Recupero del value gap agli aventi diritto, level playing field fra tutti gli operatori, predisposizione di un contesto normativo a prova di futuro.
La lettera di CRTV ai Parlamentari UE. Il 20 giugno si è tenuto presso la Commissione Juri del Parlamento UE un voto importante sull’articolato della direttiva di revisione del copyright. Fra i temi particolarmente caldi il cosidetto value gap, ossia la remunerazione per gli sfruttamenti di contenuti protetti da diritti di autore (e connessi) online, che ha scatenato una mobilitazione del mondo internet basata sulla retorica della libertà di manifestazione del pensiero che verrebbe indebitamente limitata da tale provvedimento.
Il motivo del contendere è la versione rivista di una norma in particolare, l’art. 13, proposta dal relatore del provvedimento Axel Voss, che prevede meccanismi di identificazione e remunerazione dei contenuti online, in parte a carico delle piattaforme online. Nonostante la campagna di informazione e controinformazione che si è sviluppata intorno a tale provvedimento, la norma rivista costituirà la base di partenza per le negoziazioni con il Consiglio.
Da decenni il settore radiotelevisivo contribuisce alla remunerazione della filiera creativa con il pagamento delle licenze a autori, artisti, interpreti ed esecutori. È tale filiera, e a valle i contenuti (acquistati, prodotti, coprodotti) distribuiti dai broadcaster che è penalizzata da utilizzi online, attualmente non controllati, spesso illeciti e non (o non adeguatamente) remunerati. Non appare accettabile che piattaforme e intermediari che anche grazie a tali contenuti hanno costruito modelli di business altamente profittevoli per ricavi pubblicitari e contatti generati e, non ultima produzione di big data, e costituito posizioni dominanti in rete e nel sistema audiovisivo si sottraggano a tali oneri. Controllo, riferibilità e remunerabilità equa, capillare e puntuale sono forme di tutela imprescindibili del diritto di autore nel mercato reale che debbono essere estese all’online. Non è più giustificabile l’asimmetria normativa e gli impatti che essa sta generando sui mercati nazionali europei. E’ tema cruciale per lo sviluppo di un ecosistema digitale sano.
CRTV si è unita alla voce delle molte associazioni di settore, fra cui ad es. ACT (associazione delle televisioni Commerciali Europee), nel sollecitare i Parlamentari UE a sostenere una norma che intende garantire la remunerazione di diritti consolidati, e porre le basi per riequilibrare una asimmetria normativa e competitiva che sta danneggiando l’industria audiovisiva europea nel suo complesso. Una norma che ben lungi dall’essere punitiva per gli operatori online e restrittiva delle libertà fondamentali della rete, intende costruire un ecosistema digitale sostenibile per tutti e a prova di futuro.