Un’opportunità per rilanciare il comparto locale. Si è svolto il 19 giugno presso il Centro Congressi Roma Eventi – Fontana di Trevi il workshop “Refarming della banda 700 e oltre” organizzato dall’Associazione delle Tv Locali di Confindustria Radio Televisioni. L’incontro è stato l’occasione per fare il punto con i referenti politici e istituzionali sulla situazione del comparto alla vigilia di una transizione tecnologica che inciderà sul futuro dell’intero sistema televisivo con il passaggio al digitale di seconda generazione che si completerà nel 2022.
Il processo di refarming delle frequenze, opererà una nuova riduzione delle emittenti ma, come sottolineato dal Presidente Maurizio Giunco può e deve costituire un’opportunità per il settore delle tv locali. All’evento, aperto dal benvenuto del Presidente di Confindustria Radio Televisioni Franco Siddi, ha partecipato una qualificata rappresentanza del MISE, da cui dipende, tra l’altro, la programmazione del rilascio delle frequenze della banda 700 (refarming) e i suoi step fondamentali (assegnazione dei diritti d’uso e formazione delle graduatorie degli FSMA locali): l’Avv. Marco Bellezza, Consigliere Giuridico del Ministro Di Maio che segue da vicino il Tavolo 4.0; l’Avv. Eva Spina, della Direzione Generale per la pianificazione e la gestione dello spettro; e il Dott. Antonio Lirosi, Direzione Generale per i servizi di comunicazione elettronica di radiodiffusione e postali del ministero. La mattinata è stata chiusa dell’intervento dell’Ing. Bianca Papini, coordinatore delle Commissione tecnica di CRTV.
Siddi, l’importanza di fare sistema. L’apertura del Presidente di CRTV Franco Siddi si è concentrata sull’importanza del settore della televisione locale, confermato e certificato di recente dall’indagine dell’AGCOM sul settore dell’informazione locale; e dalla nuova normazione dei contributi pubblici: quest’ultima (DPR 146/2017 ndr), che ha introdotto una selezione più rigorosa del numero degli operatori: una riforma che, insieme alla stabilizzazione dei fondi ha apportato le prime certezze per il comparto.
Il Presidente Siddi ha sottolineato l’importanza delle Tv Locali che fanno informazione spesso capaci di primeggiare, per pubblico attratto, nei territori in cui operano e l’importanza di confermare il sistema della contribuzione proprio per mantenere il presidio informativo a livello locale. Siddi ha ribadito la necessità di operare delle scelte di sistema nei momenti di transizione più delicati, come quello che si prefigura con il refarming delle frequenze, transizione tecnologica obbligata per la tv, come concordato a livello UE, che avviene inoltre in un agguerrito contesto competitivo (internet e globale): “Occorre far crescere il sistema in termini sostenibili e validi” ha detto Siddi, che ha ricordato come CRTV in forza della propria rappresentanza – il settore radiotelevisivo nel suo complesso, pubblico e privato, nazionale e locale, broadcaster, operatori di rete e di piattaforma – incarni tale ottica di sistema e accolga le diverse istanze in una costante ottica di mediazione, come del resto confermato di recente proprio nell’ambito del Tavolo 4.0 istituito dal MISE per governare il refarming. A tal proposito Siddi ha auspicato che il rilascio delle frequenze da parte dell’emittenza locale venga ricompensato in maniera adeguata dallo Stato attraverso l’erogazione di indennizzi. Per il Presidente Siddi occorre percorrere la strada dell’innovazione, e regolare l’intero sistema con equilibrio per percorrere la strada dell’innovazione.
Giunco, il nuovo regolamento contributi fotografa il comparto e la sua crisi. Il Regolamento contributi (DPR 146/2017) ha molti pregi, uno di questi consiste nell’averci finalmente fornito un numero incontrovertibile su cui ragionare: quante sono le “reali” Tv Locali in Italia, strutturate per fornire un servizio di qualità”. L’intervento del Presidente dell’Associazione delle TV Locali di CRTV è partito da dati della crisi del comparto locali che sono emersi con chiarezza a valle delle prime graduatorie del nuovo Regolamento Contributi (DPR 146/2017) e dalle quali risulta con evidenza il ruolo che svolgono le prime 100 imprese in termine di ascolti o dipendenti espressi.
