Anche i media, nel corso dell’evento “State of Privacy ’22” a Pietrarsa (Napoli), hanno dato il loro contributo per delineare delle politiche efficaci per il futuro della privacy in un Tavolo dedicato, “Media e Privacy” coordinato dal Professore Ruben Razzante, Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel panel, oltre al Presidente di CRTv Franco Siddi, un parterre di qualificati interlocutori: Angelo Luigi Baiguni, Vice presidente dell’Ordine Nazionale dei giornalisti, Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy Google Italy, Luigi Contu, Direttore Agenzia Ansa, Carlo Mandelli, CEO Mondadori SpA, Roberto Natale, Direttore Rai Sostenibilità, Gina Nieri, Direzione Affari istituzionali, legali e analisi strategiche Mediaset, Maria Pia Rossignaud, Vicepresidente Osservatorio Tuttimedia e direttrice Media 2000, Gabriele Scafati, Data Protection Manager – Organizational Unit Digital Privacy and Compliance Sky Italia, Ferruccio Sepe, Capo Dipartimento per l’informazione e l’editoria – Presidenza CdM.
Il dibattito si è sviluppato intorno a tre “profili” – regolatori e di mercato, deontologici, educativi e culturali – su cui il panel ha espresso un documento definitivo (in allegato). Riguardo a regolazione e mercato, il Presidente Siddi ha ribadito la necessità di un quadro normativo equo che tuteli il ruolo degli editori “che vanno difesi dall’invadenza di realtà deregolamentate, come i grandi OTT”. Il quadro normativo si sta finalmente articolando per declinare il level playing field soprattutto con le norme UE – implementazione negli ordinamenti nazionali della direttiva copyright, e prossima entrata in vigore dei regolamenti sul mercato e i servizi digitali (DMA e DSA): “non sono necessarie ulteriori regole, ma una corretta applicazione di quelle in vigore o prossime al vigore, a tutti gli operatori del medesimo mercato al fine di realizzare un ambiente sano, concorrenziale” ha detto il Presidente. Per i profili deontologici, Siddi si è concentrato in particolare su giornalismo e privacy e giornalismo e diritto all’oblio. A fronte di specifiche deroghe previste nel GDPR a favore dell’esercizio della libertà d’espressione, la professionalità e la deontologia dei giornalisti e delle redazioni permette di trovare delicati bilanciamenti nel rispetto della dignità delle persone “Le imprese dei media televisivi e i giornalisti hanno la consapevolezza che, nell’epoca della rete aperta, un quadro condiviso di regole a tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà individuali e collettive, quali il diritto dei cittadini a ricevere una informazione professionale onesta, leale e indipendente sia la sfida centrale e qualificante su cui investire. Le vicende recenti di utilizzo anomalo e scorretto dei dati nel mondo della comunicazione social dimostrano la stringente attualità di una assunzione di responsabilità concorrenti di soggetti diversi per evitare derive pericolose per gli individui, o per la creazione di posizioni dominanti e pervasive”. Il concetto va esteso anche al diritto all’oblio, che a fronte della tutela della memoria storica e dell’integrità del documento giornalistico in archivi, deve prevedere interventi protettivi anche in rete (es. de-indicizzazione). Sul tema dell’educazione “i media possono avere un’importanza decisiva nella pianificazione, gestione e comunicazione di interventi formativi ed educativi per favorire la crescita della cultura digitale e rafforzeranno le loro iniziative in questo senso” ha detto Siddi “Ma è importante che le istituzioni si facciano carico di un processo formativo che parta sin dalla scuola di base e si sviluppi per gradi per costruire una piena consapevolezza sui problemi legati alla diffusione dei dati personali”.