L’Associazione ha ribadito i temi di principale interesse riservandosi di esaminare la posizione del Consiglio UE, appena approvata (comunicato), che costituirà la base negoziale per le discussioni nel Trilogo a partire dal prossimo autunno. Si è svolta oggi l’audizione di CRTV presso la Camera dei Deputati, Commissione VII (Cultura) e IX Trasporti, Poste e telecomunicazioni) sulla Proposta di Regolamento COM (2022) 457 che istituisce un quadro comune per i servizi di media nell’ambito del mercato interno, anche noto come European Media Freedom Act (EMFA). Franco Siddi, Presidente di Confindustria Radio Televisioni, ha rappresentato l’Associazione accompagnato in aula dal Direttore Generale, Rosario Donato.
CRTV era stata già audita in Parlamento sul provvedimento, il cui iter legislativo a livello europeo attualmente è in una fase di preparazione all’apertura del cosiddetto Trilogo, fase di negoziazione fra le tre istituzioni europee (Consiglio, Commissione, Europarlamento). Sulle modifiche alla proposta di regolamento l’Associazione ha formulato in questa sede solo alcune considerazioni preliminari sul testo per il mandato negoziale concordato dal Coreper nella seduta del 21 giugno 2023 (n. 10570/23) appena licenziato, riservandosi ulteriori osservazioni all’esito di un esame più approfondito. Tali considerazioni hanno toccati temi relativi alle definizioni apprezzando, in particolare l’inclusione dell’audio nella tutela prevista per le interfacce utente nell’art. 19, e l’’estensione delle misure dell’audience alle piattaforme.
Ciò oltre a ribadire il proprio apprezzamento e sostanziale condivisione dei pareri espressi sul provvedimento – il 29 novembre e il 12 dicembre scorso, – il 29 novembre e il 12 dicembre scorso, rispettivamente dalla Commissione (IV Senato) e l’omologa della Camera (XIV) – e che la proposta costituisce un passo importante nella strada per creare un mercato dei media europeo concorrenziale e rispettoso dei valori di democrazia, correttezza dell’informazione e pluralismo, elementi fondamentali delle imprese editoriali soprattutto perché si pone nel solco del DMA e del DSA, volti a ricondurre l’attività delle grandi piattaforme online in un quadro di correttezza e di aderenza ai principi del TFUE.