Siddi: il fulcro dell’equa remunerazione. Il tema del finanziamento del giornalismo di qualità e di una ripartizione più equa della pubblicità digitale sono stati al centro degli ultimi incontri degli “Stati Generali dell’Editoria”, dedicati all’informazione radiotelevisiva (6 giugno) e alla carta stampata e la pubblicità (11 giugno).
Da entrambi gli incontri emerge che tema centrale è quello dell’equità della remunerazione di professionisti ed editori, minacciati dall’avanzata inesorabile non tanto del web, quando degli operatori in esso ampiamente dominanti.
Il tema è stato oggetto del dibattito in sede di discussione dell’aggiornamento della direttiva sul copyright: “una battaglia vinta dal diritto europeo e dalla democrazia, ha detto Franco Siddi, Presidente di CRTV, che ha aggiunto “nel momento in cui si sono estesi principi basilari nell’ambiente digitale, quali il diritto di controllare la distribuzione della propria opera e vedere equamente remunerato il proprio lavoro”.
L’ultimo incontro in ordine di tempo è stato quello che si è svolto l’11 giugno presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri intitolato “Dalla carta stampata al digitale, effetti della raccolta pubblicitaria sull’editoria”. Il 6 giugno presso la stessa sede il tema dibattuto alla presenza dei maggiori direttori delle testate radiotelevisive è stato “Giornalismo radiotelevisivo: garanzie di libertà e indipendenza nello svolgimento della professione” .
Nell’incontro del 6 giugno al centro del dibattito il tema della qualità dei contenuti e la necessità di digitalizzare professioni e redazioni (digitalizzazione peraltro già avanzatissima nelle testate nazionali), ma, soprattutto e nuovamente, il tema della loro remunerazione.
L’aspetto qualitativo dell’informazione, implica reputazione e credibilità (in una parola autorevolezza) di chi lo veicola: è il giornalismo professionale, cardine dell’informazione televisiva e radiofonica. Una professione a tutti gli effetti (responsabilità, eticità) che richiedere di essere equamente remunerata. Peraltro a questo obiettivo tentano di dare una risposta anche le nuove disposizioni della direttiva copyright, in fase di recepimento, che prevedono un diritto connesso degli editori. Circoscritte le criticità, sugli strumenti per affrontarle, l’unica certezza appare la volontà puntare sulla autoregolazione. Ma rimane eluso il tema delle risorse a cui attingere per remunerare il giornalismo di qualità.
Nell’ultimo incontro, si è svolto alla presenza degli operatori di carta stampata e, fra gli altri, di un rappresentante di Google. “Non credo si debba intervenire per legge per limitare la supremazia delle Over the top, significherebbe intervenire sul mercato” ha detto il sottosegretario Vito Crimi che guida il Dipartimento Editoria. La supremazia degli OTT è evidente: oltre il 70% raccolta digitale italiana non va ad aziende o editori nostrani, ma alle multinazionali del web, apolidi ai fini regolatori, competitivi, fiscali. Peraltro è questa parte della pubblicità digitale che cresce a due cifre (si confronti i dati generali Nielsen con quelli FCP Assointernet riferiti al perimetro di associati sostanzialmente italiani). Il governo non intende intervenire per legge, quindi, ma può prefigurare, secondo i resoconti dell’incontro, la possibilità di un intervento regolatorio, che però “non deve essere per o contro una parte, ma offrire pari strumenti agli attori del mercato”. Su tali strumenti dal dibattito sono emersi: trasparenza e misurazione, da affidare a organismi terzi indipendenti per rendere sicuri e comparabili i dati; altri interventi hanno citato la necessità di promuovere una piattaforma nazionale alternativa (difficile da immaginarsi a quote di mercato così importanti) anche per attingere al petrolio della nuova economia digitale, i dati: quest’ultimo viceversa appare un aspetto cruciale per gli sviluppi futuri degli equilibri del mercato, non solo nazionale.
Gli incontri si sono svolti all’interno della “seconda fase” (28 maggio-4 luglio) del percorso di consultazione degli Stati Generali dell’Informazione e dell’Editoria, fase che prevede tavoli di lavoro e dibattiti pubblici aperti ad operatori e categorie del settore sui temi delineati nella prima fase (tavolo aperto).
Degli undici eventi calendarizzati ne mancano 6. Dopo il 4 luglio si apre la fase 3 in cui il dipartimento per l’editoria presenterà una sintesi delle proposte (anche alla luce di valutazioni politiche da parte del Governo): si potranno fornire feedback sui vari documenti conclusivi.
La quarta e ultima fase del percorso a settembre, momento in cui saranno presentati i testi di legge definitivi di riforma/rilancio del settore.