Per mancato / incompleto recepimento, l’Italia fra 2 mesi potrebbe essere deferita alla Corte di Giustizia UE. Ma non siamo soli, soprattutto per il Codice. Il 23 settembre la Commissione UE ha annunciato che potrebbe azioni legali nei confronti degli Stati Membri, fra cui l’Italia, che non hanno recepito negli ordinamenti nazionali la direttiva sui servizi di media audiovisivi e il codice europeo delle comunicazioni elettroniche. “Entrambe sono essenziali per la transizione digitale dell’UE e avrebbero dovuto essere recepite entro la fine del 2020”, recita la nota della Commissione. Sono 19 gli Stati membri (al netto delle sovrapposizioni sui due atti) che dispongono di 2 mesi per porre rimedio alla situazione e adottare misure nazionali di recepimento, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire i casi alla Corte di giustizia dell’UE.
La direttiva sui servizi di media audiovisivi (direttiva SMAV, Direttiva (UE) 2018/1808) aggiorna le precedenti in materia, coordina la legislazione UE su tutti i media audiovisivi e i servizi video on demand, e stabilendo misure di protezione riguardo ai contenuti messi a disposizione sulle piattaforme per la condivisione di video. In ritardo, oltre all’Italia Cechia, Estonia, Irlanda, Spagna, Croazia, Cipro, Slovenia e Slovacchia. Il termine per il recepimento della direttiva sui servizi di media audiovisivi era il 19 settembre 2020 e nel novembre 2020 la Commissione aveva avviato procedure di infrazione nei confronti di 23 Stati membri, inclusa l’Italia, per non aver notificato il pieno recepimento della direttiva riveduta sui servizi di media audiovisivi: di questi 15 Stati membri hanno in seguito comunicato la loro notifica completa, altri 3 Stati una parziale. I pareri che motivano la possibilità di questo ulteriore passo (dopo la messa in mora) vanno quindi ai 9 Stati membri sopra citati.
Il codice europeo delle comunicazioni elettroniche (Direttiva (UE) 2018/1972), rifusione di diverse norme di settore modernizza le attuali norme dell’UE in materia di telecomunicazioni per adattarle all’era digitale. In ritardo con l’Italia Estonia, Spagna, Croazia, Irlanda, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Svezia. Il termine per il recepimento del codice europeo delle comunicazioni elettroniche era il 21 dicembre 2020, le lettere di costituzione in mora erano state inviate a 24 Stati membri il 4 febbraio 2021. Di questi 8 hanno inviato la comunicazione di recepimento da allora, ed alcune, recenti, sono ancora in valutazione da parte della Commissione. La lettera parte quindi per 18 Stati Membri, più l’Italia.
La procedura di infrazione consente alla Commissione di avviare un’azione legale nei confronti degli Stati membri che non garantiscono il recepimento “tempestivo e accurato” delle direttive nell’ordinamento nazionale.
Entrambi gli atti, SMAV e Codice, insieme alla direttiva Copyright (scadenza 7 giugno 2021 (Direttiva (UE) 2019/790), e a quella sull’esercizio del diritto d’autore e dei diritti connessi applicabili a trasmissioni online e ritrasmissioni di programmi televisivi e radiofonici, cosiddetta “cavo-satellite” (Direttiva (UE) 2019/789) , erano contenuti nella legge di delegazione europea, approvata lo scorso (L.53/2021). Per le due relativa al diritto d’autore abbiamo avuto già la lettera di messa in mora sono attualmente al vaglio delle Commissioni Parlamentari competenti (Giustizia e Lavori pubblici del Senato riunite), per le quali qualche giorno fa è stato annunciato un ulteriore slittamento al 15 ottobre p.v. per esprimere il loro parere.