Il Consiglio ha raggiunto l’accordo sulla direttiva per un salario minimo europeo, che ora passa all’approvazione formale dei co-legislatori (Parlamento e Commissione). La Commissione a suo tempo aveva proposto – in particolare negli Stati membri in cui la copertura della contrattazione è inferiore al 70% – di stabilire un piano d’azione per promuovere la contrattazione collettiva e di fissare criteri omogenei per quei Paesi che già prevedono al proprio interno un salario minimo consentito dalla legge (21 su 27, non rientrano Italia, Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia). In ogni caso, gli Stati membri non sono obbligati a introdurlo, né si può toccare l’autonomia contrattuale delle parti sociali.
Nel suo comunicato odierno la Commissione europea ha accolto con soddisfazione l’accordo politico raggiunto tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE sulla direttiva relativa a salari minimi adeguati, proposta dalla Commissione nell’ottobre 2020, uno degli obiettivi presentati dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen all’inizio del suo mandato e ribadito nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione del 2020 come strumento per rafforzare l’equità sociale e sostenere una ripresa economica sostenibile e inclusiva.
La direttiva istituendo un quadro per l’adeguatezza dei salari minimi legali, promuove la contrattazione collettiva sulla determinazione degli stessi e migliora l’accesso effettivo dei lavoratori a tale tutela. I principali elementi della direttiva sono:
- determinazione e aggiornamento dei salari minimi legali inclusivo di: criteri chiari per la determinazione dei salari minimi; valori di riferimento per orientare la valutazione dell’adeguatezza degli stessi e loro aggiornamento periodico e puntuale (almeno ogni due anni, o al massimo ogni quattro anni per i Paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatica); istituzione di organi consultivi ai quali parteciperanno le parti sociali e in generale coinvolgimento concreto delle parti sociali nella determinazione e nell’aggiornamento dei salari minimi legali;
- promozione e agevolazione della contrattazione collettiva sui salari: la direttiva sostiene la contrattazione collettiva in tutti gli Stati membri, dato che i paesi caratterizzati da un’elevata copertura della contrattazione collettiva tendono ad avere una percentuale inferiore di lavoratori a basso salario, minori disuguaglianze salariali e salari più elevati. La direttiva chiede inoltre agli Stati membri in cui la copertura della contrattazione collettiva è inferiore all’80% di istituire un piano d’azione per promuovere la contrattazione collettiva;
- monitoraggio e applicazione della tutela garantita dal salario minimo: le misure comprendono controlli da parte degli ispettorati del lavoro, facilitazione dell’accesso a informazioni sulla garanzia del salario minimo, sviluppo della capacità di contrasto delle autorità per perseguire i datori di lavoro non conformi.
L’accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio è ora soggetto all’approvazione formale dei co-legislatori. Una volta pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE, la direttiva entrerà in vigore dopo 20 giorni e gli Stati membri la dovranno poi recepire entro due anni nel diritto nazionale.
Domande e risposte: salari minimi adeguati
Scheda informativa – Salari minimi adeguati