Il Consiglio ha adottato le conclusioni “Plasmare il futuro digitale dell’Europa“, in cui affronta un’ampia gamma di questioni connesse all’attuazione della strategia digitale dell’UE. I settori contemplati vanno dalla connettività, dalle catene del valore digitali e dalla sanità elettronica all’economia dei dati, 5G, intelligenza artificiale, piattaforme digitali. Una parte è dedicata anche alla politica dei media e alla nuova legge sul digitale (DSA).
Dati, cloud e intelligenza artificiale: sviluppo e norme antropocentriche. A fronte della crescita esponenziale della produzione e elaborazione dei dati, e del valore strategico degli stessi l’economia dei dati europea dovrebbe: essere “sviluppata in modo antropocentrico, ossia e in linea con i valori comuni dell’UE, i diritti umani e le libertà fondamentali, sulla base degli interessi dei cittadini e delle imprese europei, e nel rispetto dei diritti in materia di tutela della vita privata e protezione dei dati, della legislazione in materia di concorrenza e dei diritti di proprietà intellettuale”; sviluppare una normazione volta a favorire “interoperabilità, portabilità e sicurezza, anche per garantire l’assenza di pratiche di vendor lock-in e assicurare condizioni contrattuali equilibrate, eque e trasparenti per l’accesso di tutti gli operatori del mercato alle infrastrutture e ai servizi cloud”. Per sfide quali una qualità dei dati insufficiente, la distorsione dei dati, protezione e sicurezza dei dati o condizioni di transazione non eque, è necessario un approccio globale e strumenti strategici appropriati. incoraggia Commissione e Stati membri ad adottare misure concrete tenendo in considerazione i principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable and Reusable – reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili). Tutti principi altamente condivisibili e si spera applicati in un’ottica di level palying field a neutralità tecnologica. Anche riguardo all’intelligenza artificiale, riconosciute le potenzialità della IA anche come strumento di contrasto alla pandemia e i rischi sottesi a un suo utilizzo – fra cui discriminazioni, controllo, disinformazione, auspica un approccio antropocentrico e etico allo sviluppo e alla normazione.
Legge sui servizi digitali -DSA: nuovi modelli di business richiedono nuove regole. Riguardo al progetto della Commissione, attualmente messo in consultazione per gli aspetti relativi alle piattaforme online (responsabilità, regolazione ex ante, concorrenza) ribadisce la necessità di agire celermente in questo settore. L’economia delle piattaforme costituisce una parte importante del mercato unico ma “l’estensione e la diversità dei nuovi modelli di business e servizi digitali e le sostanziali modifiche nel tempo hanno sollevato nuove sfide non sempre contemplate dal quadro normativo esistente”: da questo deriva la “necessità di disporre di norme chiare e armonizzate, nonché fondate su elementi concreti, in materia di competenze e responsabilità per i servizi digitali”, che garantiscano agli intermediari di Internet un adeguato livello di certezza del diritto. E’ necessaria un’azione “efficace e proporzionata contro le attività e i contenuti online illegali”, ivi compresa la distribuzione di prodotti illegali, contraffatti e pericolosi, garantendo al contempo la protezione dei diritti fondamentali, in particolare la libertà di espressione, in un Internet aperto, libero e sicuro. Il Consiglio riconosce il bisogno di contrastare la diffusione dell’incitamento all’odio e della disinformazione online. È consapevole che alcune “grandissime imprese di piattaforme online” offrono a piccole società visibilità e accesso al mercato.” Esse tuttavia dispongono anche di ingenti risorse, tra cui enormi quantità di dati, che potrebbero trasformarle in controllori dell’accesso nell’economia digitale, con il potenziale rischio di vedere limitate la capacità dei nuovi innovatori di affermarsi sul mercato e la possibilità di scelta dei consumatori”. E pertanto “accoglie con favore la valutazione e il riesame in corso da parte della Commissione dell’adeguatezza della normativa dell’UE in materia di concorrenza per l’era digitale e l’avvio di un’indagine settoriale, appoggia l’intenzione della Commissione di raccogliere prove al riguardo e di valutare ulteriormente norme ex ante destinate a far sì che i mercati caratterizzati da grandi piattaforme con significativi effetti di rete, che agiscono come controllori dell’accesso, restino equi e contendibili per gli innovatori, le imprese e i nuovi operatori del mercato.
Politica dei media: sostegno a giornalismo di qualità, pluralismo e contenuti europei. Il Consiglio “sostiene il piano volto a rafforzare una politica dei media adeguata alle esigenze future promuovendo media liberi e affidabili. Il giornalismo di qualità, un panorama mediatico diversificato, sostenibile e indipendente, la trasparenza e una forte promozione dell’alfabetizzazione mediatica rivestono un’importanza particolare nel processo di trasformazione digitale e sono essenziali per la democrazia europea, contribuendo nel contempo a contrastare la diffusione di notizie false e della disinformazione online. Tale sforzo dovrebbe tener conto anche del potenziale culturale e creativo allo scopo di rafforzare i contenuti europei. Vi rientra altresì l’ulteriore sviluppo del programma Europa creativa dell’UE”
Tassazione del digitale, aventi con una tassazione equa. Sottolinea la necessità di adattare i nostri sistemi fiscali all’era digitale, garantendo al contempo una tassazione equa ed efficace, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno 2018 e del 22 marzo 2019.