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Regno Unito, il Libro Bianco rilancia la televisione come servizio pubblico

25 Maggio 2022

Nella proposta del Governo si ribadisce il ruolo centrale dei broadcaster nella produzione di contenuti nazionali: il nuovo mandato di “servizio pubblico”, che si rivolge a tutti gli operatori, propone una semplificazione degli obblighi e un aggiornamento della prominence all’ambiente digitale connesso.

I rapidi cambiamenti nella tecnologia, le abitudini di visione e l’emergere di giganti dei media globali hanno portato nuove sfide alle emittenti del Regno Unito. Sempre più persone guardano i programmi sui loro telefoni, laptop, tablet, console di gioco e su smart TV. La concorrenza per i telespettatori e gli introiti pubblicitari si è intensificata. Secondo Ofcom, la quota di visualizzazione totale per i canali TV “lineari” come ITV e BBC è diminuita di oltre il dieci per cento tra il 2017 e il 2020. La quota per servizi di video on demand in abbonamento come Netflix e Amazon Prime Video nello stesso periodo è passato dal 6% al 19%.

E tuttavia le emittenti di servizio pubblico (PSB)– NB: sotto questa definizione rientrano tutti i maggiori canali nazionali pubblici e privati, uniti da un quadro normativo e obblighi precisi (“psb compact”) – “sviluppano talenti e competenze, guidano la crescita nelle industrie creative e offrono contenuti britannici distintivi e diversificati” indica il sito del governo dove si illustrano le principali caratteristiche della proposta che è volta a permettere loro di competere in modo equo e continuare a realizzare spettacoli amati in patria e all’estero e supportare il settore produttivo in forte espansione del Regno Unito –  3 miliardi di sterline nelle stime fornite, anche al netto dell’apporto degli studi di produzione di BBC, ITV e Channel 5.

Semplificazione e prominence. Le emittenti del servizio pubblico del Regno Unito non saranno più soggette alla serie complicata di “scopi” e “obiettivi” di leggi che ormai risalgono al 2003. Il loro mandato sarà rivisto e semplificato, con una nuova definizione di cosa significa essere un PSB e un focus sulla creazione di spettacoli distintivi che riflettano la cultura britannica, supportino la produzione cinematografica e televisiva nazionale e forniscano notizie imparziali e accurate.

Semplificazione significa, tra l’altro, maggiore libertà e flessibilità nell’adempimento ai propri obblighi di servizio pubblico e la possibilità di declinare i propri contenuti di servizio pubblico anche online ai fini delle quote qualificanti.  In questo ambiente deve essere assicurata la diffusione (must carry/must offer su piattaforme online) e la reperibilità: il governo si impegna ad assicurare che i contenuti PSB siano sempre diffusi e facili da trovare per il pubblico del Regno Unito sui dispositivi connessi e sulle principali piattaforme online, inclusi smart TV, set-top box e streaming stick. Queste le caratteristiche principali della nuova prominence digitale (prima solo declinata in LCN e EPG sugli schermi per la fruizione lineare. Ci sarà un ruolo dell’Ofcom nel controllare, guidare la negoziazione, nel caso sanzionare.

Le proposte includono anche misure per proteggere il pubblico da una gamma più ampia di contenuti nocivi, durante la visione di programmi sui servizi di video on demand (VoD). Tali servizi saranno sottoposti alla giurisdizione del Regno Unito e soggetti a un codice Video-on-Demand simile al Broadcasting Code, imposto da Ofcom. Le multe per le violazioni potrebbero arrivare a £ 250.000 o al cinque per cento del fatturato annuo. Si permette inoltre a Channel 4 di diventare soggetto privato a tutti gli effetti (ora no profit, con obblighi di reinvestimento), mantenendo tuttavia gli obblighi specifici di programmazione di nicchia e sperimentale. Il libro bianco propone infine l’opportunità di assicurarsi i diritti sui principali eventi sportivi della TV in onda come la Coppa del Mondo FIFA e Wimbledon che devono restare appannaggio esclusivo del PSB attraverso una riforma del regime degli eventi elencati, che revisione esaminerà anche l’aggiunta di diritti digitali e on demand per garantire l’accesso gratuito per i “gioielli della corona” dello sport sulle piattaforme digitali.

Il cantiere normativo del Regno Unito appare di particolare interesse per la visione strategica di promozione del broadcast nazionale. E in un’ottica di Brexit, “non si intende buttare il bambino con l’acqua sporca”, ma sfruttare l’apertura dell’uscita dalla UE per guadagnare in semplificazione e flessibilità, tema anche per CRTV fondamentale per rendere il settore più competitivo. Altro aspetto di estremo interesse è quello della prominence, su cui anche CRTV sta ragionando per l’urgenza a livello di salienza e identità del nostro sistema editoriale e industriale nalla competizione globale con le grandi piattaforme.

