Copyright online. Un altro dei temi caldi del settore è la predisposizione di strumenti efficaci di tutela del diritto di autore online. Anche in questo ambito si riscontrano interventi a livello di singole giurisdizioni, che possono fungere da esempi di best practice, e iniziative a livello UE in attesa che la revisione della disciplina sul copyright prenda anch’essa forma. L’AGCOM di recente ha sottoposto a consultazione la revisione del regolamento sul DDA online: Confindustria Radio Televisioni ha fornito al riguardo indicazioni con un proprio contributo scritto e un’audizione. Per maggiori approfondimenti leggi QUI.
Le linee guida della Commissione UE alle autorità giudiziarie. Nel novembre scorso sono state pubblicate dalla Commissione UE le Linee Guida sulla c.d. direttiva “enforcement” (2004/48/CE) che fissa gli standard minimi per assicurare un’efficace tutela giuridica dei diritti di proprietà intellettuale, soprattutto ad uso delle autorità giudiziarie degli Stati Membri. Nelle linee guida la Commissione ribadisce la necessità di garantire: un adeguato risarcimento del danno ai titolari dei diritti lesi; specifici obblighi di diligenza in capo agli intermediari (ex considerando 48 della direttiva) o prestatori di servizi, in modo da impedire la reiterazione del danno o prevenirla (senza che questo comunque ponga in capo agli stessi un obbligo generale di sorveglianza); la possibilità di prevedere delle “ ingiunzioni dinamiche” (ex art. 9, par. 1, lett. a), Direttiva Enforcement e giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea), ad esempio nei casi in cui lo stesso sito web diventi disponibile immediatamente dopo l’emissione di un’ingiunzione con un indirizzo IP o un URL differenti, senza che si renda necessario un nuovo procedimento giudiziario, anche.
Watch list. L’Autorità USA per il commercio ha pubblicato di recente un rapporto (“The Notorious Markets List”) di particolare interesse, anzitutto perché fa una lista delle best practice adottate dai service providers online per limitare e prevenire le violazione dei diritti di proprietà intellettuale. Fra queste sono inclusi: business model che prevedano dei contratti di licenza con i titolari dei diritti, tecnologie digitali per contrastare la diffusione di materiali illeciti online, accelerazione dei tempi di risposta ai reclami dei titolari dei diritti.
Il report aiuta anche a discriminare i providers il cui obiettivo principale è monetizzare i materiali illecitamente acquisiti attraverso la pubblicità, gli abbonamenti o lo sfruttamento dei dati a fini di profilazione e introduzione di malware. Fra questi un ruolo particolare è attribuito ai fornitori di servizi di cyberlocking, tema particolarmente caldo. Secondo le stime del rapporto i proventi generati da tali sfruttamenti massivi illeciti sono quantificabili in US$ 840 milioni all’anno e una perdita per l’industria dell’intrattenimento pari almeno a cinque volte tanto. Il tema di delimitare I mercati che più sono colpiti dalla contraffazione e la pirateria online è oggetto di interesse anche della Commissione UE, che ha dedicato al tema una consultazione pubblica che scade il prossimo 16 aprile, alla quale CRTV parteciperà con un proprio position paper.
La raccomandazione della Commissione sui contenuti illegali. Rimozione dei contenuti terroristici online entro un’ora: è questa una delle più importanti misure operative che il 1 marzo la Commissione Ue ha raccomandato alle imprese e agli Stati membri per una maggiore protezione degli utenti. I messaggi di propaganda terroristica online “rappresentano infatti un rischio particolarmente grave per la sicurezza degli europei e la loro proliferazione deve essere trattata come una questione della massima urgenza”, ha sottolineato Bruxelles. Tra i contenuti illegali rientrano anche il materiale pedopornografico, i prodotti contraffatti e le violazioni del copyright.
La parte di maggiore interesse riguarda le misure che la Commissione richiede di implementare per la prevenzione, la rilevazione e la rimozione di tutte le forme di contenuti illegali online, che pur non configurando una responsabilità delle piattaforme, richiede una loro proattiva collaborazione che verrà monitorata.
La raccomandazione specifica i meccanismi che le piattaforme online dovrebbero predisporre per la segnalazione dei contenuti illegali e descrive le modalità con cui tali segnalazioni dovrebbero essere trattate (procedure di segnalazione e azione). Le piattaforme online sono inoltre incoraggiate a adottare misure proattive per identificare e rimuovere i contenuti illegali, tra le quali figurano, se del caso, strumenti automatizzati come i filtri per l’upload.
