Nella proposta del Governo si ribadisce il ruolo centrale dei broadcaster nella produzione di contenuti nazionali: il nuovo mandato di “servizio pubblico”, che si rivolge a tutti gli operatori, propone una semplificazione degli obblighi e un aggiornamento della prominence all’ambiente digitale connesso.
I rapidi cambiamenti nella tecnologia, le abitudini di visione e l’emergere di giganti dei media globali hanno portato nuove sfide alle emittenti del Regno Unito. Sempre più persone guardano i programmi sui loro telefoni, laptop, tablet, console di gioco e su smart TV. La concorrenza per i telespettatori e gli introiti pubblicitari si è intensificata. Secondo Ofcom, la quota di visualizzazione totale per i canali TV “lineari” come ITV e BBC è diminuita di oltre il dieci per cento tra il 2017 e il 2020. La quota per servizi di video on demand in abbonamento come Netflix e Amazon Prime Video nello stesso periodo è passato dal 6% al 19%.
E tuttavia le emittenti di servizio pubblico (PSB)– NB: sotto questa definizione rientrano tutti i maggiori canali nazionali pubblici e privati, uniti da un quadro normativo e obblighi precisi (“psb compact”) – “sviluppano talenti e competenze, guidano la crescita nelle industrie creative e offrono contenuti britannici distintivi e diversificati” indica il sito del governo dove si illustrano le principali caratteristiche della proposta che è volta a permettere loro di competere in modo equo e continuare a realizzare spettacoli amati in patria e all’estero e supportare il settore produttivo in forte espansione del Regno Unito – 3 miliardi di sterline nelle stime fornite, anche al netto dell’apporto degli studi di produzione di BBC, ITV e Channel 5.
Semplificazione e prominence. Le emittenti del servizio pubblico del Regno Unito non saranno più soggette alla serie complicata di “scopi” e “obiettivi” di leggi che ormai risalgono al 2003. Il loro mandato sarà rivisto e semplificato, con una nuova definizione di cosa significa essere un PSB e un focus sulla creazione di spettacoli distintivi che riflettano la cultura britannica, supportino la produzione cinematografica e televisiva nazionale e forniscano notizie imparziali e accurate.
Semplificazione significa, tra l’altro, maggiore libertà e flessibilità nell’adempimento ai propri obblighi di servizio pubblico e la possibilità di declinare i propri contenuti di servizio pubblico anche online ai fini delle quote qualificanti. In questo ambiente deve essere assicurata la diffusione (must carry/must offer su piattaforme online) e la reperibilità: il governo si impegna ad assicurare che i contenuti PSB siano sempre diffusi e facili da trovare per il pubblico del Regno Unito sui dispositivi connessi e sulle principali piattaforme online, inclusi smart TV, set-top box e streaming stick. Queste le caratteristiche principali della nuova prominence digitale (prima solo declinata in LCN e EPG sugli schermi per la fruizione lineare. Ci sarà un ruolo dell’Ofcom nel controllare, guidare la negoziazione, nel caso sanzionare.
Le proposte includono anche misure per proteggere il pubblico da una gamma più ampia di contenuti nocivi, durante la visione di programmi sui servizi di video on demand (VoD). Tali servizi saranno sottoposti alla giurisdizione del Regno Unito e soggetti a un codice Video-on-Demand simile al Broadcasting Code, imposto da Ofcom. Le multe per le violazioni potrebbero arrivare a £ 250.000 o al cinque per cento del fatturato annuo. Si permette inoltre a Channel 4 di diventare soggetto privato a tutti gli effetti (ora no profit, con obblighi di reinvestimento), mantenendo tuttavia gli obblighi specifici di programmazione di nicchia e sperimentale. Il libro bianco propone infine l’opportunità di assicurarsi i diritti sui principali eventi sportivi della TV in onda come la Coppa del Mondo FIFA e Wimbledon che devono restare appannaggio esclusivo del PSB attraverso una riforma del regime degli eventi elencati, che revisione esaminerà anche l’aggiunta di diritti digitali e on demand per garantire l’accesso gratuito per i “gioielli della corona” dello sport sulle piattaforme digitali.
Il cantiere normativo del Regno Unito appare di particolare interesse per la visione strategica di promozione del broadcast nazionale. E in un’ottica di Brexit, “non si intende buttare il bambino con l’acqua sporca”, ma sfruttare l’apertura dell’uscita dalla UE per guadagnare in semplificazione e flessibilità, tema anche per CRTV fondamentale per rendere il settore più competitivo. Altro aspetto di estremo interesse è quello della prominence, su cui anche CRTV sta ragionando per l’urgenza a livello di salienza e identità del nostro sistema editoriale e industriale nalla competizione globale con le grandi piattaforme.
Il Libro Bianco è uno strumento di democrazia partecipativa, non un impegno politico inalterabile, e come tale i suoi contenuti si verificheranno nel corso del dibattito politico-istituzionale. Il testo è stato presentato il 28 aprile scorso dal DCMS (Department of Media, Culture and Sport, il corrispondente del nostro Ministero della Cultura) al Parlamento.
Sono molti i temi proposti per l’aggiornamento (di seguito riportiamo una lista, ripresa dalla suddetta presentazione), riservandoci di ritornare su singoli aspetti di interesse in futuro.
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