È quanto risulta dal terzo rapporto APA, presentato durante il MIA (Mercato Internazionale dell’Audiovisivo) che si è svolto a Roma nei giorni scorsi. Ad una prima lettura, fra le maggiori rilevanze che CRTV intende segnalare c’è il ruolo centrale degli operatori televisivi nella filiera dell’audiovisivo, anche a fronte della crescita di risorse e investimenti che in questo momento storico sembra concentrarsi nel segmento degli operatori OTT (segmento SVOD). Dalla fotografia risulta inoltre che i contenuti non scripted, per quota parte significativa sono imputabili alle televisioni semigeneraliste o tematiche e comunque all’offerta lineare, come del resto gli investimenti in animazione italiana, genere di alto valore produttivo, culturale e identitario. Lo studio sulla produzione audiovisiva Italiana di APA (Associazione Produttori Audiovisivi), condotto da e-Media Srl (Emilio Pucci) fra dicembre 2020 e settembre 2021, e giunto alla terza edizione, si basa su raccolte di dati, letture di bilanci e stime anche sulla base di interviste a manager del settore.
“La televisione rimane il medium centrale nel sistema audiovisivo” è l’incipit del rapporto che continua indicando che “prosegue e si accentua, anche come conseguenza della pandemia Covid-19, la rapida crescita dell’ambiente video online che nel 2020 vale quasi €2 miliardi”. Si tratta di quello che il rapporto chiama ricavi del mercato audiovisivo in Italia, ossia risorse da questi generati: “i contenuti audiovisivi consumati sui mezzi «classici» (TV, Cinema e Home video fisico) generano nel 2020 l’81%delle risorse del totale mercato mentre la quota dei consumi online gratuiti e a pagamento raggiunge il 19%”. Il 2021, secondo il rapporto, è caratterizzato dalla ulteriore crescita dei ricavi online (VoD e AvoD) e dal rimbalzo degli investimenti pubblicitari sul mezzo televisivo post Covid-19 (+33,2% nel primo semestre dell’anno) .
Secondo le stime del rapporto nel 2023 la quota dei ricavi dei mezzi online sul totale mercato audiovisivo potrebbe raggiungere il 25% (dal 19% attuale) e la trasformazione del mercato audiovisivo imputabile alla crescita delle risorse generate dagli operatori online “introduce modifiche strutturali alla domanda di prodotto originale (nei generi library / scripted) e costituisce la principale sfida per gli operatori della TV lineare”.
Scendendo nel dettaglio delle stime per genere, si conferma che la fiction, destinata alle piattaforme TV, ma anche VoD, è il genere audiovisivo che attrae maggiori investimenti e che registra un tasso di crescita estremamente elevato anche durante la pandemia Covid-19: +215m fra il 2017 e il 2020 (+ 52%) e +135milioni fra il 2019 e il 2020 (+28%): secondo il rapporto la crescita della produzione di fiction è dovuta essenzialmente al forte sviluppo del VoD in prodotti originali italiani. Se la crescita della fiction è trainata dai nuovi operatori, il peso e il ruolo centrale rimane della televisione. Peso e ruolo che si conferma anche per quanto riguarda il cinema per le sala (che nell’emergenza da Covid-19 appare molto penalizzato), per il valore della produzione originale di titoli di animazione, che nel 2020 si stima a €77 milioni. L’apporto della TV, che da associazione delle emittenti sappiamo essere maggioritario per la fiction, praticamente esclusivo per l’animazione, non appare stimato separatamente, come risultava nei rapporti APA precedenti. Per “tutti gli altri generi (documentari, intrattenimento, talk show e programmi di approfondimento e culturali) sono stimati per un valore di circa €350 milioni, quasi del tutto formato dal commissioning degli operatori della TV lineare”, indica il rapporto.