“Plauso alle istituzioni europee per l’ambizione e l’impegno nel portare a termine il DMA, in un lasso di tempo così ristretto. L’accordo raggiunto dai colegislatori riflette la visione politica necessaria per preservare un panorama digitale diversificato, vitale e innovativo. Incoraggiamo la Commissione Europea, in collaborazione con le autorità nazionali garanti della concorrenza, a garantire la sostenibilità a lungo termine dei servizi media quando si affidano ai gatekeeper per raggiungere il pubblico digitale. E a promuovere la capacità dei consumatori e dei cittadini europei di accedere a servizi che supportano il flusso pluralistico di informazioni e la diversità creativa in Europa”. Un’ampia coalizione di associazioni media europee, comprese le emittenti pubbliche e commerciali, le radio e la stampa, ha accolto con favore l’accordo provvisorio sul Digital Markets Act (DMA). Le associazioni sono ACT (TV commerciali), AER (radio commerciali), EBU (broadcaster pubblici), EGTA (concessionarie radiotv), EMMA (periodici), ENPA (quotidiani), EPC (Editori), News Media Europe (informazione).
L’accordo è stato raggiunto il 24 marzo fra il Parlamento Europeo e gli Stati Membri riuniti nel Consiglio. La spinta è stata data dalla Francia, siamo all’interno del semestre della Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea. Si tratta di una delle prime iniziative volte a regolare la posizione di controllo del mercato digitale assunta dalle maggiori piattaforme (gatekeeper). Il testo prevede obblighi, divieti e sanzioni (fino al 20% del fatturato globale per violazioni ripetute). Il DMA fa parte di un quadro di interventi normativi, che comprende anche la legge sui servizi digitali (DSA), regolamento entrato anch’esso nella fase finale della negoziazione all’interno del Trilogo, anche se sono in molti a ritenere che su questa seconda norma l’accordo si raggiungerà all’interno sotto la presidenza ceca che succederà da luglio alla francese. Tra gli atti in itinere c’è anche la legge sulla giovernance dei dati digitali (DGA). Su queste tre iniziative di regolazione dell’ambiente digitale CRTV ha espresso a suo tempo le posizioni associative ai referenti istituzionali.
Soddisfazione per l’accordo raggiunto in poco più di un anno (la proposta è del dicembre 2020) è stato espresso dalla Commissione, promotrice della proposta di regolamento. Il Vice-Presidente Esecutivo per l’Europa digitale, Margrethe Vestager, ha ribadito l’obiettivo delle disposizioni: garantire un mercato digitale equo, aperto e centendibile, per le aziende e i consumatori. Il Commissario per il Mercato Interno Thierry Breton ha aggiunto che lavoreranno rapidamente sulla definizione di “gatekeeper” in base alla quale entro 6 mesi (dalla designazione) le piattaforme devono rendersi compliant con la normativa.
L’accordo politico deve passare ora l’approvazione formale dei due co-legislatori (Europarlamento e Consiglio). Una volta approvato, si prevede l’emtrata in vigore entro fine anno e la diretta applicabilità (trattandosi di regolamento) all’interno degli Stati Membri, 6 mesi dopo, quindi si arriverà al 2023. La commissione avrà un ruolo primario nell’enforcement del regolamento in collaborazione con le Autorità nazionali, con la possibilità di avviare indagini, applicare sanzioni, e imporre obblighi di comportamento o strutturali. Fra i punti critici del provvedimento, di cui si attende il dettaglio definitivo, l’ambito di applicazione, e in particolare la definizione delle soglie per identificare i gatekeeper, la lista dei servizi “core” delle piattaforme, gli obblighi, la governace europea e il coordinamento con le autorità degli stati membri, le acquisizioni “killer”, le sanzioni.