Investimenti pubblicitari Radio. Il mezzo radiofonico continua ad accrescere il proprio valore economico per il terzo anno consecutivo, e recupera il terreno perso negli anni segnati dalla crisi. Secondo gli ultimi dati rilasciati da FCP Assoradio (Osservatorio FCP-Assoradio) [1], gli investimenti pubblicitari del mezzo chiudono il 2017 a 405 milioni di Euro, con un rialzo del +5,4% rispetto al 2016. [2] Negli ultimi tre anni la crescita complessiva raggiunge il +18%.
La Radio dimostra una importante vitalità nel nuovo contesto digitale, testimoniato non solo dall’aumento degli ascolti ma anche da un rinnovato interesse da parte del mercato, sia a livello di gruppi editoriali (accordi / proprietà societarie) che di concessionarie (gestione e pianificazione brand radiofonici).
Estendendo l’analisi agli ultimi dieci anni (2008 – 2017), il mezzo radiofonico è riuscito a contenere le perdite (70 milioni di Euro) meglio degli altri mezzi, registrando una contrazione del 14,3%, contro una flessione dell’intero mercato pubblicitario del 33,4%, nel caso del perimetro Nielsen tradizionale (-12,7% includendo le componenti Search e Social – perimetro Nielsen esteso). Differentemente gli altri mezzi tradizionali (Televisione, Quotidiani, Periodici, Cinema) hanno registrato perdite che oscillano tra il 20% e il 70%.
Un risultato importante per la Radio, e ancora più significativo, se si tiene conto del periodo di incertezza che il settore ha vissuto con la chiusura nel 2011 di Audiradio, organismo preposto per la rilevazione ufficiale dei dati di ascolto. Un vuoto colmato in parte con l’esperienza di RadioMonitor (GfK Eurisko), e risolto a distanza di cinque anni con la costituzione del Tavolo Editori Radiofonici – TER (2016). [3]
Nel corso del 2017, l’andamento degli investimenti radiofonici ha registrato i migliori risultati a maggio (+14,9% rispetto all’anno precedente) e ottobre (+14,6%): solitamente sono anche i mesi con l’incidenza più importante per fatturato (11%) dell’anno. Rilevano invece le performance peggiori, luglio (-5,1% rispetto al 2016) e febbraio (-3,4%), unico mese dell’anno sotto la media rispetto all’andamento complessivo del mercato pubblicitario (-2,8%).
Pertanto ad un primo semestre chiuso a 200 milioni circa (+5,0% rispetto al 2016), in recupero dopo i primi mesi di sofferenza, si alterna un secondo semestre della stessa portata, caratterizzato da un autunno ancora più sostenuto (+5,7%) degli anni passati.
Come riporta la nota di FCP-Assoradio “i numeri positivi confermano il riconoscimento da parte del mercato degli sforzi compiuti da editori e concessionarie per fornire contenuti di alta qualità e dati a supporto delle pianificazioni. Sforzi che anche nel 2018 si tradurranno in nuove iniziative a favore del mezzo e di chi nel mezzo crede e investe”.
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[1] L’Osservatorio FCP- Assoradio monitora i fatturati delle principali emittenti radiofoniche nazionali pianificate dalle concessionarie aderenti alla federazione (Fono VI.PI., Manzoni, Mediamond, Open Space, Rai Pubblicità, RDS Advertising, System 24 e TeamRadio).
[2] Il singolo mese di dicembre segna un progresso del +0,3% sul 2016 e del +15,4% sul 2015.
[3] TER – Tavolo Editori Radio, è una società a responsabilità limitata con 110 mila euro di capitale sociale fornito al 70% da emittenti nazionali e al 30% dalle associazioni delle radio locali costituita il 1 aprile 2016. Si tratta di un organismo attualmente formato da soli editori (MOC – Media Owned Committee) tra cui Rai, Aeranti Corallo, Kiss Kiss, Elemedia, Il Sole 24 Ore, Frt, Rti-Radio 101, Radio Italia, Rtl 102,5, Finelco e Rds. La prima indagine proprietaria (rilevazione dei dati di audience) è stata pubblicata a novembre 2017.