Il settore radiotelevisivo sta concludendo un processo accelerato di innovazione per lasciar spazio al 5G e ai benefici di sistema che esso comporta e per questo richiede una politica industriale attenta, semplificazione di norme e regole, sostegno all’innovazione, e di far quadrato sul ruolo dell’informazione e il pluralismo dell’offerta editoriale qualificata, che sono patrimonio insostituibile in tempo di crisi. Così il Presidente di CRTV Franco Siddi all’assemblea di Confindustria.
Si è svolta venerdì scorso l’Assemblea privata di Confindustria, dove si sono ribadite le priorità della confederazione nel momento critico per il contesto politico economico globale e cruciale per la messa in atto del PNRR italiano.
A margine della relazione, il Presidente Siddi è intervenuto per ricordare che il settore radiotelevisivo è un sistema industriale piccolo rispetto ad altri dell’industria italiana, ma che ha un effetto moltiplicatore su molti altri comparti, ben oltre l’audiovisivo (si v. al riguardo la ricerca generata proprio in collaborazione con il Centro Studi Confindustria). Inoltre “informazione, intrattenimento, cinema e cultura generano coesione sociale che è stata importante in periodo pandemia e anche ora in tempo di guerra. Ma si tratta di un settore che non brilla di luce propria, e che va bene solo quando l’economia va bene e se ricavi e margini possono sostenere l’innovazione e l’occupazione (circa 28.000 addetti diretti, circa 100.000 gli indiretti, ndr)”. Soprattutto, il settore necessita di attenzione in questo momento delicato delle grandi trasformazioni indotte dal PNRR e dal mondo digitale. “Toccato direttamente dagli investimenti nella digitalizzazione delle reti e dei contenuti dal DVBT-2 al 5G al DAB, radio e televisioni stanno facendo grandi sacrifici per garantire la disponibilità di frequenze per la digitalizzazione più avanzata di tutto il sistema Pase e per preservare, allo stesso tempo, il patrimonio italiano di cultura, produzione e anche sicurezza digitale. Il settore soffre a causa di una iper-regolamentazione e anche di un iper stress sui quali bisogna intervenire”.
In particolare, facendo cenno alle polemiche sull’informazione che hanno coinvolto diversi associati, ha dichiarato “Quanto più saremo capaci di sostenere l’imprenditoria dell’informazione qualificata e che si assume le proprie responsabilità editoriali e di metterla in grado di avere un business equilibrato, tanto più garantiremo informazione di qualità e pluralistica. Noi abbiamo fiducia nei fatti e nelle professionalità che mettiamo in campo ogni giorno”. Il Presidente ha quindi concluso accennando al CCNL delle imprese radiotelevisive, multimediali e multipiattaforma, siglato il giorno precedente da CRTV con le associazioni sindacali di settore, dopo oltre un anno di trattative, “un atto di responsabilità e sensibilità nella consapevolezza dell’efficacia della contrattazione sociale”.