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Privacy e fake news: l’autocensura di Facebook e il presidio di CRTV

25 Gennaio 2018

facebook

Fake news. La gestione centralizzata delle questioni afferenti alla privacy in un nuovo centro dedicato e ulteriori strumenti, anche educativi, per render più trasparente e facile la gestione dei dati personali da parte degli utenti: questi gli annunci fatti da  Sheryl Sandberg Chief Operating Officer di Facebook in un evento che si è svolto ieri a Bruxelles secondo la Reuters. Le iniziative sono la risposta del social network alle inchieste aperte da diversi garanti europei sull’uso dei dati personali e il tracking della navigazione degli utenti da parte del social network. Con queste iniziative la multinazionale del Web intende inoltre ottemperare al nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (UE 2016/679) noto con l’acronimo inglese GDPR (General Data Protection Regulation,) che entrerà in vigore in tutti gli Stati UE il 25 maggio prossimo.

Il GDPR è la maggiore riforma delle regole sulla privacy dalla nascita di internet che mira a dare ai cittadini europei maggior controllo sui propri dati e sull’utilizzo che ne fanno le aziende, anche nel trattamento transnazionale (si ricordi al riguardo la questione del Safe Harbour/Privacy Shield).  In caso di violazioni la nuova norma, che si applica anche alle aziende non stabilite sul territorio UE che destinano beni o servizi ai cittadini dell’unione o monitorano i loro comportamenti online, prevede sanzioni del 4% del fatturato globale o almeno 20 milioni di euro. Nello stesso evento, secondo quanto riporta Reuters, la Sandberg ha anche ammesso che Facebook non ha fatto abbastanza per evitare abusi sulla propria piattaforma e che raddoppierà a 20.000 entro la fine dell’anno il numero di persone che lavoreranno sulla sicurezza e la protezione degli utenti.

Fra i fronti inclusi in questa iniziativa di protezione anche la disinformazione online, sulla quale la Sandberg ha dichiarato “le persone scrivono questi titoli (fake news, n.d.r.) per ottenere clic e fare soldi”, ha detto “impedir loro di fare pubblicità e togliere gli incentivi finanziari, è una delle cose più forti che possiamo fare contro le notizie false”Entrambi i fronti, privacy e disinformazione online, sono presidiati da CRTV. Riguardo al primo, una collaborazione con il LawLab della Luiss ha portato all’elaborazione delle linee guida generali per l’applicazione del regolamento che verranno presentate a breve in un evento dedicato.  Le fake news, come noto, sono invece oggetto di una consultazione pubblica dell’Unione Europea, in scadenza alla fine di febbraio, alla quale CRTV parteciperà con il proprio contributo; e di un tavolo tecnico dedicato, promosso dall’AGCOM, al quale CRTV partecipa insieme ai maggiori associati.

La Commissione UE inoltre ha istituito un Gruppo di Esperti dedicato, con funzione consultiva, al quale partecipa per l’Italia, fra gli altri, Gina Nieri, consigliere di Amministrazione Mediaset e consigliere di CRTV. A una prima lettura delle azioni in itinere risulta una certa schizofrenia di legislatori e regolatori che, nella difficoltà di normare il nuovo ambiente internet stanno da un lato delegando all’autoregolazione delle multinazionali della Rete aree estremamente delicate per il pluralismo, e la tutela della persona; dall’altro stanno inasprendo le regole per gli operatori “tradizionali”. Un esempio al riguardo è l’irrigidimento delle regole della par condicio operato dall’AGCOM nei confronti della televisione italiana in questa tornata elettorale, con risvolti che mettono in discussione anche la professionalità dei giornalisti: come ha efficacemente sintetizzato il Presidente di CRTV Franco Siddi, l’informazione e il pluralismo non possono essere misurati con cronometro e bilancino.

Questo è vero tanto più nell’ambiente digitale connesso, dove la competizione globalizzata conta già operatori ampiamente dominanti per quote di mercato e inedita pervasività di accesso agli utenti. Posizioni dominanti e pervasività che devono essere gestite a partire da una base condivisa di principi e strumenti di intervento e alleggerendo le onerose stratificazioni che limitano la competitività dei nostri operatori nazionali.

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Tags | Agcom, Confindustria Radio Televisioni, fake news, privacy online
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