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Rai, i vertici in audizione al Senato sulle proposte di riforma

18 Gennaio 2022

Rai

“Necessario garantire indipendenza e autonomia della Governance RAI nell’ambito di un mandato ben definito e di durata maggiore rispetto a quella attualmente prevista”:  l’intervento di Marinella Soldi, Presidente della Rai presso la Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni al Senato  si è concentrato sugli aspetti di governance; quello dell’ AD Carlo Fuortes sulla certezza delle risorse  – “l’Azionista deve poter garantire – per un periodo congruo – un sostegno finanziario adeguato all’avvio e alla realizzazione del piano industriale per affrontare la sfida digitale”. CRTV era intervenuta sul tema della governance in Commissione Vigilanza a maggio dello scorso anno e sulla riforma della Rai presso la stessa Commissione del Senato a dicembre, con un approccio di sistema a sottolineare l’importanza del servizio pubblico come punto di equilibrio e benchmark del settore.

Soldi: meno politica più società, allineamento della durata del mandato al contratto di servizio, impresa per competere. Gli italiani sono, in Europa, tra i più convinti sostenitori del Servizio Pubblico: l’88 percento crede che abbia un ruolo molto importante per un Paese (più di noi solo gli inglesi, con l’89). Ma nell’ultimo rapporto sulla Corporate Reputation Rai (2020) – tra tutti gli indicatori considerati il voto più basso è attribuito all’indipendenza, con 6 su 10: parte da alcuni dati l’intervento della Presidente Soldi che ha dichiarato che il Servizio Pubblico ha  bisogno di “meno politica e di più società”.  La governance dei principali Servizi Pubblici europei è stata riformata in questa direzione, continua la Presidente, ai rappresentanti delle Istituzioni si affiancano rappresentanti di tutti gli stakeholder: membri del mondo della cultura, delle università, dell’accademia; della ricerca scientifica e tecnologica; delle forze economiche e imprenditoriali; delle forze sociali; degli utenti e del personale; del Terzo settore; dei territori.

C’è assoluto bisogno anche di una governance aziendale stabile, con un orizzonte temporale sufficiente a delineare strategie efficaci. L’attuale mandato ha durata triennale, inferiore ai cinque anni previsti per il Contratto di Servizio. “Sarebbe utile allineare le due durate: in questo modo la stessa governance che stipula e negozia il Contratto, se ne assumerebbe completa responsabilità di attuazione”. Un quinquennio è anche la durata del mandato dei vertici della maggior parte dei Servizi Pubblici europei. Per rendere Rai davvero in grado di essere al passo con i tempi e confrontarsi con competitor agili e veloci va anche risolto il nodo della sua personalità giuridica mista: è essenziale che la futura riforma metta la Rai in condizioni di agire con vera logica di impresa. Società di diritto privato, la Rai è per es. organismo di diritto pubblico ai fini dell’applicazione del codice d’appalti dei contratti pubblici: tale codice è riferito ad un contesto stabile, diverso da quello in cui oggi operano i player multimediali e impedisce l’accesso ai fondi pubblici aperto ai soggetti pubblici, per parlare di attualità la Rai non ha accesso diretto ai fondi del PNRR.

Fuortes: risorse incongrue, in riduzione, instabili e incerte nella normativa, esposte al mercato. Finanziamento commisurato e adeguato agli obblighi assegnati, stabile e trasparente. Troppo frequenti interventi sull’entità del canone o sulle modalità di riscossione, assenza di un quadro di certezze in cui Rai possa svolgere la sua missione  e conseguente difficoltà di elaborare pianificazioni economiche affidabili. Rispetto agli altri broadcaster pubblici europei, il servizio pubblico italiano è sottofinanziato in riferimento ai costi e agli obblighi ad essa associati, nonostante la rilevanza di Rai nel sistema culturale, sociale ed economico del nostro Paese,  dove è attivatore di ricadute positive per i diversi mercati in cui opera in una logica moltiplicativa. Urgono importanti interventi per mantenere su standard avanzati il patrimonio immobiliare, industriale e produttivo della concessionaria di servizio pubblico e la sua vocazione distributiva territoriale. Questi in estrema sintesi i contenuti dell’intervento dell’AD Fuortes.

Fuortes ha confermato alcuni dati già illustrati in precedenza in Commissione di Vigilanza rispetto alle risorse. Per quanto riguarda il Canone, il valore unitario è strutturalmente il più basso in tutta Europa: 90 euro: in  Svizzera e Austria, Paesi l’importo unitario è superiore o pari a 300 euro, in Germania e Gran Bretagna, è rispettivamente 220 e 185 euro, in Francia 138 euro. Se, in aggiunta, si considerano le varie trattenute (tassa concessione governativa, IVA e Fondo per il pluralismo e l’innovazione, per effetto dell’ultima riforma, efficace dal 2021), dei 90 euro unitari Rai ne percepisce solo l’86 per cento, ha indicato l’AD, che ha aggiunto come gli interventi nella riscossione volti a ridurre il tasso di evasione, siano stato riassorbiti per effetto dei successivi provvedimenti.

Per quanto riguarda la pubblicità, l’AD ha citato la contrazione del mercato pubblicitario per effetto della crisi economica, di quella da pandemia e da crescita strutturale della competizione di internet:  nel periodo 2008-2020, il mercato pubblicitario tradizionale complessivo ha subito un sostanziale dimezzamento, da 9,8 miliardi a 5 miliardi; parallelamente, a partire dal 2013, è più che raddoppiata la componente social e motori di ricerca, passata da 1,3 miliardi a 2,8 miliardi. Per Rai c’è stato un dimezzamento delle risorse pubblicitarie da poco meno di 1,2 miliardi a quasi 600 milioni e le nuove disposizioni in tema di limiti di affollamento pubblicitario, in vigore dal 1° gennaio 2022 segnano ulteriori penalizzazioni e inasprimenti (dal 1° gennaio 2023).

Meno risorse significa contrazione delle spese ma anche degli investimenti in sviluppo. Fuortes ha indicato gli interventi di ottimizzazione e contenimento messi in atto, l’importante riduzione dei costi esterni, pari a quasi 800 milioni di euro per compensare le minori risorse, nel periodo preso in esame (riduzione dei costi unitari dei programmi, ottimizzazione del palinsesto, razionalizzazione dei costi generali e per servizi.) Ma il finanziamento del servizio pubblico, nell’ammontare appropriato, è prerequisito indispensabile per non collocarlo in una condizione di “minorità” nel nuovo contesto multimediale e connesso.

 

LINK al testo completo della Presidente Marinella Soldi

LINK al testo completo dell’AD Carlo Fuortes

 

 

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Tags | Commissione di Vigilanza Rai, commissione vi, Contratto di servizio, Governance RAI, Rai, Senato, Servizio Pubblico
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