Il Libro Bianco è uno strumento di democrazia partecipativa, non un impegno politico inalterabile, e come tale i suoi contenuti si verificheranno nel corso del dibattito politico-istituzionale. Il testo è stato presentato il 28 aprile scorso dal DCMS (Department of Media, Culture and Sport, il corrispondente del nostro Ministero della Cultura) al Parlamento.

Sono molti i temi proposti per l’aggiornamento (di seguito riportiamo una lista, ripresa dalla suddetta presentazione), riservandoci di ritornare su singoli aspetti di interesse in futuro.

  • Bloccare il prezzo del canone TV a £ 159 per due anni.
  • Aumentare il limite di prestito commerciale della BBC da £ 350 milioni a £ 750 milioni.
  • Revisione del modello di finanziamento del canone prima della prossima Charter (BBC).
  • Aggiornare il mandato di servizio pubblico di S4C a includere i servizi digitali e online.
  • Perseguire un cambio di proprietà di Channel 4.
  • Rendere chiara nella legislazione l’importanza dei programmi trasmessi nelle lingue regionali e minoritarie del Regno Unito.
  • Sostituire l’obsoleto insieme di quattordici “scopi” e “obiettivi” sovrapposti a cui le emittenti di servizio pubblico devono sottostare con un mandato nuovo e più breve
  • Dare alle emittenti di servizio pubblico una maggiore flessibilità nel seguire la mission.
  • Introdurre un nuovo regime di prominence per la televisione on demand.
  • Proteggere il regime dei terms of trade del Regno Unito.
  • Portare sotto la giurisdizione di Ofcom i maggiori fornitori VoD che attualmente non sono regolamentati nel Regno Unito ma che operano e traggono profitto dal pubblico locale.
  • Precludere la scappatoia che consente ai servizi forniti da Internet non regolamentati di apparire sui televisori nel Regno Unito con guide elettroniche ai programmi aggiuntive regolamentate
  • Consultarsi sull’inclusione dell’importanza di contenuti tipicamente britannici direttamente nel sistema di quote esistente.
  • Considerare l’opportunità di rendere la qualificazione per il regime degli eventi (listed events) un vantaggio specifico per le emittenti di servizio pubblico,
  • Avvio di una revisione per valutare se introdurre un tetto alle entrate per lo status di produttore “indipendente qualificato”.
  • Continuare a sostenere le nostre industrie creative altamente qualificate e innovative attraverso sgravi fiscali per il settore creativo.
  • Sostenere la British Film Commission per facilitare la crescita di sette centri di produzione geografica, e sviluppi di nuovi studi in tutto il Regno Unito.
  • Esplorare modi per supportare le emittenti del Regno Unito attraverso possibili cambiamenti nel più ampio ecosistema pubblicitario. Ad esempio, attraverso il Programma di pubblicità online intendiamo creare condizioni di parità tra broadcast e pubblicità online.
  • Garantire che la politica commerciale del Regno Unito integri e protegga il quadro delle politiche pubbliche audiovisive del Regno Unito, incluso il mantenimento della nostra adesione alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla televisione transfrontaliera e, di conseguenza, il nostro status di opere europee.
  • Stabilire un nuovo regime favorevole alla concorrenza nei mercati digitali.
  • Collaborare con Ofcom per sviluppare proposte legislative per affrontare la divergenza nella fornitura di servizi di accesso tra i servizi di trasmissione e su richiesta.
  • Apportare modifiche al regime delle concessioni TV locali (multiplex) per consentirne l’estensione fino al 2034.
  • Consentire il rinnovo a lungo termine delle licenze multiplex DTT fino al 2034. Il governo chiederà a Ofcom di continuare a tenere traccia delle modifiche alla visualizzazione di DTT e di intraprendere una rapida revisione dei cambiamenti del mercato che potrebbero influenzare il futuro della distribuzione dei contenuti prima della fine del 2025.
  • Consultazione all’inizio del 2023 su nuove proposte per sostenere il settore radiofonico comunitario, ove necessario, anticipando modifiche ai requisiti di concessione. Inoltre, il governo rimane impegnato a legiferare per dare attuazione alle conclusioni della consultazione del 2017 sulla deregolamentazione della radio.
  • Impegnarsi ulteriormente con l’industria radiofonica e acquisire una comprensione più profonda delle politiche e delle pratiche delle piattaforme di smart speaker, per garantire che si metta in atto il miglior regime possibile per consentire alla radio di continuare a raggiungere i suoi ascoltatori anche in futuro.

 

LINK AL LIBRO BIANCO

 

 

 

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Tags | Audiovisivo, Canone RadioTv, piattaforme digitali, prominence, quote, Regno Unito, VoD
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