La raccomandazione incoraggia inoltre le piattaforme online a collaborare tra loro e con gli Stati membri e “segnalatori affidabili” per trarre beneficio dalla condivisione delle best practice. La raccomandazione richiede inoltre alle piattaforme online una serie di misure in materia di trasparenza, per quanto riguarda le proprie politiche relative ai contenuti, nonché una comunicazione regolare delle misure adottate per la lotta ai contenuti illegali per consentire alle autorità di regolamentazione di valutare l’efficacia delle misure proposte.
Al riguardo si ricorda che nel settembre dello scorso anno la Commissione Ue aveva adottato alcune linee guida in merito, facendo un passo avanti verso l’obbligo per i giganti del web di identificare (“detect“), rimuovere (“take down“) e bloccare (“stay down“) il materiale illecito ospitato sulla Rete. Linee guida che, tuttavia, non hanno valore legalmente vincolante, ma potrebbero indicare un indirizzo di “moral suasion”.
Dalle specifiche del comunicato stampa UE risulta che la raccomandazione lascia impregiudicata la direttiva sul commercio elettronico e le disposizioni in materia di responsabilità in essa contenute. La raccomandazione del resto è uno strumento non vincolante. Essa si basa tuttavia sul campo di applicazione della direttiva sul commercio elettronico per quanto riguarda la possibilità per gli operatori del settore di adottare misure di autoregolamentazione o per gli Stati membri di stabilire prescrizioni specifiche per la rimozione dei contenuti illegali online.
La raccomandazione non pregiudica infine i negoziati attualmente in corso per la revisione della direttiva sui servizi di media audiovisivi (direttiva SMAV). La raccomandazione è complementare a tale revisione, in quanto la direttiva SMAV contiene misure legislative specifiche per la protezione dei minori online e garantisce che le piattaforme dei social media proteggano i minori dai contenuti nocivi e tutelino tutti i cittadini dall’incitamento all’odio.
Per quanto riguarda le prossime tappe, oltre alla sopra citata revisione della direttiva sul copyright, è prossima alla pubblicazione il regolamento sulla portabilità che permetterà agli abbonati di usufruire dei servizi AV in tutto il territorio UE. Regolamento fortemente voluto dalla Commissione in un’ottica di maggiore accessibilità dei contenuti legali.
Pirateria online, la linea dura giudiziaria in Svezia in Australia. Fino a sei anni di carcere e confisca dei beni: in Svezia la proposta della ministra della Giustizia che potrebbe già essere operativa dal prossimo anno abbraccia una linea dura a tutela del diritto d’autore e il marchio registrato, e limitare i danni economici causati dalla pirateria digitale, audiovisiva e informatica. La revisione delle sanzioni nasce dalla constatazione dell’esistenza di una pirateria organizzata, capace di operare globalmente e con metodi criminali e che la pena pertanto deve essere proporzionata all’ampiezza e alla gravità del danno causato. In base alla nuova legge, la violazione del copyright sarà ritentua grave o lieve sulla base dei danni causati ai titolari dei diritti. Altra novità è che nella valutazione di una eventuale confisca dei beni saranno considerati sia quelli fisici (patrimoniali), sia quelli virtuali (tra cui piattaforme e siti web).
L’Australia invece trae le prime conclusioni dall’applicazione della revisione della normativa del copyright (c.d. site blocking law) varata nel 2015 che prevede fra le misure il blocco dell’ISP pirata da parte di un giudice. Il rapporto “Australian site-blocking efficacy Report”. (Incopro) registra nell’ultimo anno una riduzione del 53% degli accessi a contenuti illegali e il calo del 25% negli ultimi 3 anni della pirateria digitale e audiovisiva nel complesso.
Sul fronte giudiziario Mediaset, che ha fatto dei tribunali la direttrice della propria battaglia contro la pirateria, sviluppando una giurisprudenza di tutto rispetto sulle ingiunzioni “dinamiche”, ha registrato una nuova vittoria di recente che attiene all’ambito più ampio della riferibilità dei contenuti a un editore e al diritto dello stesso di autorizzarne la loro distribuzione. Il riferimento è alla sentenza del Tribunale delle imprese di Roma (tribunale specializzato in marchi, brevetti e diritto d’autore, c.d. di dritti di privativa) che ha predisposto la rimozione di tutti i video dell’”Isola dei Famosi” dalla piattaforma Dailymotion di Vivendi. Ricorso cautelare con provvedimento d’urgenza che ha imposto una penale di 10mila euro per ogni giorno di ritardo nella cancellazione dei video e il calcolo di una sanzione in automatico qualora venissero caricati ulteriori filmati del programma in futuro.