Più film low budget. Il 4 settembre sono stati presentati a Venezia, nell’ambito del 75esima edizione del Festival “ Tutti i numeri del cinema italiano 2017”, relazione annuale a cura del Mibac/Direzione Cinema. Oltre ai dati relativi al settore cinematografico, il rapporto documenta i dati relativi al tax credit audiovisivo, che cresce per volume di opere prodotti, investimenti stanziati, varietà di prodotti e piattaforme.
IL TAX CREDIT ALL’AUDIOVISIVO. Al terzo anno di applicazione delle norme che hanno esteso il tax credit alla produzione audiovisiva non cinematografica (l. 112/2013), i dati sono incoraggianti: sono state 106 le opere ritenute ammissibili nel 2017, 30 in più rispetto all’anno precedente , 57 le società che hanno beneficiato di questa forma di sostegno pubblico (8 in più). Salgono a 10 (3 nel 2016) i progetti che vedono come destinazione primaria la piattaforma web, mentre la gran parte dei titoli (96) è rivolta a una primaria distribuzione televisiva. Una crescita in termini di titoli prodotti (+40%), di società beneficiarie (+16%), del numero e peso delle opere web (cresciute del 30%), che nel 2017, per numero di titoli prodotti raggiungono il 9% del totale. Si registra inoltre un raddoppio dei crediti richiesti (si ricorda che si tratta di risorse che le società di produzione sono tenute a reinvestire nei successivi due anni), e degli investimenti generati. Dall’analisi dei titoli per entità di tax credit richiesto si osserva un buon incremento delle fasce sotto i 50.000 euro, tra i 100.000 euro e i 500.000 euro e sopra i 2 milioni di euro.
OPERE
AMMISSIBILI |
SOCIETA’ BENEFICIARIE | CREDITO TOT RICHIESTO
(mln euro) |
VALORE INVESTIMENTI ELEGGIBILI (mln euro) | |
2016 | 76 (73 TV, 3 web) | 49 | 36 | 233 |
2017 | 106 (96 tv, 10 web) | 57 | 74 | 435 |
Elaborazioni CRTV su dati Mibac
Un circolo virtuoso che si riscontra anche a livello di differenziazione dei generi prodotti – aumentano documentari e animazioni, prodotti per cui è sempre complessa la composizione finanziaria della produzione. Si osserva una netta prevalenza di progetti di fiction (60) che assorbono il 96% delle risorse, rispetto a documentari (40) e animazione (6). Crescono le produzioni estere (da 13 a 15).
Oltre il 70% dei progetti ha riguardato film tv e mini-serie fino a 8 episodi. Circa il 90% delle opere ha un costo al minuto inferiore o pari a 30.000 euro, 13 opere hanno un costo che oscilla dai 30 a oltre 120.000 euro.
2016 | 2017 | |||
N. TITOLI | CREDITO RICHIESTO
(mln euro) |
N. TITOLI | CREDITO RICHIESTO
(mln euro) |
|
FICTION | 50 (47 TV, 3 web) | 34 | 60 (52 TV, 8 web) | 71 |
DOCUMENTARI | 22 (solo TV) | 0,75 | 40 (39 TV, 1 web) | 0,6 |
ANIMAZIONE | 4 (solo TV) | 0,82 | 6 (5 TV, 1 web) | 2,4 |
Elaborazioni CRTV su dati Mibac
Il rapporto documenta anche la tipologia di contratti – prevalgono coproduzioni (33) e preacquisti (41) che complessivamente assorbono quasi il 70% dei progetti considerati.
Un circolo virtuoso dove centrale l’apporto della televisione.
CINEMA, INFLAZIONE DELLA PRODUZIONE. In Italia nel 2017 sono stati prodotti 235 “film per la sala” (nulla osta per proiezione): 235 titoli significa una uscita ogni giorno e mezzo, (su una ipotetica stagione di 365 giorni): un numero che va a discapito di qualità, visibilità, sostenibilità dei singoli titoli. 166 (il 70%, 2 su 3) sono film “di iniziativa italiana”, ossia film prodotti al 100% con capitali italiani o in co-produzione paritaria/maggioritaria.
“L’aumento dei film non implica un rafforzamento del settore” commenta infatti la nota del Mibac che aggiunge che tale aumento “va di pari passo con un generale ‘impoverimento’ del settore produttivo: a fronte di un aumento dei titoli, il costo totale di produzione registra un calo drastico: dai 344 milioni di euro del 2016, si passa ai 263 milioni del 2017, con il costo medio dei film d’iniziativa italiana che scende da un già basso 1,8 milioni di euro a 1,5 milioni In realtà i film con budget uguale o superiore a tale cifra sono solo il 35%, e ben 86 titoli (il 52%) sono al di sotto degli 800 milioni di euro di budget: ossia film a basso budget, che nella maggior parte dei casi hanno un brevissimo passaggio in sala. Ciò nonostante il numero di film italiani prodotti è in aumento (+5%) rispetto al 2016, quando erano 223, n controtendenza rispetto a quanto accade in altri mercati europei comparabili. La televisione, come risulta dai dati 2017 rimane il maggior finanziatore unico nella produzione cinematografica italiana con 1 film su 2 prodotto con il contributo delle emittenti (fino al 2016 erano 1 su 3).
In calo inoltre l’apporto degli investitori esterni 36 milioni nel 2017 contro gli 85 milioni del 2016, “fenomeno chiaramente dovuto all’attesa delle nuove disposizioni normative sul tax credit per gli investitori privati” recita la nota del Ministero. In definitiva si attendono gli sviluppi della legge Franceschini che andrà a regime a partire dal prossimo anno anche per alcune norme relative al settore televisivo. E infatti il Mibac precisa, che “va tenuto presente, nell’analisi dei dati 2017, che tutte le opere esaminate sia cinematografiche che audiovisive, sono state realizzate quasi integralmente beneficiando del sistema di aiuti precedente alla legge n. 220/2016, applicata effettivamente solo dal 2018”. Si attendono anche i risultati delle valutazioni di “valutazione di impatto” affidata a fine luglio alla britannica Olsberg Spi Limited. Crtv auspica che le riflessioni intorno al provvedimento permettano di rivederlo in un’ottica più di sistema e meno punitiva per la televisione, centrale nella filiera cinematografica e audiovisiva.