebbe essere mantenuto. A fronte di questo principio generale problemi specifici saranno affrontati con strumenti mirati, come norme nel settore audiovisivo o norme sul diritto d’autore, o con un maggiore impegno a titolo volontario dell’industria. La Commissione ha indicato che sta lavorando con le principali piattaforme online per elaborare un codice di condotta volto a contrastare l’incitamento all’odio online di cui verranno presentati i risultati nelle prossime settimane.
• Fiducia basata su una tutela condivisa e uniforme dei diritti dei consumatori: questo l’obbligo generale, che si concretizzerà nell’accertarsi che le piattaforme rispettino gli obblighi concernenti i diritti dei consumatori (ad esempio tramite una chiara indicazione dei risultati delle ricerche sponsorizzate – come più volte richiesto da CRTV in diverse sedi istituzionali – contrastare pratiche come le recensioni online false o fuorvianti, riconoscere diversi tipi di sistemi di identificazione elettronica sicura).
• Mercati aperti per un’economia basata sui dati: l’iniziativa per il libero flusso dei dati, prevista per la fine del 2016, faciliterà il passaggio e la portabilità dei dati fra diverse piattaforme online e servizi di cloud computing. • Contesto imprenditoriale equo e favorevole all’innovazione: la Commissione svolgerà un’indagine su aspetti specifici quali ad es. clausole vessatorie, accesso a banche dati e al mercato mancanza di trasparenza, questioni emerse nella consultazione pubblica da imprese e fornitori che interagiscono con le piattaforme. Su tale base la Commissione deciderà, entro la primavera del 2017, se è necessario un ulteriore intervento dell’UE in questo settore.
E-COMMERCE. Il pacchetto, articolato in tre proposte, “mira a promuovere il commercio elettronico contrastando la pratica del blocco geografico, rendere la consegna transfrontaliera dei pacchi meno costosa e più efficiente e promuovere la fiducia dei consumatori grazie a una migliore protezione e applicazione delle norme”. Il pacchetto è composto da:
• una proposta di regolamento per contrastare il blocco geografico ingiustificato e altre forme di discriminazione in base alla nazionalità o al luogo di residenza o di stabilimento;
• una proposta di regolamento sui servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi per aumentare la trasparenza dei prezzi e migliorare la sorveglianza normativa;
• una proposta di revisione del regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori
• orientamenti per l’applicazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali.
Per l’ambito di interesse dell’Associazione si segnala:
• l’esclusione dei servizi AV dall’ambito del Regolamento sul Geoblocking. La Commissione fa espresso riferimento alla novellata proposta di Direttiva AVMS, che rafforza la promozione del prodotto europeo; al processo di modernizzazione del quadro normativo del copyright, che ricomprende, fra l’altro la proposta del Dicembre 2015 che prevede la portabilità all’interno della UE di contenuti AV– film, programmi sportivi, musica, e-book videogiochi –acquistati o sottoscritti nel Paese di residenza (si veda al riguardo l’approccio generale appena approvato dal Consiglio UE). Processo che si concluderà con l’aggiornamento delle norme sul diritto d’autore attese per il settembre 2016. E la proposta di semplificazione dell’IVA prevista per l’autunno.
• responsabilità degli intermediari online: la normativa non propone alcun cambiamento nel regime previsto dalla precedente direttiva, che prevede, come noto, che gli intermediari online non possano essere ritenuti responsabili dei contenuti ospitati. Tuttavia la Commissione sottolinea la necessità di regoleguida e misure di auto-regolamentazione, qualora gli intermediari identifichino contenuti illegali che richiedono misure attive per rimuoverli, sia che si tratti di contenuti illegali (es. terrorismo, abuso di minori) sia che si tratti di contenuti che violano il diritto di autore, ciò attraverso procedure formali di “notice & take down” (secondo il principio di inibitoria amministrativa, che in Italia sta alla base del vigente Regolamento AGCom a tutela del diritto d’autore online). In tal senso, come richiesto dagli stakeholder consultati, verranno predisposti eventuali chiarimenti su dette procedure anche attraverso un’attività di approfondimento annunciata dalla Commissione per il prossimo anno. Non è previsto in capo agli intermediari alcun obbligo di monitoraggio dei contenuti ospitati sulla propria piattaforma.