Il Rapporto di Radiocentre su come i marchi possono trarre vantaggio dall’evoluzione del comportamento degli ascoltatori in seguito alla pandemia. Si chiama “Radio & the road to recovery” il rapporto di Radiocentre, associazione inglese delle tv commerciali. L’associazione durante la pandemia aveva seguito le abitudini degli ascoltatori delle radio commerciali con altri due approfondimenti dedicati a come rimanere in contatto durante la crisi e come gestire il rimbalzo post lockdown e oltre. L’ultima indagine rivela i dati del più recente sondaggio nel periodo COVID esplorando le opportunità per i marchi di tornare saldamente sulla strada della ripresa con la radio. Fra le maggiori evidenze: il 36% degli ascoltatori consuma più radio rispetto a prima del lockdown, con ascolti in media di 94 minuti in più al giorno; gli ascolti sono alti soprattutto fra chi è in cassa integrazione (+126 min, +46%), ma in termini percentuali l’acquisizione più alta (+50%,+ 98 min.) è fra chi lavora da casa; per chi sta riprendendo le normali attività commerciali e sociali (31%), in particolare i lavoratori che rientrano in ufficio, risulta l’aumento dei già alti tempi di ascolto in mobilità (+112 min, +36%).
Opportunità di ripresa e di maggiore attenzione anche per gli investitori pubblicitari: dall’inizio del lockdown, il 30% dei radioascoltatori afferma di aver provato un nuovo marchio, il 25% in più rispetto ai non ascoltatori; gli ascoltatori hanno il 54% di probabilità in più di essere influenzati dalla pubblicità per cambiare marchio. I risultati riecheggiano quanto rilevato dalle due ricerche GFK per TER effettuate durante il primo lockdown e, più di recente, il punto di Radiocompass 2021.