Nella Gazzetta Ufficiale dell’UE di venerdì 15 luglio è stata pubblicata la Sintesi del parere del Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) sul progetto di decisione sull’adeguatezza dello Scudo UE–USA per la privacy (Privacy Shield), che sostituisce il precedente accordo “Safe Harbor” sullo scambio transfrontaliero di dati UE-USA dichiarato invalido il 6 ottobre 2015 dalla Corte di giustizia UE (CGUE).
Il Garante UE pur apprezzando gli sforzi compiuti dalle parti per giungere a una soluzione in materia di trasferimenti di dati personali dall’UE agli USA a fini commerciali e il coinvolgimento, per la prima volta, del Dipartimento della giustizia, del Dipartimento di Stato e dell’Ufficio del Direttore dell’intelligence nazionale nei negoziati ritiene necessari ulteriori tangibili miglioramenti al fine di creare un quadro rigoroso e affidabile nel lungo termine. In particolare il Garante fa riferimento al nuovo contesto normativo in cui si inserisce la proposta di decisione e in particolare all’articolo 45 del regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE (in prosieguo: il RGPD) che fornirà nuovi requisiti per i trasferimenti di dati sulla base di una decisione in merito all’adeguatezza basati su una « equivalenza sostanziale» delle normative di tutela dei dati personali fra le due sponde dell’Atlantico. Fra gli altri profili critici il Garante richiede approcci più mirati e selezionati, nel livello di signal intelligence e la quantità di dati trasferiti dalla UE, che necessitano di un serio controllo democratico pubblico; e una maggiore formalizzazione/peso giuridico delle dichiarazioni fondamentali pertinenti per la vita privata dei cittadini dell’UE dettagliate unicamente in lettere interne alle autorità statunitensi.
Julia Reda, eurodeputata tedesca del Partito Pirata, che si è battuta per la riforma del copyright, ha sottolineato che se la legge sulle trasmissioni televisive dovesse applicarsi anche ai servizi online, anche il diritto d’autore andrebbe aggiornato di conseguenza. “Le piattaforme di video on demand stanno iniziando ad ottenere le stesse responsabilità delle emittenti e devono di conseguenza averne anche gli stessi diritti”, ha affermato Reda (Fonte, EuNews del 18/7/2016).