Le associazioni dei broadcaster unite chiedono alla UE leggi pro-futuro. Tutte le maggiori associazioni europee delle emittenti radio televisive – ACT (televisioni commerciali), AER (radio commerciali), EBU (radioTV pubbliche) ed EGTA (concessionarie pubblicitarie), con un’unica voce chiedono alla Commissione che prenda atto dell’impatto che le piattaforme online globali hanno sulla democrazia, sugli investimenti nei contenuti europei e la diversità culturale attraverso delle norme che impegnino tali operatori ad una effettiva trasparenza e responsabilità, “è questa la chiave per consentire alle generazioni future di continuare ad avere accesso a notizie affidabili e ricca pluralità di opinioni e informazioni che i media offrono e a facilitare la sostenibilità economica dell’ecosistema media europeo centrale per il suo sviluppo digitale” indica il documento. Con la lettera firmata dalle maggiori associazioni europee del settore radiotelevisivo, tutte le emittenti nazionali e locali, pubbliche e private e le concessionarie pubblicitarie si attivano presso i referenti europei in vista della prossima proposta di legge quadro sul mercato digitale. CRTV, direttamente o attraverso i propri associati, collabora con tali associazioni.
In realtà sono almeno due le proposte di legge in gestazione, l’Atto Unico Europeo (Digitale Single Act- DSA) e l’Atto per il Mercato Digitale (Digital Market Act – DMA), quest’ultimo nato come una costola del primo, che la Commissione Europea si appresta a proporre il prossimo dicembre. Si tratta di leggi che dopo le consultazioni che si sono concluse lo scorso settembre, intendono creare un quadro normativo di riferimento per regolare le grandi piattaforme online: sotto il profilo dei rapporti con gli utenti (consumer e business), aspetti ancora oggi regolati dalla direttiva e-commerce di 20 anni fa, che necessita di aggiornamento; e sotto il profilo competitivo, attraverso delle norme ex ante che permettano di intervenire tempestivamente su situazioni strutturali di gatekeeping, concorrenza sleale e posizioni dominanti che già si sono generati in molti mercati, non solo media. Di seguito le maggiori istanze presentate, in allegato il testo originale in inglese.
DSA e DMA nel quadro delle norme esistenti, fra cui copyright e AVMS. L’imminente revisione deve proporre misure per garantire che le piattaforme online globali non limitino l’accesso o modifichino i fornitori di servizi di media, contenuto che è già regolamentato. Le misure esistenti nella direttiva sul diritto d’autore e nella direttiva sui servizi di media audiovisivi devono continuare a prevalere per mantenere la certezza del diritto, investimenti nella diversità culturale e il pluralismo dei media in Europa.
Obblighi di responsabilità e trasparenza verso utenti e autorità. Il Digital Services Act, che aggiornerà la direttiva sul commercio elettronico del 2000, deve rafforzare gli obblighi delle piattaforme volti a combattere i contenuti illegali, contenuti piratati che drenano i nostri ecosistemi creativi, e i contenuti d’odio e dannosi che minacciano le nostre democrazie. Le piattaforme devono impegnarsi a rispondere alle richieste degli utenti user e consumer, offrendo trasparenza (principio conosci il tuo utente) e alle autorità a cui devono garantire di rispondere efficacemente a obblighi attuali e futuri. Le emittenti devono poter capire in che modo un algoritmo utilizza il loro contenuto e influisce sul suo sfruttamento.
Responsabilità: le piattaforme non sono né passive né neutrali nell’offerta di contenuti. Le grandi piattaforme online svolgono un ruolo innegabile nell’accesso ai contenuti online, utilizzando algoritmi per organizzare, classificare, moderare e / o commercializzare i contenuti e sfruttare i dati degli utenti per massimizzare gli introiti pubblicitari e la redditività. Tuttavia, rimangono in gran parte irresponsabili nei confronti del pubblico e le loro pratiche mancano della necessaria trasparenza. Ciò è in netto contrasto con i servizi di media che sono soggetti a specifici standard normativi e supervisione in Europa. Qualsiasi suggerimento che le piattaforme online, che interagiscono attivamente con i contenuti che ospitano, possano richiedere ulteriori esenzioni di responsabilità per incoraggiare un buon comportamento (protezione del “buon samaritano”), manca il bersaglio. Non sono ospiti né passivi né neutrali.
Level playing field. Le emittenti sono soggette a controlli e standard specifici in Europa, che si applicano indipendentemente dal modo in cui i servizi vengono consumati. Consentire ai termini e alle condizioni imposti unilateralmente di grandi piattaforme online di interferire con i servizi e i contenuti dei media mina la libertà editoriale e l’indipendenza dei media e mina direttamente la fiducia del pubblico nei media e nella democrazia.
Norme ex ante per la concorrenza. Diverse piattaforme online globali occupano posizioni di gatekeeping nella catena del valore digitale facendo leva sulle loro dimensioni e la loro posizione strategica per imporre pratiche sleali che ostacolano la concorrenza, anche nei mercati adiacenti. Per quanto riguarda lo specifico delle emittenti, molti dei punti di accesso per i contenuti digitali avvengono tramite motori di ricerca, social network, dispositivi intelligenti (inclusi altoparlanti intelligenti e assistenti vocali), app store e relativi sistemi operativi, tutti dominati da un numero relativamente limitato di aziende che fungono da gatekeeper. Inoltre, i fornitori di servizi media, come altri utenti delle piattaforme, sono soggetti a pratiche sleali come l’auto-preferenza delle piattaforme per i propri servizi, pratiche di raggruppamento, mancanza di accesso ai dati in relazione ai servizi di media e mancanza di trasparenza su come le piattaforme raccolgono e utilizzano i dati così come su come viene misurato il pubblico. Troppo spesso, i media sono costretti ad accettare termini e condizioni senza alcun margine di negoziazione (approccio “take or leave”). Il modo in cui alcune piattaforme online dominano attualmente il mercato della pubblicità online è un esempio significativo. Questo è il motivo per cui sosteniamo con forza le misure ex ante in una nuova legge sui mercati digitali che metterà fine a queste pratiche e correggerà gli attuali squilibri.
Leadership UE. L’Europa può essere un leader globale nel dare forma allo spazio digitale e nel modo in cui i media operano al suo interno a vantaggio della società solo a condizione che i nuovi progetti di legge includano disposizioni chiare in linea con i principi di cui sopra.
ALLEGATO
Lettera Congiunta ACT AER EBU ACT su DSA_ENGL