L’auspicio della Presidenza. “Abbiamo bisogno di adattare le nostre regole alla trasformazione digitale dell’economia e le aziende digitali devono pagare la loro giusta quota di tasse. La Presidenza vuole ottenere risultati concreti entro la fine di quest’anno. I tempi sono stretti ma sono convinto che con la volontà politica appropriata, possiamo arrivarci “. Così Hartwig Löger, ministro delle finanze austriaco e presidente del Consiglio Ecofin di cui si è tenuta una sessione il 6 novembre a Bruxelles.
Discussioni su aspetti tecnici. I ministri hanno tenuto un dibattito orientativo sulla proposta di istituire un’imposta sui servizi digitali. La discussione si è incentrata su due punti chiave della proposta della Commissione: la portata dei servizi soggetti a imposta e la questione della scadenza della direttiva – la cosiddetta “clausola di caducità”. Sulla clausola di caducità, tutti gli stati membri concordano sul fatto che la direttiva dovrebbe scadere una volta che esista una soluzione completa per tassare l’economia digitale a livello dell’OCSE. Si ricorda infatti che il dibattito ruota intorno a due iniziative proposte dalla Commissione UE che comprendono un intervento temporaneo (tassazione sui ricavi da servizi digitali) e una strutturale, che rientra nell’ ambito della discussione OCSE relativa, fra l’altro alla nozione di stabile organizzazione digitale.
…ma il nodo è politico. La proposta è stata discussa a fondo a livello tecnico e sono stati compiuti progressi su una serie di questioni quali le definizioni, la riscossione delle imposte e la cooperazione amministrativa, ma permangono differenze tra gli Stati membri – fra gli oppositori a una politica coesa UE quelli che hanno beneficiato delle condizioni di favore concesse alle multinazionali – e su varie questioni, tra cui la precisa portata dei servizi che saranno soggetti alla nuova tassa: a tale riguardo fra le discriminanti, secondo indiscrezioni della stampa tecnica, l’inclusione o meno dei ricavi da sfruttamento dei dati tema nevralgico, su cui si sta concentrando una forte azione di lobbying delle multinazionali del Web.
Il comunicato conclude che saranno necessari ulteriori lavori a livello tecnico per poter raggiungere un accordo nella sessione del Consiglio del 4 dicembre.