Cosa, come, quanto per l’Italia. Di seguito riportiamo alcuni estratti presi dal documento di domande e risposte della UE. SI tratta dei dettagli relativi alle diverse iniziative di mobilitazione dei fondi di investimento europei, compreso quanto si prevede possa essere destinato all’Italia.
In cosa consiste l’iniziativa di investimento in risposta al coronavirus? Con l’iniziativa di investimento in risposta al coronavirus si assicura che gli Stati membri possano utilizzare al meglio il denaro del bilancio UE per far fronte alle conseguenze della crisi del coronavirus. Tre gli elementi principali.
1) Investimenti pubblici europei per 37 miliardi di €. La Commissione propone di non chiedere agli Stati membri di rimborsare i prefinanziamenti non spesi nell’ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei per il 2019. Di regola gli Stati membri avrebbero dovuto rimborsare entro giugno 2020 un totale di 8 miliardi di € circa del prefinanziamento ricevuto ma non utilizzato per il 2019. Saranno ora autorizzati a trattenere tali fondi, beneficiando così di una riserva di liquidità. Questi 8 miliardi di € circa saranno in grado, combinati con il cofinanziamento di circa 29 miliardi di € a carico del bilancio dell’UE, di mobilitare complessivamente un sostegno di bilancio dell’UE pari a 37 miliardi di €. Non saranno necessari finanziamenti dai bilanci nazionali. Gli Stati membri avranno la possibilità di riassegnare i finanziamenti in modo più semplice,e indirizzarli gli ambiti in cui si producono le conseguenze più pesanti; allevieranno gli Stati membri in termini di onere sulle finanze pubbliche; acceleraranno la spesa dei fondi non assegnati della politica di coesione.
2) Massima flessibilità nell’applicazione delle norme dell’UE sulla spesa. La Commissione propone di sancire l’ammissibilità delle spese collegate al coronavirus nell’ambito dei fondi strutturali. In tal modo saranno ammissibili al rimborso i costi sostenuti per l’assistenza sanitaria e gli Stati membri potranno, fra l’altro:
- usare il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo sociale europeo per investire nei rispettivi sistemi sanitari;
- ricorrere al Fondo europeo di sviluppo regionale per aiutare le imprese a far fronte agli shock finanziari a breve termine collegati alla crisi del coronavirus, ad esempio in termini di capitale di esercizio delle PMI, con speciale attenzione ai settori particolarmente colpiti dalla crisi;
- ricorrere al Fondo sociale europeo per sostenere temporaneamente regimi nazionali di lavoro a orario ridotto, per aiutare ad attenuare l’impatto dello shock.
La Commissione applicherà inoltre con la massima flessibilità le norme sulla spesa per la coesione dell’UE, così da accelerare l’attuazione sul campo.
3) Accesso al Fondo di solidarietà dell’UE. La Commissione propone di includere le crisi sanitarie fra le situazioni di emergenza per cui si può attingere al Fondo di solidarietà. Attualmente questo fondo aiuta gli Stati membri a far fronte a calamità naturali di vario tipo. La misura permetterà agli Stati membri colpiti più duramente di accedere a un sostegno supplementare per un importo che potrà toccare 800 milioni di €.
Come saranno distribuiti i fondi tra gli Stati membri? Le dotazioni nazionali dipenderanno dagli importi che gli Stati membri avrebbero dovuto rimborsare alla Commissione quest’anno, dall’entità della dotazione per la coesione e dalla velocità di attuazione. Secondo quanto riportato nelle Q&A della Commissione la ripartizione indicativa per Stato membro dei volumi di investimento nell’ambito dell’iniziativa di investimento in risposta al coronavirus (CRI) è pari per l’Italia a 8,945 milioni di euro.