I temi in due report dell’Osservatorio dell’Audiovisivo del Consiglio di Europa. Impatto sul principio del paese di origine e la territorialità dei diritti e ambiti e sfide poste dall’auto e co-regolazione sono i due temi a cui l’Osservatorio dell’Audiovisivo Europeo ha dedicato due rapporti comparati pubblicati di recente. Si tratta di temi trattati nell’ambito della strategia del Mercato Unico Digitale dalla scorsa consiliatura UE che ora si avviano alla trasposizione nelle normative nazionali degli Stati Membri.
“Negli ultimi cinque anni, la regolamentazione dei media e la legge sul copyright in Europa sono state adattate/riviste per far fronte alle nuove sfide poste dalla strategia per il mercato unico digitale: l’ impatto potenziale è sul principio del “paese di origine” (COO) (che colloca i contenuti sotto il giurisdizione del paese in cui è stabilito il fornitore di servizi di media audiovisivi) e il principio di territorialità del diritto d’autore (in base al quale le opere sono concesse in licenza paese per paese)” recita il comunicato relativo al primo rapporto. L’ultimo sviluppo in questo campo è stato l’adozione della direttiva sul diritto d’autore e sui diritti connessi applicabile a determinate trasmissioni online (cosiddetta revisione direttiva cavo-satellite), approvato nel marzo dello scorso anno: dopo intense discussioni con con gli stakeholder del settore audiovisivo il principio di territorialità è stato preservato.
Nel rapporto dell’Osservatorio si esaminano gli sviluppi della legislazione sui media negli ultimi cinque anni, appunto, per quanto riguarda il principio del paese di origine e la territorialità del diritto d’autore e il modo in cui questi principi operano nella pratica nel finanziamento della produzione. Si segnalano in particolare: ruolo delle licenze territoriali nel prefinanziamento di opere audiovisive attraverso (pre-vendita di diritti alle emittenti e ai distributori su base territoriale, cap. 1); panoramica internazionale sulla territorialità del diritto d’autore e il principio COO, inclusi gli ultimi sviluppi (cosiddetto regolamento sulla portabilità del 2017 e revisione della SMAV, cap. 2); disposizioni nazionali (cap. 3); giurisprudenza relativa alle licenze territoriali (cap.5).
Il secondo rapporto “Autoregolamentazione e coregolamentazione nella nuova SMAV”, redatto dall’Ufficio legale dell’Osservatorio in collaborazione con il loro partner Institute of European Media Law (EMR) a Saarbrücken, si apre con un utile riassunto delle principali innovazioni nella nuova direttiva SMAV e una considerazione: questa nuova versione della direttiva include l’autoregolazione e la coregolamentazione “come mai prima”. Il rapporto esplora la direttiva proprio sotto il profilo dei sistemi di autoregolamentazione e co-regolamentazione che contiene, esaminando quanto spazio di manovra è lasciato alle industrie audiovisive in ogni paese per l’adozione di codici di condotta per attuare la Direttiva SMAV. Si ricorda che la direttiva, approvata nel novembre dello scorso anno, dovrà essere recepita nella legislazione nazionale degli Stati membri dell’UE entro il 19 settembre 2020.
Si accenna infine a un terzo rapporto prodotto dall’Osservatorio, in collaborazione con la Rete di ricerca dell’Agenzia europea del cinema (EFARN). Si tratta di un’elaborazione di dati relativi a un campione di film europei (action, genere per il quale ha potuto attingere al database più ampio, 576 titoli) usciti al cinema nel 2017 sotto il profilo dei finanziamenti. Fra le maggiori rilevanze emerse: il budget medio di un film europeo ammonta a 2,01 milioni di euro, le due maggiori fonti di finanziamento sono i finanziamenti pubblici diretti e gli investimenti delle emittenti, rispettivamente con il il 26% e il 24% del totale; la percentuale di finanziamento pubblico diretto nel finanziamento del film diminuisce con l’aumentare delle dimensioni del mercato e del budget.
ALLEGATI
Territorialità e finanziamento delle opere AV
Finanziamento dei film in Europa, analisi di un campione 2017
Auto e coregolazione nella nuova SMAV