Siae è uno dei primi soggetti in Europa a rinnovare una licenza con Meta sulle basi della nuova direttiva. Si è svolta in data 30 marzo presso le Commissioni riunite Cultura (VII) e Trasporti (IX) della Camera dei Deputati l’audizione informale di Salvatore Nastasi, Presidente della Società italiana degli autori ed editori (SIAE) in merito al mancato accordo con la società Meta con particolare riferimento alla tutela del diritto d’autore nell’ambito delle attività dei prestatori di servizi di condivisione di contenuti online. Si tratta di rinnovo della licenza, scaduta il 16 dicembre scorso, come noto Meta ha interrotto la trattativa e minacciato di rimuovere le musiche degli autori rappresentanti da Siae utilizzate sulle proprie piattaforme social. L’Italia è il primo Paese europeo di grandi dimensioni a dover trattare una nuova licenza col colosso Meta dopo il recepimento della nuova direttiva sul diritto d’autore. Nastasi ha dichiarato che Siae opera in un regime liberalizzato di fatto, ma ancora oggi la quasi totalità degli autori ed editori italiani la sceglie per farsi rappresentare: pertanto la battaglia che si sta facendo in questi giorni non è solo economica, ma culturale, per tutelare l’industria culturale e creativa italiana. Le dimensioni di Siae rispetto a Meta sono molto piccole, e per questo è stato richiesto un aiuto alla politica e alle istituzioni.
A livello di argomentazioni, il Presidente ha sostenuto che, durante le trattative, Siae non è riuscita ad accedere a dati a supporto della richiesta economica, nonostante la nuova direttiva sul diritto d’autore (790/2019, in particolare gli articoli 17 e 19) abbia messo sullo stesso piano utilizzatori e piattaforme e previsto l’obbligo di trasparenza su una serie di informazioni fondamentali. Ha ricordato che in in corso di trattativa, Meta, via comunicato stampa, che in caso di mancata accettazione della proposta, unilaterale secondo Siae, in mancanza di informazioni a sostegno, sarebbero stati eliminati tutti i contenuti della musica italiana dalla piattaforma, una richiesta inaccettabile. Ha precisato, tuttavia, che la scelta di rimuovere i contenuti ha avuto un effetto relativo. Ha richiesto al Parlamento un intervento di moral suasion su Meta per la condivisione delle informazioni necessarie.
Gli Onorevoli intervenuti hanno chiesto chiarimenti sull’entità dell’aumento richiesto da SIAE al rinnovo, aggiornamenti sulla situazione nel periodo transitorio (presenza della musica italiana, royalties danno, interruzione o meni della trattativa), eventuali informazioni su quanto stipulato da Meta con collecting negli altri Paesi e se SIAE sia riuscita a chiudere accordi recenti con altri grandi players.
Sull’aumento richiesto da Siae, il Presidente Nastasi ha specificato che esiste un prima e un dopo direttiva, e che quest’ultima prevede l’allineamento tra utilizzatori e piattaforme e menziona percentuali di fatturato e di ricavi: Meta è ripartita unilateralmente dalla licenza pre-Covid e pre-direttiva, senza condividere dati fondamentali per concludere l’accordo.
Riguardo alla trattativa, mai interrotta, pur avendo Meta una sede italiana, referente principale con poteri decisionali, sono gli uffici in Usa. Riguardo al danno economico attuale e la rimozione o meno dei contenuti, ha affermato che Meta sta utilizzando contenuti Siae. Ha ricordato che la licenza Siaecopre più di 100 Paesi nel Mondo e ha specificato che il repertorio italiano viene utilizzato in tutti i Paesi tranne l’Italia, senza alcuna limitazione. Rispetto al comunicato stampa della piattaforma – riferito all library per la sincronizzazione delle stories e dei reels su Instagram – ha aggiunto che rappresenta solo un sottoinsieme dell’utilizzo massivo del repertorio Siae.
Riguardo alla situazione all’estero, l’Italia è stato uno dei pochi Paesi che ha perseguito l’obiettivo dell’adozione della direttiva in tempi rapidi. Siae non sta portando avanti nessuna iniziativa a livello europeo, in quanto la comunicazione della chiusura delle trattative da parte di Meta è un fatto recente, ma ha indicato che diversi player hanno espresso il loro supporto e la loro collaborazione in quanto nel 2023 scadono diverse licenze a livello europeo e la preoccupazione per il potenziale effetto domino di un braccio di ferro di Meta.
Riguardo agli accordi con altri grandi utilizzatori ha citato quello con Youtube, conclusosi a seguito di una lunga trattativa (10 mesi), basato sulla nuova direttiva europea, con vantaggio per entrambe le parti. Riguardo agli accordi di altre collecting – in particolare Soundreef, che ha dichiarato di aver trovato un accordo con Meta, ha dichiarato di non aver elementi in merito anche per l’esistenza di clausole di riservatezza. Nastasi ha indicato inoltre che Soundreef ha una licenza tramite un soggetto estero, non negozia direttamente con Meta e comunque rappresenta una quota esiziale rispetto agli associati Siae. In definitiva, Siae è l’unico soggetto italiano che negozia licenze direttamente con Meta, le stesse case discografiche italiane hanno accordi che recepiscono negoziazioni che vengono svolte a livello globale dalla casa madre, e uno dei primi, in mercati comparabili per dimensioni all’Italia e che abbiano applicato compiutamente la nuova direttiva copyright.
Siae ha avuto degli incontri con l’Antitrust e Agcom (quest’ultimo in seguito audito presso le stesse commissioni, si veda ), ai quali ha esposto le ragioni per cui ha ritenuto che l’atteggiamento di Meta sia stato distorsivo del mercato e dei principi della concorrenza, e a livello governativo ha avuto sostengo dal Ministro della Cultura Sangiuliano, e dalla Sottosegretaria Lucia Bergonzoni che ha convocato un tavolo per facilitare la trattativa per giovedì 6 aprile.
Per Meta e Soundreef, gli auditi non hanno autorizzato la trasmissione, in diretta streaming, dei loro interventi e pertanto si segnala il seguente link alla memoria svolta dai rappresentanti di Meta.
Tale memoria è stata oggetto di una replica da parte di Siae, link al comunicato.