Norme antitrust UE. 4,34 miliardi di euro per aver violato le norme antitrust dell’UE con “pratiche illegali riguardanti i dispositivi mobili Android per rafforzare la propria posizione dominante sul mercato della ricerca su Internet”, quindi tecnicamente abuso di posizione dominante; e 90 giorni per porre fine a tali pratiche o affrontare penali: questi in sintesi gli estremi della decisione che ha comminato una maxi multa sa Google, la più alta nella storia delle sanzioni UE, ma più contenuta di quanto preannunciato e comunque inferiore al 1% del fatturato della holding Alphabet. Queste pratiche, in atto dal 2011, “hanno negato ai concorrenti la possibilità di innovare e competere e ai consumatori europei i vantaggi di una concorrenza effettiva nell’importante sfera mobile. Questo è illegale secondo le regole antitrust dell’UE” recita la dichiarazione di Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la Concorrenza, a commento della decisione.
Posizione dominante. Qualche dato: il motore di ricerca è il prodotto di punta di Google che genera oltre 95 miliardi di dollari da annunci pubblicitari cliccati dagli utenti da terminali mobili connessi, soprattutto smartphone e tablet: circa l’80% dei dispositivi mobili intelligenti (oltre l’85% per gli smartphone) in Europa funziona su Android. Oggi l’Internet mobile rappresenta più della metà del traffico Internet globale.
Le pratiche illegali. Le restrizioni che Google ha imposto ai produttori di dispositivi mobili e agli operatori di rete dal 2011 per garantire che il traffico vada alla Ricerca Google sono di tre tipi:
- Google ha richiesto richiede ai produttori di preinstallare le app di ricerca e il browser di Google sui dispositivi che utilizzano il sistema operativo mobile Android. La preinstallazione è necessaria per vendere dispositivi con l’app store di Google;
- Google ha pagato produttori e operatori di rete per assicurarsi che solo l’app di Ricerca Google sia preinstallata su tali dispositivi;
- Google ha ostacolato lo sviluppo di sistemi operativi mobili concorrenti.
Sanzione e adeguamento. La multa di 4,34 miliardi di euro riflette la natura “seria e prolungata” delle violazioni delle norme antitrust dell’UE da parte di Google. La decisione richiede a Google di porre fine alla sua condotta illegale entro 90 giorni, in modo efficace, adeguamento che sarà monitorato molto attentamente e, in caso di inadempienza, soggetto a penali fino al 5% del fatturato medio giornaliero della holding Alphabet, per ogni giorno di non conformità.
Google è inoltre suscettibile di azioni civili per risarcimento di danni davanti alle autorità giurisdizionali degli Stati membri da ogni persona o impresa lesa dal suo comportamento anticoncorrenziale, rese più facili dalla nuova direttiva UE sui danni derivanti dalla violazione delle norme antitrust a favore delle vittime di danni da pratiche anticoncorrenziali.
Le altre indagini su Google. La Commissione ha già multato Google nel 2017 per 2,4 miliardi di euro per aver abusato di posizione dominante con il motore di ricerca, dando un vantaggio indebito al proprio servizio di comparazione degli acquisti. Inoltre, la Commissione continua a indagare sulle pratiche commerciali di Google relative ad altri servizi di ricerca verticale e AdSense.
La violazione del diritto UE: la dominanza del mercato implica responsabilità. “Il dominio del mercato non è, in quanto tale, un problema ai sensi delle norme antitrust dell’UE. Ma con il dominio del mercato viene la responsabilità perché, quando una azienda domina un mercato, la concorrenza è già indebolita. In particolare non deve essere negato ad altre aziende la possibilità di competere nel merito, a scapito di ulteriori innovazioni e dei consumatori europei”. Questa la ratio dietro alla sanzione: non è la dominanza ad essere sanzionata, ma l’abuso di tale posizione a fini anti-competitivi. Attraverso il suo controllo su Android, Google è dominante nel mercato dei sistemi operativi mobili dal 2011. Le cifre più recenti mostrano che detiene una quota di mercato superiore al 95%. Inoltre Google è dominante in altri due mercati, ovvero l’app store per il sistema operativo mobile Android – oltre il 90% dei download di app su dispositivi Android – e in generale per la ricerca su Internet – oltre il 90% nella maggior parte dei paesi europei, come già rilevato nella decisione su Google Shopping.
Antitrust ma anche regolazione per un ambiente digitale equo. “Qualsiasi azienda è benvenuta a fare business nel nostro mercato unico, ma deve sottostare alle regole antitrust dell’UE mirate a proteggere i consumatori europei e una concorrenza effettiva. Questo è particolarmente importante nei mercati digitali” ha concluso la Vestager. “Ma abbiamo anche bisogno di una regolamentazione efficace, sulla protezione dei dati e che assicuri che le piattaforme online operano in modo trasparente”.
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