Il Parlamento UE si esprime sulla regolazione delle piattaforme digitali e sull’intelligenza artificiale. Norme a prova di futuro per l’ambiente online che possano costituire un modello applicabile a tutti anche al di fuori della UE, come è stato per il GDPR. Questi e altri principi generali sono stati asseriti ieri nella votazione del Parlamento europeo, a valle della presentazione delle relazioni dalle varie Commissioni competenti sulla Legge Unica Digitale (DSA nell’acronimo inglese) commissione per il mercato interno (Imco), giuridica (Juri), e diritti civili (Libe). La posizione raggiunta è contenuta in due distinte relazioni di “iniziativa legislativa” ai sensi dell’art. 225 del Trattato dell’Unione. Votate a larga maggioranza, le relazioni invitano la Commissione ad affrontare le attuali carenze dell’ambiente online nel suo pacchetto Digital Services Act (DSA), che dovrebbe essere presentato a dicembre. Il Parlamento UE in questi giorni si è espresso anche sulla regolazione dell’Intelligenza Artificiale, è del 20 ottobre l’approvazione di 3 rapporti sul tema.
DSA. Il Parlamentari chiedono norme a prova di futuro sui servizi digitali, le piattaforme e i mercati online, e un meccanismo vincolante per contrastare i contenuti illegali online, lungo tre direttrici:
- regole più severe per contrastare i contenuti illegali online: applicabilità del DSA a tutti i fornitori di servizi digitali stabiliti in paesi terzi quando i loro servizi sono rivolti anche a consumatori/utenti nell’UE; meccanismo vincolante di “notice and action”; netta distinzione tra contenuto illegale e contenuto dannoso (regime di responsabilità legale per i “contenuti illegali” solo come definiti nella legislazione dell’UE o nazionale); niente utilizzo di filtri di caricamento o qualsiasi forma di controllo ex ante dei contenuti per contenuti dannosi o illegali, la decisione finale sulla legittimità o meno del contenuto deve essere presa da una magistratura indipendente e non da imprese private, affermano i deputati. Infine obblighi di trasparenza rafforzati per contenuti dannosi, incitamento all’odio e disinformazione;
- Internet più sicuro: principi guida della legislazione sono che “ciò che è illegale offline è anche illegale online”, e priorità alla protezione dei consumatori e la sicurezza degli utenti. Le piattaforme ei servizi di intermediazione online dovranno migliorare nell’individuazione e nella rimozione di false affermazioni e nell’affrontare i trader disonesti. KYBC (Know Your Business Client): i deputati chiedono inoltre che venga introdotto il principio “Conosci il tuo cliente commerciale”, che impone di controllare e impedire alle aziende fraudolente di utilizzare i loro servizi per vendere prodotti e contenuti illegali e non sicuri. Norme per prevenire (e non solo rimediare) i fallimenti del mercato causati dalle grandi piattaforme. Si ricorda che della regolazione ex ante si è occupata una delle consultazioni relative al DSA. Fra le altre raccomandazioni, utenti meno dipendenti dagli algoritmi, pubblicità mirata regolamentata in modo più rigoroso, – fino alla possibilità di un totale divieto –; eventuale creazione di un’entità europea per monitorare e imporre ammende;
- diritti fondamentali online: una terza risoluzione non legislativa della commissione per le libertà civili, chiede che la rimozione dei contenuti sia “diligente, proporzionata e non discriminatoria” per salvaguardare la libertà di espressione e di informazione, nonché la privacy e la protezione dei dati. I deputati sottolineano che il micro-targeting basato sulle vulnerabilità delle persone è problematico, così come la diffusione di contenuti di incitamento all’odio e disinformazione, chiedendo trasparenza sulle politiche di monetizzazione delle piattaforme online.
Il testo del comunicato è accessibile a questo link, da dove si possono scaricare anche le risoluzioni adottate. Altro link di interesse, con informazioni sulla “platform economy” qui.
Intelligenza Artificiale. Rispetto della privacy, responsabilità per danni, tutela del lavoro e della creatività dell’uomo sono i punti cardine delle tre raccomandazioni approvate dalla plenaria del Parlamento Ue per delle nuove regole sull’intelligenza artificiale in materia di etica, responsabilità per i danni e diritti della proprietà intellettuale.
La prima relazione, dell’europarlamentare socialista Iban Garcia del Blanco, sostiene, fra l’altro, che la sorveglianza umana deve essere garantita sempre, così come il rispetto della responsabilità sociale, ambientale e tutele contro le discriminazioni. La seconda, con relatore Axel Voss dei Popolari europei, propone l’inserimento di norme chiare per la responsabilità civile degli operatori di IA ad alto rischio per i danni virtuali o fisici alla salute, alla vita e al patrimonio, per danni immateriali che producono una perdita economica oltre a forme di assicurazione al riguardo. Infine, il testo del relatore Stefphane Sejournè, di Renew Europe, propone di garantire un sistema efficace di diritti di proprietà intellettuale e brevetti europei sottolineando che la proprietà dei Dpi dovrebbe essere riconosciuta solo alle persone, e che l’IA non dovrebbe avere personalità giuridica. I testi sono accessibili a questo link.