Gli emendamenti del Parlamento UE sulla riforma della tassazione societaria. Presenza digitale significativa e inclusione dei dati nel computo della base imponibile dei bilanci consolidati a livello UE (“data factor”) delle multinazionali: sono alcuni degli emendamenti approvati con voto del 15 marzo dal Parlamento UE alle due proposte della Commissione sulla riforma della tassazione societaria. La riforma si basa sull’introduzione della base imponibile comune consolidata per l’imposta sulle società (CCCTB) – 438 voti in favore, 145 voti contrari e 69 astensioni; e la misura, distinta e complementare, relativa alla base imponibile comune per l’imposta sulle società (CCTB) – 451 voti in favore, 141 voti contrari e 59 astensioni. La riforma renderà più difficile per le multinazionali spostare i profitti nei paesi a fiscalità agevolata e introdurrà nuovi parametri per la determinazione della presenza digitale e dei beni societari (digitali, i dati) che entrano a far parte della base imponibile.
Level playing field per profitti da attività commerciali. La presenza digitale è determinata in caso di “piattaforme o qualsiasi altro modello di business digitale basato sulla raccolta e lo sfruttamento dei dati a scopi commerciali” (considerando 6.a emendamento introdotto in entrambe i testi). Il documento riconosce anche la distorsione fra le grandi aziende e le PMI conseguente al mancato adeguamento della fiscalità all’economia digitale indicando che “Un nuovo standard per una base imponibile delle società per l’Unione dovrebbe pertanto affrontare questi tipi di carenze del mercato nel rispetto di obiettivi di chiarezza e certezza giuridica a lungo termine e rispetto del principio di neutralità fiscale” (considerando 1 emendato, in ambedue i testi). Gli emendamenti approvati dal Parlamento inseriscono nella riforma che mira ad armonizzare la tassazione delle società all’interno della UE gli istituti di base per una tassazione digitale più equa proposta. La mossa, formalmente ascrivibile al Parlamento appare un nuovo tassello della strategia UE sulla fiscalità digitale che, come noto, si sostanzierà anche in una proposta di misure temporanee ad opera della Commissione UE, prevista per il 21 marzo prossimo. La conferma di una maturata sensibilità politica dell’Unione sul tema. Le due direttive: CCTV e CCCTB. La riforma si compone di due atti legislativi, successivi nella proposta originaria della Commissione, di cui si chiede l’entrata in vigore simultanea nella versione emendata proposta dagli eurodeputati:
- Direttiva sulla base imponibile comune per le società (CCTB), una serie di regole comuni per il calcolo dei profitti tassabili nei diversi paesi europei: le multinazionali che operano in più paesi calcolano i profitti in ciascun paese secondo le regole nazionali.
- Direttiva sull’’imposta comune consolidata per le società (CCCTB) avverrà il consolidamento di profitti e perdite calcolati nei vari paesi UE a raggiungere una cifra unica di profitti netti da tassare. Una volta stabilita questa base per le imposte, il profitto totale verrà comunicato nei diversi paesi dove la società opera e le autorità fiscali nazionali tasseranno pro-quota secondo le proprie regole fiscali.
Obiettivo della direttiva CCTB è stabilire un insieme unico di norme per il calcolo della base imponibile per l’imposta sulle società nel mercato interno dell’UE; ridurre i costi amministrativi e migliorare la certezza del diritto per le imprese, uniformando il calcolo dei loro utili imponibili in tutti i paesi dell’UE; aiutare gli Stati membri nella lotta alla pianificazione fiscale aggressiva; garantire una concorrenza leale tra le imprese. La CCCTB mira a ridurre gli effetti della programmazione fiscale aggressiva permessa dall’attuale disallineamento delle normativa all’interno del Mercato Unico ed inizialmente è rivolta alle grandi aziende multinazionali che presentano bilanci consolidati – soglia minima di fatturato 750 milioni di euro annui,che va a ridursi tuttavia a zero in 7 anni. Non mira a un’armonizzazione delle aliquote fiscali o degli eventuali crediti di imposta nell’UE poiché l’imposta sulle società rimane un diritto sovrano degli Stati membri.
Presenza digitale e peso del data factor sul bilancio consolidato UE. Ambedue le misure mirano a colmare i vuoti normativi che hanno permesso ad alcune società digitali globali di ridurre drasticamente le proprie imposte, evitando di pagare le tasse dove generano i profitti. “Le nostre ricerche indicano che nei prossimi tre anni perderemo €5,1 miliardi di entrate fiscali da parte di Facebook e Google. Dobbiamo cambiare le regole affinché siano eque per tutti” ha dichiarato uno dei relatori del provvedimento sulla CCTB Paul Tang. La vera novità delle proposte, che vanno lette in parallelo soprattutto ai fini delle nuove disposizioni introdotte sulla tassazione digitale, è che forniscono i parametri per determinare una presenza digitale significativa, e ampliano i beni societari sottoposti a tassazione includendo la raccolta ed elaborazione a fini commerciali dei dati; e che questo “data factor” pesa sulla ripartizione dei dati consolidati a livello UE fra i vari Stati membri tanto quanti altri 3 fattori “tradizionali” quali il lavoro, gli asset, le vendite. Gli indicatori che consentono di identificare se un’impresa ha una “presenza digitale significativa” all’interno di uno Stato membro, assoggettabile a tassazione in quel paese sono contenuti nell’emendamento all’art. 5 – 2.a del testo sulla CCTB e includono fatturato (5 milioni di euro annui) e numero di utenti unici registrati o contratti digitali stipulati in un mese (almeno 1000), quota di archivio digitale di dati riferibili a un determinato Stato Membro (almeno 10%).
Da dove proviene l’attuale proposta. La precedente proposta relativa a una base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società, pubblicata nel 2011, non era stata approvata in sede di Consiglio, ma i lavori tecnici sugli aspetti anti-elusione avevano portato all’adozione della direttiva anti-elusione nel 2016. Nel luglio 2013 i ministri dell’UE avevano convenuto sull’opportunità di creare una base imponibile comune per l’imposta sulle società prima di procederne al consolidamento. E pertanto la Commissione europea aveva rielaborato la proposta suddividendola in due direttive le cui proposte, pubblicate il 25 ottobre 2016 giungono ora alla parte finale dell’iter. Nelle proposte sono stati integrati i suggerimenti formulati dal Consiglio sulla precedente proposta del 2011 nonché i lavori del Consiglio sulle misure anti-elusione, elemento che rende più ottimisti riguardo all’approvazione in Consiglio.
Prossime tappe. Nell’immediato l’iter prevede che il testo contenente gli emendamenti del Parlamento, qualora la Commissione non richieda un ulteriore passaggio per recepirli, cosa che non riteniamo probabile, passi in Consiglio per essere approvata con procedura legislativa speciale, ossia all’unanimità. Il testo prevede in caso di mancato consenso unanime sul tema la formulazione di una nuova proposta da parte della Commissione o la previsione di un accordo al riguardo di alcuni Stati Membri (cooperazione rinforzata). Si tratta inoltre di due proposte di direttiva, che quindi una volta approvate necessiteranno di recepimento negli ordinamenti statali.
Emendamenti approvati dal Parlamento UE