Nel report dell’Osservatorio dell’Audiovisivo Europeo una disamina del quadro normativo UE sulla pubblicità online attuale e in itinere. “Il mercato europeo della pubblicità digitale è cresciuto del 30,5% nel 2021 a 92 miliardi di euro. Parte di questa rapida espansione può essere in parte attribuita all’aumento del tempo di visione digital in occasione delle restrizioni indotte dal COVID. Con questa crescita impressionante arrivano nuove sfide per la società e la necessità di una maggiore protezione e regolamentazione per evitare che la pubblicità sul World Wide Web diventi una sorta di selvaggio west online senza legge. Il rapporto dell’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo, “Nuovi attori e rischi nella pubblicità online” fornisce un esame dettagliato dell’attuale quadro giuridico la regolamentazione della pubblicità online, le nuove sfide che sorgono in questo campo e possibili soluzioni future per affrontare problemi emergenti”. Questa la presentazione dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo, accessibile a questo link.
Dopo una panoramica sulla storia e lo sviluppo della pubblicità online, comprensiva dei principali attori, piattaforme e formati, il rapporto guida attraverso l’attuale quadro giuridico europeo applicabile alla pubblicità online, inclusa la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, incentrata sul diritto alla libertà di espressione. Per quanto riguarda il diritto dell’Unione Europea, si analizzano aspetti contenuti nella direttiva sulle pratiche commerciali sleali, GDPR e direttiva ePrivacy (ancora in gestazione) per l’aspetto della protezione dei dati personali, nel pacchetto DSA (regole riguardanti gli intermediari online come servizi e piattaforme di hosting, da un lato, e gatekeeper tra utenti business e consumatori, dall’altro), nella SMAV – pubblicità dannosa o discriminatoria, ora estesa alle piattaforme di condivisione di video. Fra i case studies, il marketing degli influencer nei Paesi Bassi. Un capitolo è dedicato alla pubblicità mirata “mai prima d’ora il nostro comportamento online è stato così analizzato, classificato e soggetto ad algoritmi” recita il comunicato, e qui rientrano in campo GDPR, DSA, ma anche norme nazionali (nominati gli esempi di Francia e Spagna).
Il rapporto si chiude con un capitolo dedicato a pubblicità e democrazia. “Il referendum del Regno Unito sulla Brexit e le elezioni americane negli ultimi anni hanno puntato i riflettori sui possibili usi (e abusi) delle campagne pubblicitarie online a pagamento a fini di influenza politica”. Qui gli strumenti descritti sono, oltre alle misure sulla alfabetizzazione mediatica, la proposta di legge sulla pubblicità politica. Si tratta della proposta di regolamento COM(2021) 731 final, della Commissione Europea a fine novembre 2021, relativa alla trasparenza e al targeting della pubblicità politica. Il provvedimento, dopo un primo parere del Consiglio UE, è ora all’esame delle Commissioni del Parlamento Europeo per i primi interventi emendativi. L’Europarlamento mira ad una rapida approvazione in vista delle prossime elezioni europee nel 2024. Quest’ultimo progetto di legge, condivisibile negli obiettivi, poiché volto a introdurre trasparenza nella pubblicità politica online, è all’attenzione degli operatori media e pubblicitari europei per gli aspetti che mirano ad armonizzare le norme già esistenti nei diversi Stati e sui mezzi, che potrebbero aggiungere ulteriori e ingiustificati obblighi in capo ai media “tradizionali” già ampiamente regolati al riguardo.