Una crisi risalente, riconducibile all’esorbitante numero complessivo di marchi diffusi e al conseguente svilimento della percezione del comparto delle Tv Locali nel sentire comune che ha portato all’allontanamento del pubblico e anche, centrale, dei centri media e degli investitori pubblicitari. Il tutto aggiunto alla crisi economica generale.
Giunco, le ricadute positive del refarming e le criticità. Come noto le recenti disposizioni in Legge di bilancio hanno eliminato la riserva del terzo delle frequenze a favore delle tv locali: “l’associazione tv locali ha accettato di rinunciare a tale riserva che garantiva risorse spettrali e visibilità al settore, perché la riserva di un terzo non era un dogma” ha detto Giunco “e abbiamo piuttosto difeso la necessità di prevedere meccanismi più selettivi dei contributi per preservare il comparto locale che effettivamente svolge un servizio sul territorio”. Tuttavia, nel refarming e soprattutto nel garantire copertura e visibilità al comparto locale ci sono delle criticità che devono essere affrontate, prima di tutto lato operatori di rete (il riferimento è alle linee guida per l’assegnazione dei diritti d’uso e delle graduatorie degli FSMA poste a consultazione).
“Mentre ci sono 5 aree tecniche a rischio di non avere neanche un operatore di rete locale c’è chi propone un tetto che limita la possibilità degli operatori di aggiudicarsi più un certo numero di regioni”. Si tratta di regioni –Liguria, Valle D’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzi e Molise – dove per ragioni orografiche o per scarsa popolazione c’è un rischio di fallimento di mercato, perché il costo di infrastrutturazione non garantisce un ritorno economico sufficiente. L’esempio della Liguria al riguardo è particolarmente significativo perché per coprire al 90% una popolazione di 1,5 milioni di abitanti sono necessari 100 impianti trasmissivi. Procedere con il refarming, dunque, significa far evolvere la piattaforma televisiva via etere verso una tecnologia più performante ed efficiente (in termini di frequenze) e di maggiore qualità, anche per il comparto televisivo locale, perché la televisione e in particolare la televisione di prossimità, quale è la locale, ha ancora molto da dire: al proprio pubblico.
L’indagine AGCOM ad esempio conferma la richiesta di informazione sul territorio), ma anche agli investitori pubblicitari, e agli altri media. Il refarming può e deve diventare per il settore locale un’occasione per traghettare al futuro quelle imprese, circa 100 come confermano le selezioni a valle del nuovo regolamento contributi, che possono offrire un servizio anche in un’ottica social e multipiattaforma. “Con il superamento dei contributi a pioggia, e l’avvio del refarming della banda 700 ci sarà un’inevitabile riduzione di marchi/programmi locali trasmessi: ma tale riduzione andrà nella direzione di un positivo ridisegno del comparto” ha proseguito Giunco. “Le Tv Locali sono chiamate a partecipare alla televisione del futuro” ha continuato Giunco, “in un sistema multimediale, globalizzato e connesso. D’altronde la Tv Locale ha ancora molto da dire: la convergenza, la circolazione dell’informazione hanno eleminato la distinzione tra i vari mezzi. Anche la rete assume linguaggi da sempre appartenuti alla televisione”. Il percorso generato dal cambiamento tecnologico può costituire una opportunità per le Tv Locali, quindi si tratta di percorso già avviato con la digitalizzazione del segnale, i portali, le registrazioni e i quotidiani online. “In ambiente multidevice le Tv Locali debbono operare come un insieme, creare servizi di replaytv per permettere all’utenza di vedere ciò che è già andato in onda ed essere presenti senza timore sulle più importanti piattaforme. Chiudiamo la televisione brutta”, ha concluso Giunco, “e ricominciamo a fare televisione.”
