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Sì del Parlamento UE alla tutela del copyright online

26 Marzo 2019

copyright online

Il Parlamento UE ha votato oggi le nuove regole sul diritto d’autore online: la direttiva è stata approvata con 348 voti favorevoli, 274 contrari e 36 astensioni. Si conclude così il processo legislativo per il Parlamento europeo: spetterà ora agli Stati membri riuniti nel Consiglio dei Ministri UE nelle prossime settimane approvare formalmente il testo, che entrerà in vigore due anni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale UE. Le disposizioni più importanti ai fini dell’estensione della tutela del diritto d’autore all’ambiente online sono a nostro parere quelle contenute nell’art. 13, dove si dispone che le piattaforme di condivisione di contenuti online quando permettono di accedere a contenuti protetti da copyright fanno un atto di comunicazione al pubblico (o di messa a disposizione del pubblico) e come tali devono ottenere una autorizzazione dai detentori del diritto. Un’estensione a lungo dovuta.

Allineandosi a quanto previsto da editoriali autorevoli –  fra cui da ultimo quello dell’Economist, “Why big tech should fear Europe”, dove si riconosce all’Europa una leadership nella cultura giuridica del web incarnata dalle recenti iniziative su privacy, GDPR, hate speech e concorrenza –  il Presidente di CRTV Franco Siddi ha commentato: “si tratta di un passo importante anche per la cultura giuridica europea, i diritti della produzione intellettuale sono veri diritti di libertà e democrazia, un patrimonio di civiltà e di valori economici e sociali condivisi che deve sposarsi con l’innovazione”.

Il testo votato  è quello scaturito dalla nuova negoziazione nella Commissione Affari giuridici del Parlamento nel febbraio scorso: un testo di compromesso, risultato delle mediazione di molte istanze. Il comunicato recita che:

  • “Le piattaforme online saranno responsabili dei contenuti che gli utenti caricano”. In realtà è più corretto dire responsabilizzate, viene fatto salva l’esenzione generale prevista dalla direttiva e-commerce, non si configurano obblighi generali di monitoraggio né filtri ex ante. Le piattaforme devono ottenere una autorizzazione dai detentori del diritto (best effort) e viene dato atto di azioni spedite, dietro congruo avviso, di rimozione dei contenuti in violazione del copyright
  • “Hyperlink ad articoli di attualità accompagnati da ‘singole parole o brevi estratti’ (snippets) possono essere condivisi così come Meme o GIF”, su cui si è concentrata molta della massiccia campagna contro la direttiva. Come ha commentato il relatore del provvedimento il deputato Axel Voss “Tali disposizioni non erano di per sé necessarie, perché la direttiva non creerà nuovi diritti per i titolari. Tuttavia, abbiamo ascoltato le preoccupazioni sollevate e abbiamo scelto di garantire doppiamente la libertà di espressione”.
  • “I giornalisti hanno diritto a una quota delle entrate legate al diritto d’autore ottenute dal loro editore”. Si tratta di un diritto connesso, questo sì una novità, nato dall’esigenza di tutelare l’impatto dirompente della Rete sul giornalismo professionale.
  • “Le start-up saranno soggette ad obblighi meno rigidi”. Come ha commentato Voss: “Le aziende leader di domani sono le start-up di oggi”.

Sono numerose infine le esclusioni e le eccezioni che assicurano che la ricerca e la condivisione per usi scientifici avvenga anche nelle sue forme più innovative (text and data mining). Il caricamento di opere su enciclopedie online non commerciali come Wikipedia – che inspiegabilmente, ancora in questi giorni, ha oscurato molti siti nazionali –  o su piattaforme open source, sarà automaticamente escluso dal campo di applicazione della direttiva che consentirà anche l’utilizzo gratuito di materiale protetto da copyright per preservare il patrimonio culturale e delle opere fuori commercio quando non esista un’organizzazione di gestione collettiva che possa rilasciare una licenza.

Attualmente le aziende online sono poco incentivate a firmare accordi di licenza equi con i titolari dei diritti, in quanto non sono considerate responsabili dei contenuti che i loro utenti caricano, sono obbligate a rimuovere i contenuti che violano i diritti solo su richiesta del titolare, un’attività onerosa per i titolari dei diritti e che non garantisce loro un reddito equo. La responsabilizzazione delle aziende online prevista dalla direttiva aumenterà le possibilità dei titolari dei diritti – musicisti, interpreti e sceneggiatori, ma anche editori di notizie e giornalisti – di ottenere accordi di licenza e una remunerazione più equi per l’uso delle loro opere online.

“Si tratta di un accordo che protegge la vita delle persone, salvaguarda la democrazia, difende un panorama mediatico diversificato, rafforza la libertà di espressione e incoraggia la creazione di nuove imprese e lo sviluppo tecnologico” ha commentato il relatore Voss, ma soprattutto si tratta di norme che “aiutano a rendere Internet pronta per il futuro, uno spazio a beneficio di tutti, non solo di pochi potenti”. Concordiamo in pieno, la creazione di un sano ecosistema online richiede interventi che promuovano la parità delle condizioni per tutti gli attori in gioco.

 

 

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Tags | Copyrigth, diritto d'autore on line, GDPR, hatespeech, Parlamento UE, Voss
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