Le iniziative della presidenza di turno svedese sulla legge. Sono state finalmente designate le Commissioni dell’Europarlamento competenti sulla Legge sulla Libertà dei media – European Media Freedom Act (EMFA). L’iter legislativo dell’EMFA sarà coordinato dalla commissione per la cultura (CULT), mentre le commissioni per le libertà civili (LIBE) e per il mercato interno (IMCO) saranno “associate”, nel senso che avranno competenze condivise sull’intera proposta. La commissione LIBE inoltre si occuperà in via esclusiva dell’articolo 4, paragrafo 2 e dell’articolo 20, paragrafo 3, ossia delle norme per impedire la sorveglianza dei giornalisti tramite spyware e sui ricorsi contro i governi che approvano misure amministrative potenzialmente sproporzionate nei confronti delle testate giornalistiche. La commissione IMCO dovrebbe occuparsi della questione della base giuridica.
Nel frattempo, in sede di Consiglio, la presidenza di turno svedese ha proposto un testo di compromesso, incentrato, fra l’altro, sull’art.17 (contenuto dei media sulle piattaforme online molto grandi – VLOP dall’acronimo inglese). Secondo la proposta, i fornitori di servizi di media sarebbero tenuti a fornire i dettagli di contatto di qualsiasi autorità che sovrintende ai loro requisiti editoriali. Laddove vi sia un ragionevole dubbio di essere sottoposte a supervisione regolamentare, anche le piattaforme sarebbero obbligate a confermarlo con l’autorità competente. Se i VLOP ritengono che il contenuto media veicolato non rappresenti un rischio sistemico per la società, ma non sia compatibile con i loro “termini e condizioni”, potrebbero limitarne o sospenderne la diffusione, argomentando ai media le ragioni alla base della loro decisione. Sulle piattaforme incorrerebbe l’obbligo di informare immediatamente i media della loro intenzione di limitare o sospendere il contenuto, consentendo di opporsi entro un “periodo di tempo adeguato” – nel testo precedente la capacità dei media di opporsi era limitata alle decisioni di sospensione. D’altro canto, le restrizioni sono molto più ampie in quanto riguardano il sistema di raccomandazione dei social media, che potrebbe degradare determinati contenuti per qualsiasi motivo. Anche se i media non rispondono, le piattaforme dovrebbero informarli ogniqualvolta un loro contenuto è sospeso o limitato. Ogni anno, le grandi piattaforme online sarebbero tenute anche a pubblicare informazioni dettagliate sul numero di casi in cui hanno effettuato restrizioni e sospensioni di contenuti multimediali e su quali basi. La proposta indica che la Presidenza svedese è sensibile alle istanze dei media, ma c’è ancor molto da lavorare per tutelare media e utenti dalla diffusione della disinformazione online.