Il 5 aprile scorso il ministro Franceschini ha firmato il decreto che attua l’abolizione della censura cinematografica come sin qui conosciuta. Non sarà infatti più applicato alcun divieto assoluto di uscita in sala né di uscita condizionata a tagli o modifiche.
Al suo posto all’interno dello stesso decreto è stata istituita una Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche che opererà presso la Direzione generale cinema del Ministero della cultura, con il compito di verificare la corretta classificazione da parte degli operatori.
Il nuovo organo sarà composto da 49 membri, individuati tra specialisti di vari settori, tra cui sociologia, pedagogia, psicologia, cinema, educazione. Saranno anche coinvolti magistrati e avvocati, nonché rappresentanti delle associazioni di genitori e di ambientalisti.
A presiedere la Commissione sarà chiamato il presidente emerito del Consiglio di Stato, Cons. Alessandro Pajno.
Quanto ai sistemi di classificazione, saranno individuate le opere in base all’età cui sono interdette, con applicazione di quattro categorie: a) opere per tutti; b) opere non adatte ai minori di anni 6; c) opere vietate ai minori di anni 14; d) opere vietate ai minori di anni 18.
Come dichiarato dal Ministro in un comunicato, viene così “definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”.