Il cordoglio di CRTV e del suo Presidente, le principali tappe della sua carriera. L’11 gennaio ci ha lasciato David Sassoli, giornalista di carta stampata e di televisione e poi europarlamentare del Partito democratico dal 2009, Presidente del Parlamento europeo dieci anni dopo. Lo scorso dicembre Sassoli aveva anticipato che non si sarebbe ricandidato alla guida dell’Europarlamento e infatti, l’elezione del nuovo Presidente del PE avrà luogo martedì prossimo durante la plenaria di Strasburgo. CRTV si unisce al cordoglio della televisione e dei telespettatori per cui Sassoli è stato un volto rassicurante in molti eventi importanti della cronaca nazionale e internazionale “che entrava in punta di piedi in casa degli spettatori all’ora di cena”, come insegnava Albino Longhi. E un rappresentante autorevole, concreto e al tempo stesso visionario dell’Italia in UE. Dal Presidente di CRTV Franco Siddi, un saluto personale è accessibile da questo Link.
Giornalismo e cattolicesimo laico. David Maria Sassoli, classe ‘56, fiorentino di nascita e per passione (la Fiorentina è la squadra del cuore) si trasferisce da piccolo con la famiglia a Roma, dove frequenta il liceo classico Virgilio, la facoltà di Scienze politiche, e passa subito alla pratica professionale presso Il Tempo, poi l’Asca: quando collabora con l’agenzia cattolica, segue un incontro a Parigi destinato a suscitare clamore, tra l’allora ministro socialista De Michelis e il rifugiato politico di Autonomia Operaia Oreste Scalzone. Nel 1985 passa alla redazione romana del Il Giorno, dove rimane per sette anni seguendo i principali avvenimenti politici e di cronaca: durante questo periodo è testimone diretto di eventi importanti, fra cui la caduta del Muro di Berlino. Impegnato fin da giovane in attività associative, come gli Scout e i movimenti giovanili cattolici “ha sempre ritenuto possibile una stretta collaborazione tra questi ultimi e i laici, recita la biografia istituzionale sul sito del Parlamento UE. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti nel 1986, è tra i fondatori di Articolo 21, movimento di difesa della libertà di stampa.
Dalla carta stampata al tubo catodico. Nel 1992 viene assunto dalla Rai dove rapidamente diviene uno dei volti più familiari per il grande pubblico: inizia la sua carriera come cronista televisivo e corrispondente per il TG3, per poi occuparsi di altri programmi di informazione su Rai Uno e Rai Due, prima di entrare a far parte, nel 1999, della redazione del TG1 come inviato speciale. Nei dieci anni successivi è responsabile della gestione dei telegiornali in prima serata e copre i maggiori eventi e servizi nazionali e internazionali. Nel 2007 diventa vicedirettore del TG1 e responsabile dei programmi di approfondimento “TV7” e “Speciale TG1” nell’era di Gianni Riotta.. Nel 2004 è eletto Presidente dell’Associazione Stampa Romana.
Impegno politico: Europa, Europa, Europa. Quando nel 2007 nasce il Partito Democratico (PD), Sassoli decide di entrarvi a farne parte “ritenendolo il posto giusto per dar voce al suo impegno politico” (ibidem). Il 7 giugno 2009 è eletto deputato del Parlamento europeo nella circoscrizione per l’Italia centrale, nella legislatura 2009-2014 è capo delegazione del partito, nel 2014 viene rieletto, sempre per il PD, con oltre 200.000 preferenze (60.000 solo a Roma) e nel luglio dello stesso anno viene eletto Vicepresidente del Parlamento Europeo con l’incarico di responsabile per la Politica del mediterraneo, il Bilancio e gli immobili. Inizia il suo lavoro per rendere il Parlamento UE più efficiente e aperto ai cittadini, promuovendo trasparenza la tracciabilità delle spese, rendiconto delle attività dei deputati, messa a gara dei servizi. Nel 2019 è eletto per la terza volta parlamentare europeo, dal luglio dello stesso anno Presidente del Parlamento europeo, secondo presidente italiano dopo Antonio Tajani da quando l’assemblea di Strasburgo è eletta a suffragio universale. Nella carriera europea solo una parentesi di politica nazionale: nel 2013 si candida alle primarie per il sindaco di Roma dove arriva prima di Paolo Gentiloni, ma dopo il vincitore, Ignazio Marino.