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Bellezza, l’importanza di un percorso partecipato e che minimizzi l’impatto sugli operatori: “queste in estrema sintesi le linee che hanno guidato l’azione politica del MISE, che con il Tavolo 4.0 ha aperto uno spazio dedicato agli stakeholder interessati dal refarming della banda 700”. Così ha esordito l’Avv. Marco Bellezza, Consigliere del Ministro Di Maio che ha anticipato, che a “brevissimo, “ore più che giorni” sarà pubblicata la cosiddetta ‘roadmap’, che è alla firma del Ministro”. Il Consigliere giuridico, che ha seguito da vicino gli incontri del Tavolo 4.0 ha aggiunto “Con la transizione si aprirà la fase della campagna informativa all’utenza che dovrà aggiornare i terminali. La campagna dovrà anch’essa essere concordata ed essere omogenea e senza salti in avanti”. Riguardo all’emittenza locale Bellezza ha commentato che “occorre favorire aggregazioni e non penalizzare le tv locali più piccole”. E, guardando ai prossimi impegni, ha concluso “partecipazione sarà prevista anche per i prossimi appuntamenti del settore: da ottobre dovranno essere avviati il recepimento delle modifiche del TUSMAR a valle delle direttive approvate di recente in ambito UE: fra queste anche il Codice delle Comunicazioni Elettroniche (rifusione di diverse direttive di settore, ndr) recepimenti che potrebbero procedere di pari passo se non congiuntamente”.
Spina, l’adozione delle nuove tecnologie spetta agli operatori. L’intervento dell’Avv. Eva Spina (MISE, DG pianificazione e gestione spettro) si è concentrato ad illustrare tutte le tappe che hanno portato alla definizione del decreto di rilascio delle frequenze. La Spina ha illustrato nel dettaglio le attività portate a termine, i vincoli internazionali che hanno guidato il processo di approvazione. Ha illustrato infine le tappe definite: del rilascio delle frequenze (a valle di quelle coordinate a maggiore rischio interferenze con l’estero e relativa ai canali 50-53): area settentrionale dell’Italia nel settembre-dicembre 2021, e a seguire nei due trimestri successivi, fino alla scadenza ultima fissata dalla UE del giugno 2022, area tirrenica e area adriatica e sud. “La roadmap”, ha specificato la dirigente del MISE “definisce solo le modalità di spegnimento del segnale, mentre tempi e modalità dell’adozione delle nuove tecnologie sono lasciate alla scelta degli operatori”.
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Lirosi: assegnazione delle frequenze e selezione dei FSMA locali: questioni aperte.Anche il Dott. Antonio Lirosi (MISE, DG servizi comunicazione elettronica radiodiffusione e postali). legge il refarming per l’emittenza locale all’interno del processo più ampio della riforma del comparto che di recente ha visto la stabilizzazione delle risorse destinate ai contributi e l’introduzione di criteri più selettivi per distribuirli attraverso l’introduzione, con la condivisione delle Associazioni più rappresentative del settore, delle norme inserite nel D.P.R 146/2017. L’intervento di Lirosi si è concentrato sulle questioni su cui si avvierà un confronto con gli operatori del settore relative al refarming della banda 700 che in relazione all’emittenza locale comporterà necessariamente l’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze per l’esercizio di nuove reti locali e la formazione delle graduatorie dei fornitori di media audiovisivi che avranno accesso alla capacità trasmissiva resa disponibile dalle nuove reti. Per questo, ha proseguito Lirosi, il Mise sarà chiamato all’emanazione di specifici bandi, che saranno gestiti dal Mise attraverso un’apposita piattaforma telematica. I termini di presentazione delle domande varieranno presumibilmente dai 30 ai 45 giorni solari dalla data della loro pubblicazione.
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Papini: evitare che il costo del refarming gravi sulle famiglie. “Il passaggio tecnologico della piattaforma al DVB-T2 è alla base del processo di rilascio della banda 700 in favore del 5G” ha ricordato l’Ing. Bianca Papini. Questa impostazione permette di garantire, conformemente al quadro comunitario, la continuità di tutti i programmi attualmente trasmessi sulla piattaforma terrestre.
Il processo di sostituzione dei ricevitori coinvolge la quasi totalità della popolazione (oltre l’82% delle famiglie sono DVB-T secondo l’indagine Auditel-IPSOS per FUB) e la Legge di bilancio 2018 ha stanziato una somma, incrementata dalla Legge di bilancio 2019, per una parziale compensazione dei costi a carico degli utenti. Questi contributi sono sufficienti a coprire le fasce più disagiate. Per garantire il passaggio tecnologico di tutta la popolazione sono necessari interventi addizionali. A tale riguardo la ricetta che CRTV propone agli interlocutori istituzionali è quella della rottamazione dei vecchi televisori, misura utile anche a fini ambientali con lo smaltimento degli apparecchi obsoleti.
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