È del 15 gennaio scorso la comunicazione della Commissione UE sulla transizione “progressiva e mirata” verso il voto a maggioranza qualificata nell’ambito della procedura legislativa ordinaria in alcuni settori della politica fiscale condivisa dell’UE, ossia verso un processo decisionale “più efficiente e democratico”. La politica fiscale UE attualmente richiede l’unanimità fra gli Stati membri (Consiglio) e l’intervento del Parlamento UE solo in consultazione che spesso non può essere raggiunta su iniziative fiscali cruciali con “ritardi costosi e politiche subottimali”.
La Comunicazione propone un calendario per il passaggio a un voto a maggioranza qualificata, possibilità contemplata dai trattati dell’Unione. La Commissione non propone alcuna modifica delle competenze dell’UE in materia fiscale né della facoltà di cui dispongono gli Stati membri di fissare le aliquote d’imposta ritenute più idonee
Nella comunicazione la Commissione chiede di valutare la possibilità di effettuare una transizione graduale in quattro fasi (cfr. la scheda informativa per i dettagli):
- nella fase 1 gli Stati membri concorderebbero di ricorrere al voto a maggioranza qualificata per misure volte a migliorare la cooperazione fra Stati membri nella lotta all’evasione e alla frode fiscale nonché per le iniziative amministrative che agevolano l’operato delle imprese nell’UE. Si tratta di misure di norma accolte con favore da tutti gli Stati membri, ma che possono essere bloccate per motivi non connessi alle questioni in esame.
- la fase 2 introdurrebbe il voto a maggioranza qualificata per far avanzare le misure nelle quali l’imposizione sostiene altre finalità strategiche, come ad esempio la lotta ai cambiamenti climatici, la protezione dell’ambiente o il miglioramento della salute pubblica.
- nella fase 3 il voto a maggioranza qualificata contribuirebbe a modernizzare norme UE già armonizzate, come quelle in materia di IVA e di accise per stare al passo con gli sviluppi tecnologici e i cambiamenti del mercato;
- nella fase 4 il focus sarebbe sui grandi progetti fiscali, quali la base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (CCCTB) – che procede molto lentamente a causa dell’unanimità – e un nuovo sistema per l’imposizione dell’economia digitale.
Migrazione graduale si è detto: per le fasi 1 e 2, la Commissione cerca un’adesione “rapida” degli Stati Membri, per l’elaborazione delle fasi 3 e 4 entro la fine del 2025. Ma una accelerazione sarebbe possibile nell’ambito della cosiddetta clausola “passerella” (articolo 48, paragrafo 7, del TUE) che consente di passare alla maggioranza qualificata e alla procedura legislativa ordinaria in talune circostanze senza modificare il trattato sull’Unione europea.
Con il voto a maggioranza qualificata gli Stati membri sarebbero in grado di raggiungere più rapidamente compromessi più efficaci e democratici in materia di fiscalità. Inoltre le decisioni in materia fiscale beneficerebbero di contributi concreti del Parlamento europeo con il parere dei cittadini meglio rappresentato e la rendicontabilità accresciuta recita il comunicato. L’approccio delineato imprimerebbe nuovo impulso al processo decisionale in questo settore in un momento in cui il futuro dell’imposizione è assurto a questione scottante per la comunità internazionale (si pensi alla questione della tassazione dell’economia digitale).
Far fronte alle difficoltà relative al quadro attuale consoliderebbe inoltre la reputazione dell’UE come leader mondiale nell’elaborazione di soluzioni realistiche. Tale ruolo propulsivo e di best practice, già di fatto riconosciuto dall’OCSE si fa forte del fatto che la UE corrisponde a un mercato ancora di gran peso a livello globale.
Per ulteriori informazioni
Documento del Centro europeo di strategia politica sulle “clausole passerella”