La Presidenza in un momento difficile: visione e concretezza. “Da Presidente del Parlamento Europeo, la sua capacità di combinare idealismo e mediazione lo ha reso protagonista di uno dei periodi più difficili della storia recente, una voce attenta e autorevole, a difesa dei valori europei e dei diritti dei più deboli” ha detto il premier Mario Draghi nella commemorazione di David Sassoli alla Camera. Come primo atto della sua presidenza, Sassoli decide di rendere omaggio a tutte le vittime del terrorismo in Europa, e visita la stazione della metropolitana di Maalbeek, uno dei siti degli attentati di Bruxelles del 2016. Scoppia la pandemia di COVID-19 e auspica per l’Europa un bilancio comunitario che investa sulla ricerca scientifica, evitando «tagli sulla vita degli europei». E’ favorevole alla creazione di una centrale acquisti per l’approvvigionamento condiviso di beni strumentali e materiali sanitari di consumo, cerca di portare la sanità al centro delle politiche europee. Tra le battaglie vinte, l’iVoting per i 700 parlamentari europei, sostenuta da Sassoli per continuare ad esercitare in sicurezza le funzioni legislative e, in prospettiva, rendere l’Europarlamento economicamente più sostenibile grazie agli strumenti digitali. La procedura appositamente studiata, introdotta a partire dalla plenaria straordinaria di giovedì 26 marzo 2020, consente di approvare le misure di emergenza per la crisi pandemica, incluso il Piano straordinario Next Generation EU, ed è utilizzata ancora oggi, anche in modalità mista.
Un interlocutore attento e sensibile alle istanze del mondo dell’informazione. Nonostante il ruolo istituzionale di Presidente del Parlamento UE, la sua storia e la sua sensibilità lo tengono vicino alle grandi istanze del mondo dell’informazione – tra le sue ultime battaglie, l’impegno per i diritti in Russia e il caso Navalny, per cui è finito nella lista nera di Mosca. Un esempio per tutti è la travagliata approvazione della direttiva copyright, per la quale Sassoli si è batte per spronare l’Aula ad approvare rapidamente misure al passo con i tempi a tutela e promozione della proprietà intellettuale in scenari tecnologici in continua evoluzione (lo ricordano, tra gli altri, Aie e Fieg in una nota).
Innovazione, protezione, visione. “Tutta la Rai, azienda nella quale ha sviluppato la sua carriera da giornalista e ha raggiunto grande e meritato successo, lo piange e lo ricorda con amicizia e affetto. Chiunque abbia condiviso con lui il lavoro in azienda ne sottolinea la passione civile, l’etica professionale, l’istinto da cronista e insieme la gentilezza” commentano nel comunicato la Presidente della Rai Soldi e il DG Fuortes. “La sua eredità, un modo di intendere il giornalismo come difesa costante della democrazia e di attenzione agli ultimi, ai più fragili!”, ha scritto il Cdr del Tg1. “Credeva nella Rai Servizio Pubblico, nell’Europa, nel ruolo del sindacato nella lotta per la libertà di stampa” è il saluto di UsigRai, che ricorda l’impegno di Sassoli nel sindacato e da presidente dell’Associazione Stampa Romana. Anche il mondo del calcio ha tributato onori e cordoglio, rendendo omaggio a un vero tifoso di calcio, campione della democrazia europea e dei valori (Ceferin Uefa). Romano di adozione, Sassoli ha sempre mantenuto la passione nella Fiorentina, la squadra viola della città natale. Il colore viola ricorre anche nell’appello internazionale “Per un rinascimento culturale dell’economia”, pubblicato il 7 giugno 2020 su Corriere della Sera, El País, Le Monde. Firmato dal Presidente Sassoli e architetti, creativi, premi Nobel propugna l’”economia viola” intesa come “un’economia capace di adattarsi alla diversità umana nel contesto della globalizzazione e parte dalla dimensione culturale per valorizzare beni e servizi”, con insistenza sul ruolo di conservazione e valorizzazione degli elementi originali propria identità culturale come “vantaggio competitivo”. Un manifesto e una visione per il futuro che, come industrie del settore culturale e informativo, condividiamo.
“L’Europa ha bisogno di un nuovo progetto di speranza.
Penso che questo progetto possa essere costruito intorno a tre assi forti:
un’Europa che innova, che protegge e che sia faro”
(Sassoli videomessaggio di Natale)