Le conseguenze socioeconomiche della pandemia hanno spinto la Commissione ad avviare la seconda fase di consultazione dei sindacati europei e delle organizzazioni dei datori di lavoro sul tema del salario minimo equo per tutti i lavoratori nell’Unione europea: la prima fase si è conclusa tra gennaio e febbraio. Sulla base degli input ricevuti, la Commissione ha concluso che sono necessarie ulteriori azioni a livello europeo. La Commissione mira a garantire il principio della contrattazione collettiva nella definizione di una qualsivoglia forma di salario minimo, lasciando impregiudicate le prerogative nazionali nella definizione e nei contenuti dello strumento. Le parti sociali sono invitate a rispondere alle domande della consultazione entro il 4 settembre 2020, incluso quale tipo di strumento sarebbe più appropriato, fra quelli presi in considerazione dalla Commissione, legislativi e non, ossia una direttiva nel settore delle condizioni di lavoro e una raccomandazione del Consiglio. Il prossimo passo di questa seconda fase di consultazione sono i negoziati tra le parti sociali al fine di concludere un accordo ai sensi dell’articolo 155 del trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE) o la presentazione di una proposta da parte della Commissione europea.
UE, Commissione, fase 2 di consultazione sul salario minimo
