Maggiore accesso ai contenuti a fronte di un rafforzamento della tutela del copyright e dei dati personali; eventuale estensione delle regole ai nuovi operatori online, a seguito di una indagine sul loro ruolo nel mercato. Il varo del Mercato Unico Digitale (Digital Single Market – DSM) , il progetto della Commissione Europea a cavallo di ambiti diversi, ma contigui, quali l’audiovisivo, le telecom, l’e-commerce e la protezione dei consumatori si preannuncia ambizioso per tematiche affrontate e tabella di marcia degli interventi previsti.
L’importanza addotta al progetto per il rilancio dell’economia europea è confermata anche dal numero di Commissari coinvolti nella presentazione del progetto: il Presidente della Commissione Jean Claude Juncker, il commissario per l’Economia e la società digitale Guenther Oettinger, il Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale Andrus Ansip, e il Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager. E dalle reazioni formalmente positive, ma di fatto preoccupate delle multinazionali USA, come risulta da un articolo di commento sul Financial Times, che sottolinea la coincidenza della nuova indagine sulle piattaforme online annunciata dalla Commissione e la causa antitrust nei confronti di Google che sta giungendo a maturazione in questi giorni. Per il settore radiotelevisivo, di seguito alcuni punti di attenzione.
Il 6 maggio, la Commissione Europea ha presentato la strategia per il Mercato Unico Europeo (Digital Single Market – DSM) declinata in una comunicazione “A Digital Single Market Strategy for Europe” accompagnata da uno “staff working document” contenente le azioni prioritarie sulle quali la Commissione europea si concentrerà nel corso del suo mandato. Tutte le informazione (corredate di “roadmap” – v. grafico – e fact sheet individuali per i 28 Paesi UE, di cui anticipiamo un estratto relativo all’Italia) sono accessibili sul sito dedicato http://ec.europa.eu/priorities/digital-single-market/index_en.htm.
La strategia per il Mercato Unico Digitale si basa su 3 pilastri e 16 azioni chiave da realizzare in tempi stretti, nel corso dei prossimi 2 anni. Di seguito abbiamo selezionato quelli rilevanti per il settore radiotelevisivo, tutti temi che verranno attentamente seguiti da CRTV, in tutti i loro riflessi, per le evidenti implicazioni sul settore domestico e il rilievo rispetto alle priorità associative.
- Il primo pilastro “favorire un migliore accesso di consumatori e imprese ai beni e ai servizi online in Europa” ha l’obiettivo di rimuovere le maggiori differenze tra il mondo online e offline favorendo il libero movimento di prodotti e servizi. Fra le strategie di attuazione si richiamano:
- Proposte legislative per semplificare e rendere efficaci le normative contrattuali transfrontaliere per consumatori e imprese (2015);
- Revisione del Regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori (2016);
- Proposte legislative volte ad affrontare il geo-blocking e le relative pratiche “non giustificate” che frammentano il mercato interno con conseguenze negative sui consumatori (2016). Un esame di tali pratiche entro la fine del 2015 precederà l’estensione delle proposte. Tra le azioni annunciate dalla Commissione figurano una revisione della Direttiva sulle pratiche commerciali sleali, una revisione dell’applicazione dell’art. 20 della Direttiva sui servizi e di alcuni aspetti della Direttiva 2000/31/EC riguardante l’e-commerce;
- Un’indagine sulle pratiche concorrenziali nel settore dell’ e-commerce, relativa alla vendita di beni o la fornitura di servizi online (2015);
- Proposte legislative per riformare la normativa sul copyright (entro la fine del 2015), con l’obiettivo di: ridurre le differenze tra i regimi copyright nazionali e consentire un più ampio accesso online ai contenuti; permettere la portabilità dei contenuti acquistati legalmente; facilitare l’accesso transfrontaliero ai servizi legalmente acquistati salvaguardando il valore dei diritti d’autore del settore audiovisivo; assicurare la certezza normativa per l’utilizzo transfrontaliero di contenuti per scopi specifici (come la ricerca, l’educazione, l’analisi di dati e di testi) attraverso eccezioni armonizzate; chiarire le norme relative alle attività degli intermediari in materia di contenuti protetti dal diritto d’autore; modernizzare l’applicazione transfrontaliera dei diritti d’autore concentrandosi inizialmente sull’approccio “follow the money” e sulle infrazioni commesse su scala commerciale;
- Revisione della Direttiva 93/83/CE per il coordinamento di alcune norme in materia di diritto d’autore e diritti connessi applicabili alla radiodiffusione via satellite e alla ritrasmissione via cavo al fine di garantire un migliore accesso transfrontaliero ai servizi delle emittenti in Europa (2015-2016);
- “creare le giuste condizioni per lo sviluppo delle reti digitali e dei servizi”, il secondo pilastro, mira ad attrarre maggiori investimenti, stimolare la competitività e assicurare delle condizioni di parità (level-playing field) tra i vari attori della catena del valore. A tale riguardo, si sottolinea la necessità di definire un quadro normativo chiaro e trasparente per infrastrutture e piattaforme digitali. Le strategie includono:
- Riforma del sistema normativo delle telecomunicazioni (2016). La Commissione spingerà per una maggiore cooperazione nell’allocazione dello spettro, elemento “vitale” per lo sviluppo dei servizi a banda larga, per creare le condizioni di un effettivo level playing fieldtra operatori OTT, e per incentivare gli investimenti nelle reti a banda larga ad alta velocità;
- Revisione della Direttiva sui servizi di media audiovisivi al fine di stabilire delle condizioni eque per tutti gli attori coinvolti (2016);
- Analisi del ruolo e dell’impatto delle piattaforme digitali e delle questioni riguardanti la responsabilità dei contenuti online (2015). Verrà presentata una valutazione complessiva del ruolo di tali piattaforme sotto diversi profili: trasparenza delle pratiche da queste messe in atto, uso delle informazioni acquisite e dei contenuti protetti dal diritto d’autore; opportunità e ostacoli per le imprese che intendono muoversi da una piattaforma all’altra, modo migliore per combattere i contenuti illegali online;
- Revisione della Direttiva sulla e-privacy (2016);
- Creazione di un partenariato pubblico -privato nel settore della sicurezza informatica (2016);
- “massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale europea”, destinatario principale l’industria europea e la sua trasformazione digitale. Il terzo pilastro ha l’obiettivo di aumentare la competitività industriale europea con particolare attenzione al settore pubblico e allo sviluppo di competenze digitali. Fra le strategie attuative:
- Iniziative sul possesso e la libera circolazione dei dati (ad esempio tra i cloud providers), analizzando questioni relative a: proprietà, restrizioni all’accesso, archiviazione e trattamento, utilizzo nel contesto business-to-businesse machine-to-machine. La Commissione intende lanciare un’iniziativa per definire un Cloud europeo (2016);
- Adozione di un Piano integrato sugli Standard ICT e l’estensione del quadro europeo dell’ interoperabilità dei servizi pubblici (2015).
- Un piano d’azione per l’ e-government nel periodo 2016-2020. Tale piano vuole rendere obbligatorie le interconnessioni tra i registri delle imprese nel 2017, creare un “Single Digital Gateway”per le imprese e i cittadini, accelerare l’adozione delle procedure di e-procurement e e-signature negli Stati membri.
Nel rispetto del principio di Better regulation e su richiesta del Vicepresidente della Commissione europea con delega apposita Frans Timmermans, ogni azione sarà accompagnata da una preventiva valutazione di impatto. Si ricorda anche che i leader nazionali discuteranno tale strategia al vertice del Consiglio europeo del 25-26 giugno.