Per la ripresa, tassazione digitale e imposta minima per le multinazionali. Il ruolo della politica fiscale nel sostenere la fase di emergenza da Covid-19, ma soprattutto dopo, per ripristinare le finanze pubbliche e indirizzare la ripresa è oggetto del rapporto Tax and Fiscal Policy in Response to the Coronavirus Crisis, pubblicato dall’OCSE. Il rapporto, oltre a navigare le diverse misure emergenziali, di cui molte di natura fiscale, messe in atto dai Paesi per contenere gli effetti economici dell’emergenza, offre una serie di spunti di riflessione per il periodo successivo all’emergenza, dopo la riapertura delle attività economiche. In particolare si attribuisce un ruolo centrale alla politica fiscale e soprattutto ad alcune riforme della tassazione, a lungo dibattute a livello internazionale: fra queste un’equa tassazione delle multinazionali, che preveda almeno un’aliquota minima, e l’introduzione di forme di tassazione dell’economia digitale, partendo da quanto in fase avanzata è stato elaborato in sede politiche BEPS (analisi dell’erosione della base imponibili nazionali). Saranno questi elementi cruciali che dovranno ispirare l’attività dei governi nel periodo che seguirà le riaperture. Elementi non più procrastinabili per diversi motivi cogenti: anzitutto per un tema di equità fiscale tanto più sentito in post emergenza – non è pensabile che imprese radicate sui territori che faticano a mantenere e recuperare livelli sostenibili del business siano sottoposte a imposte più alte di imprese multinazionali che riescono a mettere in atto strategie elusive a livello internazionale. Ma anche per il tema del ripristino delle finanze statali, diffuso e generalizzato, sono gli stati che hanno finanziato i costi dell’emergenza, con iniezioni di liquidità al sistema per sostenere sanità, cittadini e imprese. Infine perché è prevedibile, sulla base dell’esperienza di questi giorni, che alcune delle attività, fra cui in primis quelle digitali e digitalizzate, abbiano subito un contraccolpo molto minore dalla pandemia, se non addirittura siano cresciute con l’emergenza da pandemia (si pensi agli incrementi dei ricavi da e-commerce di Amazon diffusi in questi giorni, +24 miliardi di dollari solo nel periodo post lockdown, ndr), e non è pensabile che tali attività non contribuiscano anche fiscalmente alla fase di rilancio.
Il rapporto è stato presentato durante una riunione virtuale dei ministri delle finanze del G20 e dei governatori delle banche centrali, mentre i governi di tutto il mondo cercano di sostenere le famiglie e le imprese, proteggere l’occupazione e perseguire la ripresa economica dalla pandemia globale. Il rapporto, richiesto all’OCSE dalla presidenza saudita del G20, fa il punto sulle misure fiscali di emergenza introdotte dai Paesi di tutto il mondo; indica in che modo tassazione e politica fiscale possono attutire l’impatto delle politiche di contenimento e mitigazione messe in atto dai governi e sostenere la successiva ripresa economica; propone le principali riforme necessarie per prepararsi al ripristino delle finanze pubbliche. Il tutto nell’ottica che è propria dell’OCSE, internazionale, collaborativa e bilanciata, entro certi limiti solidale con i Paesi in via di Sviluppo.
“Finora le risposte alla politica fiscale sono state forti e giustamente focalizzate sulla fornitura di liquidità“, ha dichiarato il segretario generale dell’OCSE Angel Gurría. “Ciò ha contribuito a mantenere la fiducia attraverso uno shock senza precedenti. Questi sforzi dovranno continuare poiché il contenimento si allenta gradualmente, per garantire una forte ripresa. Nel frattempo dovremmo mappare la traiettoria su un sistema fiscale che può aiutare a ripristinare le finanze pubbliche condividendo equamente l’onere.” La relazione sottolinea che, poiché il contenimento si allenta gradualmente, potrebbe essere necessaria una politica fiscale espansiva per un periodo prolungato per stimolare un più ampio consumo delle famiglie e investimenti delle imprese in cui la ripresa è anemica. Lo stimolo potrebbe favorire la resilienza ai rischi per la salute e incoraggiare la decarbonizzazione, mentre il coordinamento delle politiche renderà lo stimolo più efficace. La politica fiscale può contribuire a coprire i costi della crisi, secondo il rapporto. La natura senza precedenti della crisi dovrebbe stimolare il dibattito su come riforme fiscali di ampia portata possano aiutare i governi a ripristinare meglio le finanze pubbliche.
Affrontare le sfide fiscali poste dalla digitalizzazione dell’economia e garantire che le imprese multinazionali paghino un livello minimo di imposta, diventeranno questioni più importanti dopo la crisi. L’aumento dell’uso dei servizi digitali e la necessità di incassare maggiori entrate potrebbero dare nuovo slancio agli sforzi per raggiungere un accordo internazionale, afferma il rapporto.